Io corro per Lilt e altre passioni che mi alimentano
In questo periodo mi stanno succedendo cose eccezionali (per me).
Penso alla Panzallaria del 2008 e vorrei avere una macchina del tempo per potere incontrarla, magari proprio mentre si sta grattando le pustole di quando scoprì di essere una donna rettile, con una malattia immunitaria che nessuno riusciva a capire o mentre piange perché pensa che non ce la farà ad essere una buona madre, o quando controlla il suo conto corrente in banca e maledice il giorno in cui ha scelto di diventare una lavoratrice autonoma, perché forse non è “abbastanza” qualcosa per farcela, o quando tenta di strizzarsi in un vestito sempre troppo stretto per andare da qualche parte e si sente solo una gigante mongolfiera a disagio con il suo corpo e dirle:
“Ehi, fermati un attimo. Ehi, abbracciati. Ehi, sei a posto così, ce la farai. Basta che allenti quei lacci, basta che fai pace con la tua anima nera, basta che ti ricordi che OGNUNO DI NOI – se vuole – può scegliere di farcela, HA IL DIRITTO di farcela e SE LO PUO’ CONCEDERE! Ti succederà. A me è successo!”.
Penso a questo anno di muta e a tutto quello che ha portato. Penso alle cose belle che sto facendo, ai rischi che sto correndo ma che sono ESATTAMENTE ciò che voglio. Sul personale e sul professionale.
Penso alla fatica per costruire, alla fatica per dimagrire 40 chili – senza la certezza di poterci riuscire. E penso alla rinnovata leggerezza, al rinnovato amore per la sottoscritta. Penso a mattine di corsa all’alba, quando ogni metro conquistato dalle mie gambe, sempre più forti, sempre più solide, era una felicità immensa, profonda e personale.
Penso a quando mi hanno chiesto di scrivere Narrarsi online e poi l’ho fatto e poi l’ho pubblicato e poi lo hanno comprato così tante persone che ecco, ancora non me ne capacito. Penso a un libro scritto di notte che si chiama 102 chili sull’anima e che uscirà a giorni su carta e al fatto che l’ho scritto proprio mentre macinavo chilometri di corsa, nella mia testa, prima ancora che sul mio computer.
Penso a una ragazzina spaventata dal mondo e dalle proprie potenzialità, che mangiava per difendersi dal dolore, che mangiava per difendersi da una ricerca di affetto che non trovava risposte, non almeno quelle che sperava. Penso a quella ragazzina, così solare nel mondo, così terribilmente ansiosa e piena di angoscia nel suo privato. China su un diario, con troppe urla nella testa e la voglia di scappare.
Penso a lei soprattutto e forse, con quella macchina del tempo, mi piacerebbe tornare al 1986, quando iniziava una storia difficile, un rapporto con la mia anima nera pieno di conflitti e piombo.
Ma la macchina del tempo non esiste e forse è proprio meglio così, perché dalla paura si impara, si impara dal dolore, si impara dal rifiuto, si impara dalla morte. Forse dovevo diventare obesa, dovevo scegliere di non farcela, di non concedermelo, per molti anni. Si impara da ogni cosa, si impara dagli altri.
E quello che sono oggi che di anni ne ho 41 suonati, dipende da quello che è stato la mia vita: in ogni piccola sfumatura di blu, grigio, rosa e giallo. Anche nel rosso della troppa rabbia che ho ingoiato.
E così, una delle cose eccezionali che mi sta succedendo è che HO SCELTO di provarci. HO SCELTO di fare cose che mi fanno stare bene. Ho scelto di STARE BENE.
E adesso ho deciso di lanciarmi in una nuova sfida con me stessa: a settembre 2015, esattamente il 13 di quel mese, proverò a correre una mezza maratona, la Run Tun Up di Bologna.
Un anno fa ho finito la mia dieta alimentare e correvo al massimo 3 chilometri.
Non ho più smesso di correre e nelle mie corse mattutine risiede la mia maggiore igiene mentale.
Oggi corro 14 chilometri.
Non so se riuscirò ad arrivare a 21 chilometri MA voglio provarci.
E non voglio farlo SOLO PER ME.
Voglio farlo con un obiettivo AMBIZIOSO: raccogliere FONDI (SOLDI) per Lilt Bologna e per un progetto che porterà nelle scuole laboratori e pubblicazioni per riflettere insieme agli adolescenti sul rapporto con il cibo, su quanto il cibo debba – prima di tutto – servire per alimentare passioni e non paure.
Io ci credo. Ci credo che riuscirò a correre 21 chilometri. Ma credo soprattutto che TU CHE STAI LEGGENDO e che mi hai sostenuta durante tutto questo lunghissimo anno, per me straordinario, VORRAI AIUTARMI a realizzare questo obiettivo e a DIFFONDERE buone pratiche.
Per questo motivo, perché credo in me ma credo anche in te, ho deciso di correre per LILT e ti chiedo un piccolo aiuto: collegati alla pagina Io corro per LILT: alimento le mie passioni! e fai una piccola donazione che contribuirà a realizzare il mio progetto.
Sono convinta che se stai leggendo questo post, forse anche tu hai un piccolo o grande cambiamento che aspetta di prendere forma. Sono convinta che, se stai leggendo questo post, forse anche tu hai nel tuo cuore la voglia di uscire dal bozzolo.
Puoi farcela e puoi farlo insieme a me e insieme a LILT! E se vuoi seguirmi anche su twitter, mentre racconto questi mesi di preparazione, usa l’hashtag #run4lilt
GRAZIE!
Sei grande.
E anche io piano piano sto crescendo.
– 8 (chili)
+ 7 (chilometri corsi ieri).
E anche il tuo progetto è grande. Ti rappresenta.
Grazie. Un abbraccio.