Non dimenticare il passato per costruire il futuro
Oggi è il 27 gennaio: giornata della Memoria delle vittime dei Lager Nazisti.
Oggi voglio pensare ai muri di cinta. Quelli che impediscono di guardare oltre e scoprire che il nostro vicino è proprio come noi, solo con la pelle di un altro colore, con una divisa diversa o semplicemente con gusti diversi.
I muri di cinta che bloccano lo sguardo e se ti fanno sentire più sicuro, ammazzano la fantasia e la pluralità, impoverendoti giorno dopo giorno.
Muri di cinta come filo spinato. Lo stesso che delimitava i campi di sterminio dove milioni di persone sono morte. Non per la follia di uno, come molti hanno voluto credere per esorcizzare il Male e farlo uscire da se’, ma per il calcolo burocratico di molti.
L’unico antidoto al Male è la Memoria. Purtroppo ne abbiamo persa molta. Purtroppo sono in tanti che non ricordano più il dolore sofferto e si fanno trasportare dalla rabbia – sempre cattiva consigliera – e ne fanno altrettanto.
Cerchiamo di ricordare. Non solo oggi. Ogni giorno della nostra vita.
Per i nostri figli
Per i figli dei loro figli
Noi ora siamo nelle nostre calde casette e in una parte del mondo si muore.
Cerchiamo almeno di ricordare
Se questo è un uomo – Primo Levi
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
E’ bello che anche il tuo blog ricordi la giornata di oggi.
A chi amasse la lettura su questo triste e scomodo argomento consiglio questo libro, molto bello: ” Essere senza destino” di
Imre Kertész (Premio Nobel nel 2002) – Feltrinelli
grazie francesca! se qualcun altro vuole aggiungere una bibliografia personale sull’argomento, sarebbe bello se potessimo coltivare il ricordo anche pensando a libri da leggere…
poi metto anche i miei..
Ogni cosa è illuminata…non parla direttamente dello sterminio ma ha come fulcro il concetto della memoria come valore e parte fondamentale di ognuno di noi
Il Signor Mani di Yehoshua. Non fa parte della letteratura classica sulla Shoa, ma è un bellissimo omaggio alla ricchezza della cultura ebraica e alla sua apertura verso il mondo. Essenziale, di questi tempi.
oh, sì
La famiglia Moskat di Isaac Singer, per un viaggio nel mondo degli ebrei dell’Europa orientale, decimati dalla guerra.
e non è un caso che proprio oggi se ne parli su Sottotomo.com (ci arrivate cliccando sul mio nome)
L’ultima frase di quella poesia mi ha sempre colpito come un pugno nello stomaco, meravigliosa….spero sempre che serva, questo esercizio della memoria…
Un abbraccio a tutti voi
a me viene in mente unp ezzo della guerra di piero di de andrè
‘e mentre marciavi con l’anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore’
sin da bimba pensavo a due persone che potevano essere amiche e vicine e invece…