Post Impopolare sull’allattamento
Sto per scrivere un post estremamente impopolare ma ho bisogno di dire come la penso e dare un parere “altro” su una questione (niente di trascendentale) ma su cui spesso dibatte la blogomammasfera.
Sta girando in Rete una proposta di revisione del Decreto sul sostegno alle famiglie indigenti. La trovate qui (noallattegratis.splinder.com). Su Mommyblogging si è scatenato il dibattito che mi ha spinto a riflettere su un certo modo di concepire la maternità che non condivido per nulla.
Per farla breve: la proposta mira a togliere dal decreto la voce che riguarda l’incentivo per acquistare il latte in polvere nei primi tre mesi di vita per i motivi che spiega bene e ampliamente Ecomamma sul suo blog.
E se da una parte mi sembra giustissimo incentivare invece all’uso del latte materno, dall’altra trovo che la proposta, fatta in questo modo sia arrogante e non tenga affatto conto di tutte quelle mamme che per tantissimi motivi (e non solo per conclamati problemi fisici come aids o tumore- cito un commento sull’altro blog) non possono allattare naturalmente.
Cioè, fermo restando che il latte materno è il naturale nutrimento per un bambino, esistono anche casi di persone che hanno dei disagi, magari non così facilmente individuabili dal medico e che non riescono ad occuparsi dell’allatamento del proprio figlio: a loro la proposta toglie la possibilità di avere contributi.
Perché invece non proporre un bonus bebè che non entri così tanto nel merito della questione? Un bonus economico che non partizioni le singole spese ma di cui i genitori possono fare quello che credono, a patto che sia per il bene del figlio.
Perché non incentivare la formazione di persone che ti danno realmente un aiuto, nel primo periodo dopo il parto, quando la fragilità di madre si somma alla rivoluzione copernicana della vita?
Ma – a parte i punti di vista differenti – quello che mi sconcerta è come moltissime donne non riescano a vedere al di là della questione etica e naturale dell’allattamento al seno che fa bene ai bambini e non riescano affatto a percepire la mamma come essere umano, in questo contesto, ma solo come fonte di benessere per il figlio.
Sarò tarroccata, sarò una egoista, io non lo so. Ma non ce la faccio.
Non posso pensare che una donna che prova un disagio (sia fisico come una mastite, sia psicologico come l’inizio di una depressione che non è così facile interpretare) debba essere considerata SOLO in funzione del benessere del pupo e non come essere che soffre e ha bisogno di comprensione e aiuto. Siamo sicuri che facendo i bravi maestrini che la bacchettano perché l’allattamento al seno fa bene, perché il latte artificiale è il diavolo e perché allattare fa guarire da un sacco di malattie e intanto lei – povera sfigata – proprio non ce la fà, sia il metodo migliore?
Siamo sicure che sbattere in faccia agli altri il fatto che abbiamo allattato nostro figlio fino a 18 anni (con l’orgoglio di chi è sostenibile e naturale) sia poi un modo così “sostenibile e naturale” di vivere in una collettività?
Io so che se sto bene io, mia figlia sta meglio. Che io ho avuto una depressione ma non volevo ammetterlo e nessuno se ne è accorto fin quando non mi sono scoppiate le prime bolle: c’erano giorni che allattare (e l’ho fatto naturalmente totalmente fino al quinto mese e artificialmente dal 5 all’anno) mi era intollerabile perché non avevo forze, mia figlia non voleva mangiare e spesso rimetteva il prodotto del mio seno.
Ci sono stati giorni in cui odiavo il mio ruolo e provavo disgusto per il mio corpo.
Nessuno se n’è accorto e io sono stata male, da sola. I medici non se ne sono accorti e sembravo la mamma più felice del mondo e invece ero solo molto brava a controllare i miei nervi.
Insomma, per dire, come me ci saranno casi analoghi e forse peggiori. Gente che tirerebbe un pugno in faccia a tutte le perfettine della maternità che ti guardano con occhio riprovevole se non ti trasformi nella tetta dell’anno.
A me questa cosa mette i brividi. Rivendico la soggettività di ognuno. Io non vado dalle mie amiche che hanno scelto di allattare ad oltranza a dire loro che lo trovo ridicolo. Sarebbe stato ridicolo per me, non lo è per loro e rispetto la loro decisione.
