In camper a Trieste, Vienna e Sauris

Siamo partiti il 27 dicembre, con troppi vestiti, troppe cose e molto entusiasmo. Troppo di tutto per la vita da camper, dove tutto funziona un po’ diversamente, dove è necessario adattarsi e non serve molto per stare bene.

D’altronde è stato il nostro primo viaggio lungo, il secondo in assoluto, e – come per tutto – le cose si imparano in itinere.

E mentre da Bologna ci muovevamo verso Trieste, già a Ferrara il viaggio si è fatto interessante, con una vista perfetta sulla totalità dell’arco alpino a disposizione.

Trieste

Trieste è una città che amiamo non solo per la sua bellezza ma anche perché ci vivono degli amici speciali, conosciuti tramite questo blog 5 anni fa, che ci piace sempre rivedere.

Lì abbiamo fatto sosta in un parcheggio lungo mare, all’altezza della stazione di Campo Marzio. Niente area di sosta attrezzata. C’erano altri camper e abbiamo deciso di goderci la vista sul porticciolo e con una spesa di 5 € abbiamo pernottato e passato la mattina a pochi passi dalla piazza principale della città.

I nostri amici ci sono venuti a prendere e siamo stati a mangiare pesce in centro e a guardare le tante luci di Natale che rendevano ancora più magica questa città, il cui centro storico di sera è sempre un incanto. La temperatura non era delle più miti (non faceva nemmeno troppo freddo e soprattutto non tirava vento) e così rientrati abbiamo acceso la stufetta del camper, per spegnerla prima di addormentarci. Alle prime armi con Jacopo (questo il nome che Frollina ha dato al nostro potente mezzo), non ce la siamo sentiti di lasciare acceso tutta la notte.

Al mattino però ci siamo resi conto che se avessimo voluto sopravvivere al nostro progetto di viaggio in Austria, era necessario trovare il coraggio per farlo. E infatti poi non ci siamo fatti più problemi, anche perché la stufa – inizialmente faticosa da accendere – una volta rimessa in pista è stata davvero fenomenale!

Le tante eccezioni che ho fatto alla mia dieta in questi giorni (ho cercato di calibrare peccati e cibo sano, in modo da non rovinare il lavoro fatto in questi mesi) ci hanno portato a fare colazione in un posticino bellissimo che vi consiglio, dove si possono assaggiare degli ottimi dolcetti. Lo gestisce un’amica dei miei amici che ha deciso di cambiare vita e che – carramba! – ha vissuto fino ai 15 anni a Bologna, era nella mia scuola e facevamo ginnastica insieme. Non la vedevo da 25 anni ma l’ho riconosciuta (alla faccia del mio famoso rincoglionimento ;-).

Se passate da Trieste andate a trovarla: io mi sono davvero innamorata di questo localino che si chiama Ginger 

 

Lubjiana 

Dopo esserci salutati con i nostri amici, siamo espatriati. Direzione Vienna, prima tappa Lubjiana dove abbiamo passato il pomeriggio tra mercatini di Natale, parchi pubblici e palazzi imponenti, già in odor di Impero austroungarico. Non avendo intenzione di passarci la notte, ci siamo fermati in un parcheggio in centro, comodissimo per visitare la città a piedi.

Ecco alcune foto.

In Slovenia [informazioni di viaggio]

Per poter viaggiare sulle autostrade slovene serve la Vignette: un adesivo per l’auto che sostituisce il pagamento del pedaggio chilometrico. La vignette di validità 10 giorni costa 15 €. Fare i furbi non conviene e le multe – se beccati senza – si aggirano sui 300 €.

 In Austria [informazioni di viaggio]

Anche in Austria è stato adottato il sistema della vignette, che a noi è piaciuto molto, perché ti consente di usare l’autostrada in maniera massiccia senza dover pagare ogni volta l’obolo. In questo paese la vignette minima (a parte quella giornaliera) ha validità una settimana e costa 8,50 €. Come fare avanti-indietro da Bologna a Modena, per dire.

Terme di Loipersdorf

Durante il nostro viaggio verso Vienna, abbiamo deciso di fare una pausa termale. Non solo perché la Stiria è ricca di stabilimenti di cui in tanti ci avevano decantato le doti, ma anche – banalmente – per poterci fare una doccia calda a metà viaggio ;-). Avevo letto su uno dei diari di camperisti online che a Loipersdorf danno la possibilità di poter stare gratuitamente nel parcheggio delle terme anche per la notte e abbiamo deciso di andare proprio lì. In realtà sono tante le mete di questo tipo disponibili in zona.

In questo stabilimento, dove siamo arrivati il 30 dicembre, sotto una fitta pioggia autunnale, ci sono vasche di ogni tipo, la temperatura dell’acqua si aggira attorno ai 36 gradi e la vasca principale è per metà all’aperto. Non posso nemmeno spiegare la sensazione di benessere di passare da dentro a fuori, direttamente da un corridoio liquido e immergersi nella notte stiriana, in mezzo a colline punteggiate di luminarie natalizie, dentro a una vaporosa nebbia soffusa. Eravamo semplicemente incantati e Frollina si sentiva in mezzo a una magia. Io per un attimo, un attimo soltanto, ho pensato che secondo me, quando si muore è così, ci si ritrova in una vasca da cui sale fumo buono, a nuotare insieme a chi hai amato.