Non tento di imporre il mio modo strafalcione ma pretendo che venga rispettato. Secondo me quella proposta è come il cattolicesimo: parte da presupposti giusti ma vuole catechizzare in maniera univoca.
L’ho detto. Probabilmente da oggi mi sono giocata molte lettrici ma io sono così. Sono una mamma pigra, per citare un bellissimo libro di Muffy Mead Ferro che ho appena letto. Non credo che tutto debba essere perfetto e che io mi debba trasformare in una mamma perfetta e soprattutto non sopporto che si voglia irregimentare la maternità.
Poi diciamolo: siamo tutte delle grandissime paracule che pensiamo che i nostri figli siano migliori, se vediamo un bimbo orrendo (e ce ne sono, sono minchiate che tutti i bimbi sono belli!) diciamo: “che carino!” e intanto pensiamo che il nostro è molto più fiko e che se incontriamo una mamma al parco tendiamo ad assumere l’aria lamentosa raccontando che paolino sa la tabellina del 6 a 3 anni e non sappiamo come fare, perché vuole ripetere solo quella…
come se fosse un problema e invece stiamo solo facendo le sborone.
Come quando dobbiamo raccontare al mondo che abbiamo allattato naturalmente fino ai suoi 6 anni e non ha mai avuto un raffreddore e magari lo raccontiamo alla mamma che – e non ne sappiamo un cazzo del perchè, non ce ne fotte nemmeno un cazzo a dirla tutta – abbiamo visto con il bibe fin dai primi giorni di vita.
E magari il vitellino che è stato attaccato al seno porta il ciuccio fino ai 10 anni ma quello è un problema minore perché è nostro e non possiamo fare le gradasse.
Insomma: io quel decreto lo cambierei in un modo diverso. Bonus bebè, contributi per le mamme e i papà senza bisogno di dover far decidere ad altri su cosa acquistare, a patto che siano acquisti per il figlio.
E ognuno faccia un po’ i conti nel suo orto che siamo tutti froci con il culo degli altri! E spesso, specie con i figli, scambiamo grandissime fortune per un nostro merito. Mi spiace deludere i più ma tante cose che i bimbi fanno dipendono da loro non dalla nostra meravigliosa educazione…
firmato: una mamma contro
Sono molto d’accordo con te, e lo sai.
Ho pianto molto, certi giorni, quando ho raccontato il mio modo di gestire mia figlia (ad esempio il fatto che noi abbiamo delle regolette sia per la nanna che per la pappa), e sono stata tacciata di essere una pessima madre, anaffettiva. Mi è stato predetto che mia figlia sarebbe cascata in una ‘spirale del dolore’, giuro 🙂
Che se ci penso adesso, mi faccio delle risatone one one.
Ho capito che le peggiori nemiche delle mamme… sono le mamme.
Ma so anche che le migliori amiche delle mamme… sono le mamme.
Io penso che il benessere di un figlio sia complementare al benessere dei suoi genitori, e in special modo della madre, nei primi mesi.
Rifiuto come valida la motivazione di non allattare per non rovinarsi il seno.
Ma accetto come validissima la motivazione di non allattare perchè è difficile, si sta male, si è psicologicamente deboli, o semplicemente è una cosa che provoca dolore.
Io penso che le mamme dovrebbero imparare semplicemente ad allearsi, a volere bene a se stesse e anche alle altre mamme, e ad essere felici.
Per me l’unica cosa che conta, nella vita, per cui vale battersi, è la felicità. E la vera felicità si ottiene quando siamo felici noi e quando sono felici quelli che ci stanno accanto, compresi i nostri figli.
Io sono pro-bonus se questi soldi si possono spendere liberamente: io credo che sia non solo utile, ma doveroso, un sostegno economico.
Ho un’amica che proprio ieri, per decisione di un Giudice, è finita in Comunità insieme ai due bambini.
Una ragazza sfortunata, indigente, che se avesse avuto qualche aiuto economico dallo Stato, forse non sarebbe caduta in un vortice di sfortuna e depressione.
A lei non sarebbe servito un bonus per il LA e per preservare le sue belle tette, ma un bonus per comprare quello che non aveva: la lavatrice, ad esempio (che le abbiamo regalato tutte insieme, tramite forum), i vestitini (un po’ di quelli che ha ricevuto sono quelli della Frollina, oltre che quelli di Dafne), i pannolini… e anche il latte, se le fosse servito.
Per favorire l’allattamento, in Italia, non serve una Legge restrittiva sul LA. Serve un programma di educazione, di assistenza ostetrica domiciliare, di sostegno alle mamme.
Sarebbe ora di piantarla di credere che si deve vietare quello che non ci piace. Bisogna educare a quello che ci piace! Solo così, siamo liberi di scegliere!
parole sante mamma felice. grazie!!!!!!!!!!
Non voglio dilungarmi sull’argomento , su cui mi trovi completamente d’accordo, ma voglio farti i complimenti per questo tuo spazio delizioso! a presto
sono d’accordo con te su tutto,soprattutto sull’arroganza che spesso trovo tra le mamme integraliste e sulla loro cecità e incapacità di vedere l’essere umano mamma.
io oramai,di fronte a certi argomenti,non parlo più: sono talmente certa della mia posizione e sai perchè?perchè è quella giusta per me…
e altrettanto trovo che tutte le posizioni siano giuste,purchè portino benessere e salute.
un bacio.
Quoto appieno mammafelice , hai espresso in parole semplicissime il mio pensiero, ognuno deve essere sereno a modo suo , se per allattare devo esaurirmi e diventare un fantasma per il mio bambino allora è meglio il LA , se per stare tutto il giorno attaccata al bambino (come certe mamme che ho incontrato sostengono) devo annullarmi fino a deprimermi a che pro … se si è tristi e demotivate come si puo avere la serenita per affrontare ogni giorno il terremoto che è avere un bimbo piccolo in casa . Per quanto riguarda le regole mi hanno tacciato più volte di essere un Adolfa senza baffi (o con a seconda di quando mi sono cerettata ;))ho panto parecchio, ma vedo che la mia bambina è serena bambina è serena e questo mi basta per ora .
>> Bisogna educare a quello che ci piace!
Esatto, mammafelice, a questo dovrebbe servire il sostegno alle neomamme, l’accomapgnamento nel periodo perinatale, il contatto con ostetriche che sappiano infonderti fiducia in te stessa e aiutino chi lo desidera a rimettersi in contatto con l’istinto materno che è seppellito dentro ciascuna di noi. Che aiutino chi lo desidera. Il problema è che troppo spesso chi desidera essere aiutata verso un simile approccio alla maternità non trova aiuto. O lo trova per puro caso, come è successo a me. Anch’io, francesca, ho attraversato, dopo la nascita della mia prima bimba, dei mesi decisamenti neri. In termini medici la diagnosi di vera e propria depressione post-partum non sarebbe corretta, perchè ne sono uscita da sola, con le mie forze. E in quadro di depressione clinica, di qualunque natura essa sia, sapete come sia praticamente impossibile uscirne da soli. Ma nel mio caso proprio l’allattamento è stata una delle cose che mi faceva tenere i piedi per terra. Perchè quando sei depressa (uso comunque questo termine), la tua autostima è sottozero. Ti senti annichilita, sovrastata da tutto. Nel pozzo nero di cui parlava nonsolomamma qualche tempo fa. Per me il fatto di ‘ostinarmi’ a dare fiducia alla mia bimba appena nata, nella ridda di suggerimenti più disparati, di lasciare che fosse lei ad indicarmi la strada più giusta per noi due, con il suo benessere, mi tranquillizzava. Mi diceva che, in fondo, tutto andava bene. Quando con la mia seconda bimba, grazie alla nascita di un bel consultorio in zona, ho avuto modo di approfondire la gestione dell’allattamento, di conoscere la fascia e poi, da sola, imparare ad usarla (nella la scettica e vagamente ostile diffidenza iniziale del nucleo familiare, che mi assecondava perchè dava la colpa al male passeggero degli ormoni, presumo ;-), ecco, quella è stata la mia felicità (e, di riflesso, quella della mia bimba). Quell’insieme di concetti che per qualcuno sono estremismi, per me sono stati invece lo strumento perfetto per esprimere i sentimenti che ho dentro di me. Per essere mamma a modo mio. Il punto è che ognuno di noi ha dentro cose diverse. Siamo ciascuno un meraviglioso mondo a sè. E ogni mamma dovrebbe avere il diritto di essere aiutata a trovare il suo personale modo di essere mamma. L’implementazione della presenza di centri maternità sul territorio, ai quali una donna volontariamente possa scegliere di rivolgersi (e per poter scegliere, ci devono essere, devono quantomeno esistere), può aiutare delle mamme come me. Forse siamo poche, forse no. Forse altre, vedendo l’esperienza positiva di alcune mamme, ne potrebbero trarre beneficio. Sarebbe un modo concreto per educare a quello che ci piace, secondo me 🙂
perfettamente d’accordo, cara panz.