Dopo un lungo pomeriggio di relax siamo tornati al camper e mentre il parcheggio si svuotava, noi ci cucinavamo il nostro zuppone di orzo (benedette siano le buste di minestre liofilizzate!), al calore della nostra stufa che – per la prima volta – è stata accesa tutta la notte.

Da persona tranquilla quale sono (famosa per non mettermi ansie inutili, per avere sempre un atteggiamento zen), sono rimasta sveglia per un po’, convinta che ci volesse qualcuno vigile per evitare intossicazioni da gas. Non mi ha fermato nemmeno la certezza di avere un allarme installato nel camper o il fatto di essermi documentata per ore a riguardo, scoprendo che i sistemi di ventilazione interni sono abbastanza sicuri, proprio per scongiurare questo genere di pericolo.

L’unica cosa che mi ha fatto cedere, ad un certo punto, è stata la certezza che il mio corpo si stesse abbandonando al sonno e così mi sono lasciata andare, non prima di avere pensato che poteva essere per sempre 😉

E invece la mattina dopo ci siamo svegliati tutti, riposatissimi, pieni di entusiasmo e con tanta voglia di riprendere il nostro nomade viaggio alle volte di Vienna.

Vienna

Vienna me la ricordo che ero piccola. Ci sono andata con i miei genitori. Forse è stato il nostro primo viaggio con la roulotte. Fin da subito la ricerca del campeggio si è dimostrata un po’ faticosa: il navigatore aveva solo le mappe italiane e fuori dai confini nazionali ci siamo dovuti arrangiare, con non pochi errori.

La sera prima di arrivare avevamo telefonato al camping Wien West  dove ci avevano assicurato che ci fosse posto, ma quando siamo finalmente arrivati, era appena approdata l’invasione delle cavallette: tutti i camper d’Italia si erano dati appuntamento in Austria, per passare il capodanno nella sua capitale! Siamo riusciti a trovare una piazzola (senza energia elettrica) e ci siamo messi subito in moto per cominciare la visita di questa città.

[informazioni utili]

Per girare con i mezzi pubblici di Vienna abbiamo fatto la Wien Card (ogni adulto copre anche un bambino, così ne abbiamo fatte solo 2) che costa 19,90 €, vale 72 ore e dà diritto a sconti a Musei e mostre.

A Vienna abbiamo visto…

Con Frollina abbiamo deciso un itinerario soft, in cui mixare mete dedicate a lei, come il Prater, a visite ai musei. Siamo stati al Palazzo Reale di Schoenbrunn, sulla ruota panoramica del Prater, al museo Albertina dove è tuttora allestita una mostra dedicata a Matisse, oltre alle collezioni permanenti sull’impressionismo e Picasso e ce ne siamo andati molto in giro per la città, cullati dalla musica che – in occasione del Capodanno – arrivava da ovunque.

In StephansPlatz  abbiamo ascoltato le prove generali dell’opera che avrebbero cantato a mezzanotte e a me è piaciuta così tanto che mi sono salite perfino le lacrime agli occhi. Frollina è stata bravissima, non si è lamentata dei chilometri e anche davanti ai tantissimi quadri all’Albertina, si è dimostrata interessata e piena di entusiasmo per quello che stava guardando. Davanti a ogni opera ci facevamo dire quello che vedeva e ogni Picasso così, anche per noi, era sempre una nuova scoperta.

Ovviamente l’è piaciuto un sacco il giro sulla ruota panoramica del Prater (dove io invece ho avuto un mezzo attacco di panico di cui mi sono vergognata tantissimo, visto che sale davvero lentamente), si è innamorata della principessa Sisi (di cui ora conosce a memoria la storia) e non ha disprezzato per nulla gli hot dog alti come lei.

Abbiamo trascorso la sera dell’ultimo dell’anno in giro per la città, scoprendo che in quanto a fuochi di artificio, questa città non ha nulla da invidiare a Napoli: alle 16 in punto il cielo ha cominciato a risplendere di luci e fino alle 3 del mattino non si è spento. Ovunque ti girassi c’erano fontane colorate e botti.

In campeggio Frollina si è data molto da fare, voleva sempre lavare i piatti e ha preso molto sul serio il suo ruolo di equipaggio da camper, cercando sempre di aiutarci come poteva.

Ecco alcune foto di Vienna.

La nostra disavventura viennese

Premessa: dopo avere letto questo paragrafo, prima di ridere, vi prego di cliccare  sulla crocetta in alto a sinistra. Potrei sentire il rumore intenso delle vostre ganasce e venirvi a cercare a casa 😉

Bè insomma, il 2 gennaio 2014, all’alba di questa nuova era, noi eravamo pronti per partire e dirigerci a Graz per poi arrivare a Sauris (sulle montagne udinesi) il 3 gennaio. Qui avevamo appuntamento con un gruppo di amici e ci tenevamo molto ad esserci.