sperando che non si riveli davvero un post impopolare
un’altra mamma contro
@mammalisa: bellissimo quello che hai scritto. credo che incentivare questo genere di esperienze sia il modo migliore per aiutare e non imporre dall’alto dove dispensare contributi. sia nel latte artificilae che nei pannolini lavabili.
@panz: esatto, anche per me sarebbe più corretto dare i soldi e basta, poi ognuno li spende in ciò che davvero gli serve.
a proposito di come spendere i soldi: io avrei scambiato tutto il latte del mondo con qualcuno che mi aiutasse in casa quando sono nati i miei tre gemelli!! Qualcuno che pulisse, si occupasse del bucato o della cucina…e mi permettesse di stare un po’ serena a conoscere i miei piccoli invece di essere continuamente in affanno…o anche di occuparmi ogni tanto di me stessa, di fare una doccia come si deve o di leggere un giornale o simili inutilità borghesi. Sono passati 15 anni, ma ancora oggi rimpiango di aver perduto – e il mio compagno con me – parte di quel tempo meraviglioso, quando li vedi crescere sotto i tuoi occhi, per occuparmi del minimo indispensabile – il minimo! – alla sopravvivenza della nostra famiglia
@Mammalisa, che belle parole… grazie di averle condivise con tutte noi!
@Cate, è proprio vero… e in questo io credo che c’entrino anche le nostre mamme, le nostre suocere, le nostre amiche… quelle che spesso ti dicono: ‘lasciami la bambina che così puoi pulirti casa’. Invece di dirti: ‘occupati della tua bambina, che io ti pulisco casa!’.
Leggevo un commento di Mammamsterdam sul sito del Mommyblogging di Panz, in cui raccontava che in Olanda le ostetriche intervengono a domicilio non solo per aiutarti nell’allattamento, ma anche per aiutarti a pulire casa, farti la spesa, cucinare!
Secondo me dobbiamo imparare a costruire una ‘rete di alleanze tra mamme’. Dove non ci aiutano lo Stato e le Istituzioni, dobbiamo aiutarci a vicenda, ed estendere le nostre conoscenze e le nostre abilità alle altre neomamme.
Senza imporre il nostro punto di vista, soprattutto su questioni così delicate. Facilitare, e non dirigere.
E soprattutto evitare qualsiasi ‘fondamentalismo’ (dai, è anche terribilmente fuori moda 🙂 )
Cavolo… siamo mamme, abbiamo le doti necessarie (e anche di più) per aiutarci a vicenda!
Altro che post impopolare, parole santissime!
Tua adorante,
Stef (UK)
Prima che decidiate di venire tutte a partorire in Olanda: sono puericultrici, non ostetriche, e vengono solo la prima settimana, così ti dimettono da’ll’ospedale due ore dopo il parto (no, perché le italiane e straniere in genere che partoriscono qui parlano inorridite di questa cosa che ti mandano a casa, manco le bestie.)
Ma anche solo una settimana, che cosa santa.
Io sono stata la mamma stakanovista, che con la depressione invisibile fino alle orecchie rifiutava il bibe di notte (mia madre, povera, ci ha provato in tutti i modi a convincermi, il fatto è che scoppiavo di latte, quindi nn avrei dormito comunque), ma panz, mi hai ricordato esattamente quanto schifo mi faceva la maglietta bagnata di latte. Io mi mettevo a credere che era la sensazione di freddo e bagnato a darmi fastidio, no, era la carnalità e animalità della cosa che non reggevo. Mi sentivo ridotta a mucca.
Adesso invece ridatemi le tettone.
OT: ma non si era capito che la storia del seno che ti si rovina con l’allattamento era una leggenda urbana? Se sei predisposta ti si affloscia comunque e se non lo sei no, punto. O sbaglio?
La midwife , puericultrice, a domicilio viene anche in Australia, ma non pulisce di certo ( wow che sogno)
Con la differrenza che qui in ospedale si resta per 3 giorni e poi ti mandano a casa se non si verificano altri problemi.
Ecco , in ospedale, la prima poppata
l’abbiamo fatta: mia figlia si e’ attaccata, non ci sono stati problemi. Quelli sono arrivati a casa.
La puericultrice veniva al mattino, restava un’ora, forse di piu’ :medicava i punti e mi aiutava a farla attaccare.
Ma la sera, da soli noi non ci siamo riusciti. Il seno mi scoppiava, Isabella aveva fame(immaginatevi quanto piacevole sia sentire una bambina che strilla di fame dopo un’ora che tu in lacrime provi a darle da mangiare).
Ecco , il sostegno , alle 23 di sera , verrebbe a casa tua? Noi siamo andati all’ospedale e abbiamo insistito per farci aiutare, ma il punto e’ questo: fornire un’assistenza e un supporto effettivo e costante sarebbe verament troppo costoso per lo stato.
Io( anche sotto pressione di mia madre che se avessi lasciato
isabella senza mangiare ancora per un po’ mi avrebbe denucniata) ho optato per il tiralatte, perche’ ero terrorizzata dall’idea di provare per ore ad ogni poppata , spesso senza risultati. Ho tirato latte per 3 mesi, con mastite andata avanti per quasi 4 settimane e 2 cicli di antibiotico. Non mi divulgo in particolari ma e’ stato massacrante .
E non ditemi che mi baso solo sulla mia esperienza personale perche’ credo che molte altre madri possono ritrovarsi in quello che e’ successo a me.
Ah e qui in Australia viene dato un baby bonus di circa 3000 euro per ogni figlio e per le famglie con piu’ difficlota’ c’e’ anche un family benefit , un sussidio settimanale.
Hai tutte le ragioni del mondo, finalmente qualcuna cha da’ voce ad un argomento scomodo! Io ho sempre parlato di terrorismo… Quando ho partorito la mia bimba, in un civilissimo ospedale della civilissima provincia di Lodi, le puericultrici, alle mie osservazioni che “FORSE” non era molto igienico che io, con le ragadi aperte e sanguinanti (scusate l’argomento) allattassi al seno mia figlia, mi hanno chiaramente dato della madre degenere, che bisognava portassi un po’ di pazienza e stringessi i denti perchè mia figlia aveva bisogno del mio latte e io non potevo negarglielo. Questo ripetuto decine e decine di volte in pochi minuti, con me quasi in lacrime e la bimba che piangeva dalla fame… la situazione si è risolta solo con l’intervento della pediatra di guardia, che mi ha rilasciato un PERMESSO SCRITTO che mi esentava dall’allattare al seno finchè non fossi guarita…
A casa, 20 giorni di patema perchè io avevo poco latte e la bimba tanta fame… passavo i pomeriggi sul divano, con mia figlia che si attaccava ogni 3/4 d’ora… e il pediatra al controllo mi diceva “la mamma ha tempo per riposarsi, l’importante è che stia bene la bimba”. Ho rischiato seriamente la depressione, ormai vedevo il momento dell’allattamento con terrore, e questo mia figlia lo capiva, non avevo abbastanza latte neanche per il tiralatte… mi sentivo una mucca, proprio, non vedevo via d’uscita finchè mia mamma mi ha trascinato di peso da un’altra pediatra che mi ha finalmente prescritto il tanto agognato latte artificiale… avrei anche potuto arrivarci da sola, sì, ma lo capisco adesso, in quel periodo non capivo neanche da che parte ero girata… a me sarebbe servito un aiuto durante le prime 2 settimane dopo il parto, ma non l’aiuto che avrebbe potuto darmi (e mi ha dato) mia madre, un aiuto qualificato… certo, pagando 100 euro al giorno avrei potuto avere anch’io la puericultrice a casa tutti i giorni per un paio d’ore, ma, come dice slim, alla notte?
Servirebbe che i consultori fossero organizzati in maniera diversa e che le persone che ci lavorano siano + disponibili… servirebbe gente qualificata che ti ascolti, non persone che non ti guardano neanche in faccia e che cronometrano il tempo che ti dedicano…
@Valeria, la prima parte della tua esperienza sembra la mia, proprio uguale. Io non ci potevo pensare a mia figlia che si ciucciava il sangue delle mie ferite…. mi faceva ribrezzo, e di latte non ce n’era, e lei è diventata perfino afona dalla fame, e io ho firmato per darle l’aggiunta. E quando il pediatra mi ha detto di lasciar perdere l’allattamento che il mio latte era insufficiente e alla bambina dava più problemi che benefici c’è stata una ostetrica (20-enne e secondo me senza figli) che mi ha detto che anche poche gocce è meglio che niente. Le ho pianto in faccia. Questo a Milano, nel secondo ospedale per maternità della città.
@Panz, quanto son d’accordo, ne abbiamo parlato pure con billo su http://billoeilbimbillo.splinder.com/
Purtroppo va così: allatti al seno=brava madre, non allatti=cattiva madre. Che schifo. Grazie per aver dato voce a noi mamme senza latte
Hai scritto parole che io ho pensato nei primi mesi di vita di mia figlia (che ora ha 17 mesi).
L’ho allattata al seno per 20 giorni; poi, dal momento che Benedetta era piccola e succhiava male, il mio latte ha iniziato a scarseggiare e alla fine mangiava solo 5 gr a pasto iniziando così a calare vistosamente di peso. Ma io con la testa infargita di idee e pensieri messi in mente da puericultrici stolte e stupide che enfatizzavano il ruolo del latte materno e della mamma-tetta, ho continuato per altri 2 giorni solo col mio latte con la conseguenza che la bambina non si staccava mai dal mio seno e intanto perdeva 200 gr.
Alla fine, dopo miei pianti e sensi di colpa mi sono lasciata consigliare da mamma e suocera e sono passata al latte artificiale.
Ebbene si, sono una di quelle mamme degenere che ha preferito il biberon al seno. Il senso di colpa e di frustrazione per non essere stata la “fattrice perfetta” è continuato per 1 mese circa.
Ora vedo che mia figlia sta bene anche se alimentata dal latte del demonio. E mi libera il cuore mandare a quel tal paese tutti coloro che colpevolizzano la scelta che ho fatto. Se medici, ostretrici e puericultrici prima di giudicare comprendessero meglio le reali situazioni di ogni mamma, certamente avremmo meno madri depresse.
cosa vuoi che ti dica panz. Io ho scelto di fare il cesareo. io ho scelto di non allattare. Solo queste due motivazioni per gran parte delle mamme naturali e naturiste io son una mma degenere all’ennesima potenza.
Sarà ben peggio se mai avrò un secondo figlio sai, che quando arriverà la puericultrice dopo il mio bel cesareo ad attaccarmi il pargolo io dirò: “no grazie se mi porta il bibe mi fa un piacere” e verrò additata per tutto il ricovero.
Per fortuna se succederà (che sto secondo non è che ho voglia di farlo) sarò al secondo, appunto. I pianti da “mamma prima volta” me li son già fatti due anni e mezzo fa. A sto giro se si fa, si fa come dico io da subito.
io non ho esattamente capito perchè i diritti della mamma passano inultimo piano rispetto a quelli dle bambino. Che comunque son intrinsecamente legati. Che se io piango tutto il giorno con mio figlio attaccato al seno, non credo di fargli più giovamento di attaccarlo al bibe ed esser felice di quello che sto facendo.
Io, mi spiace, sarò egoista e degenere, ma non mi sono MAI messa al secondo posto dopo mia figlia. Nè allora nè ora.
@ba, condivido pienamente. Io il cesareo non l’ho scelto ma se mai farò il secondo dato che potrò lo scegliero’ di corsa che le 16 fantastiche ore di travaglio ancora me le ricordo dopo 2 anni e mezzo, e se me le fossi evitata saremmo di certo state meglio sia io che la bambina che si è fatta 16 ore senza liquido ed è nata tutta rossa.
Anche secondo me il benessere del bambino passa da quello della madre (e anche secondo la mia santapediatra che mi ha sconsigliato il corso di massaggio neonatale se mi veniva complicato organizzarmi) ma purtroppo non se lo ricorda mai nessuno
Io ancora non ho partorito. Non ho la smania del parto naturale a tutti i costi, sì al cesareo se necessario.
Ovviamente, dopo mi piacerebbe allattare. Potenzialmente potrei. Ma se poi non posso? O non riesco? Potrei dire “ho visto cose che voi umani…”, ho visto ragadi al seno che più o meno sembravano stigmate. Ho visto bimbi soffrire perchè intolleranti al latte materno, coprirsi di foruncoli purulenti tipo acne adolescenziale…roba da film dell’orrore.
Insomma, è vero, potenzialmente il 95% delle donne può allattare (diamo il dato per buono). Potenzialmente, però. Lo si può fare per qualche mese e poi dover interrompere, per i più svariati motivi.
Francamente ho deciso che se riuscirò ad allattare bene, se non ci riuscirò ok per il latte artificiale. E poi di essere giudicata una brava mamma o una mamma degenere non me ne frega assolutamente niente.
Per quanto riguarda i pannolini. Sì certo, sono inquinanti etc etc… però quelli lavabili non è che sono economici, tanto che l’investimento iniziale richiesto non è proprio trascurabile. Poi, ammetto che più di tanto non mi sono informata, baso il mio ragionamento sulle ecomamme che conosco che hanno deciso di lasciar perdere non appena visto il costo (senza contare lavatrici etc etc).
Nel merito della proposta del governo, ecco di certo non sono personaggi che mi garbano in particolar modo… però è pur vero che chi si trova in condizioni particolarmente disagiate si può pure trovare nell’impossibilità di allattare al seno. Come si suol dire, cornuti e mazziati
Cerco di vedere quindi il lato positivo della cosa., anche se per me di negativo c’è la mancata considerazione del fatto che se ne avessi bisogno, potrei averne bisogno per un periodo più lungo di 3 mesi. Idem per i pannolini.
sottoscrivo tutto. del resto lo sapevi già
Dio ti ringrazio!
Allora non è vero! Non tutte le mamme diventano ecomamma :>
Bellissimo post. Assolutamente popolare!
Mi permetto di segnalarti il blog dove ho dedicato ben due post sull’argomento petizione anti latte artificiale.
http://epidurale.blogspot.com/2009/01/eco-mamma-no-eco-mostro.html
http://epidurale.blogspot.com/2009/01/allattamento-forzato.html
Ti ho mandato una mail.
C’è un’iniziativa che stiamo tentando di far decollare!
Bellissimo blog e mamma assoultamente brillante!
Ciao a tutte,
grazie, grazie, grazie!!!
Finalmente qualcuno che non mi fa sentire in colpa…
Sono capitata per caso girando vari blog e mi è venuta spontanea la voglia di raccontarvi la mia storia.
La mia bellissima bambina è nata 4 mesi fa con un taglio cesareo perchè era podalica… e fino a quì la cosa può sembrare normale il problema è avvenuto al momento dell’allattamento.
Non avevo latte, ovvero il latte c’era, sembravo la mucca carolina, ma non scendeva procurandomi così febbri altissime al momento della montata lattea.
Mi hanno dato di tutto per far si che questo latte arrivasse, ma più medicine prendevo e più la febbre saliva con il risultato che la mia bimba era affamata e io disperata tra la febbre e il latte che non usciva…
Finalmente un pediatra intelligente dopo 10 giorni mi ha dato il latte artificiale e la mia bimba ha iniziato a crescere ed io ho dovuto riempirmi di antibiotici per evitare una mastite!!!
Mi hanno fatto quasi sentire un’aliena, non la mia famiglia o mio marito fortunatamente, ma le altre persone…
E’ assurdo perchè già per la donna può essere un problema il non allattare ma venire additata perchè dai il latte artificiale NO!!!
La mia bimba sta crescendo benissimo, è bella, è sana e non credo che con il mio latte sarebbe cresciuta molto diversamente.
Bellissimo blog e grazie per avermi dato voce
ti scrivo anche a distanza di tanto tempo per sottoscrivere in pieno. Io non avevo latte, zero. Dopo ho avuto anche una grave malattia, non so se le due cose fossero correlate, ma comunque, non ho potuto allattare. L’ostetrica insisteva che dovevo provarle tutte, le ho provate (docce, massaggi, tisane, tiralatte, tutto) e intanto la mia bambina non mangiava. Poi le ho dato la formula, è cresciuta una bellezza, e amen. Ce ne fossero di più, di donne come te
grazie… mi rincuora sapere che c’è qualcuno che la pensa come me!
Hai perfettamente ragione!
🙂