Ci siamo lavati (la doccia: quando viaggi in inverno in camper bisogna approfittare di qualsiasi occasione e un campeggio – che paghi – è una ghiotta occasione), abbiamo rifornito il camper, pulito il bagno e sistemato tutto e ci siamo diretti alla reception per pagare.

Solo che.

Solo che a un certo punto abbiamo sentito un rumore secco. Ci siamo inclinati su un lato  come se fosse scoppiata una ruota. Stavamo viaggiando pianissimo e così nessuno di noi ha avuto più di un piccolo spavento. Ma quando siamo scesi, purtroppo, non era la ruota ad essersi bucata ma qualcosa che aveva a che fare con le sospensioni.

Ansia. Panico. Spaesamento.

Sfiga

Ci abbiamo messo 3 ore e solo grazie all’aiuto del buon Hannes (gestore del campeggio) siamo riusciti a destreggiarci un po’. 2 gennaio, tutti a casa per il megaponte. Vacanze. Pochi meccanici aperti. Difficilissimo trovare un rimorchiatore per camper. Altrettanto difficile reperire un’officina specializzata.

Per mezza giornata abbiamo pensato seriamente di rimanere bloccati a Vienna per una settimana, in attesa di un pezzo (ma quale pezzo?) da sostituire,  per mezza giornata abbiamo incrociato le dita nella speranza che tutto filasse liscio (trovato il rimorchiatore, trovato il meccanico, bisognava sperare che il pezzo arrivasse entro il giorno dopo (venerdì) e che il meccanico riuscisse a sistemare tutto. Per mezza giornata ci siamo sentiti dei veri miracolati: se fossimo stati in autostrada, una cosa del genere ci avrebbe portato davvero grossi guai.

Il campeggio ci ha messo a disposizione un bungalow estivo (ed è stata la notte più fredda di tutto il nostro soggiorno) e quando il camper è stato portato via non abbiamo potuto fare altro che tornare in centro e fare i turisti forzati, sperando che tutto si mettesse per il meglio.

La notte, in questa stanzetta spoglia e così umida che sotto il letto cresce il muschio, io non ho praticamente chiuso occhio: mi sono visualizzata a vendere carta igienica vicino ai bagni per sbarcare il lunario (visto che sicuramente tutta l’operazione ci sarebbe costata un occhio della testa) e vedere crescere mia figlia nel campeggio di Vienna. Chissa come sono le seconde elementari in Austria…

E invece, grazie alla gentilezza, solerzia e attenzione di un sacco di persone (a cui saremo eternamente grati), il giorno successivo alle 12 eravamo già pronti a ripartire, di nuovo in sella a Jacopo. Si trattava di un braccetto che tiene la ruota, si è rotto l’incastro di netto. Una roba assurda.

Non vi dirò quanto abbiamo speso, ma per fortuna non abbiamo dovuto organizzare un colpo a mano armata alla Banca d’Austria 😉

Sauris

E visto che nessuno può fermare la famiglia Panzallaria, ci siamo diretti verso l’Italia e il 3 alle 21 siamo arrivati a Sauris, patria dello speck, nelle montagne sopra Udine, dove abbiamo incontrato tante facce amiche e abbiamo passato gli ultimi giorni della nostra vacanza.

A Sauris abbiamo fatto sosta nel parcheggio di fianco al prosciuttificio Wolf che mette a disposizione gratuita dei camper perfino la corrente elettrica!

Il tempo non è stato dei migliori, ma c’erano gli amici all’albergo diffuso, c’erano gli amici parcheggiati in camper di fianco a noi e c’erano le montagne e la neve. Abbiamo giocato a Risiko (e anche Frollina è diventata una grande stratega) e passato molto tempo a goderci le persone, quelle nuove e quelle a cui vogliamo bene ma vediamo tanto poco.

Conclusioni

Sono stati 10 giorni davvero intensi: la vita da camper è talmente diversa dalla vita in casa o in albergo che il cervello stacca totalmente. Credo di essermi connessa a Internet 2 sole volte, ho abbandonato progetti, lavoro, pensieri doveristici e mi sono concentrata su quello che vedevo e sul senso di libertà che offre la vita in plenair. Quando e come vuoi, ti puoi spostare.

E una disavventura è soprattutto un’avventura (quando tutto fila liscio).

E così ci siamo scoperti pieni di entusiasmo per questo viaggio, per questo nostro nuovo modo di fare vacanza e ci siamo anche legati tantissimo: avevamo bisogno di passare un po’ di tempo noi tre e in camper non soffri certo di solitudine!

Informazioni utili per camperisti alle prime armi

  • 2 bombole piccole di gas sono meglio di 1: quando finisce la prima sai che puoi attaccare la seconda e hai sempre il polso della situazione, evitando il rischio di rimanere al freddo in pieno inverno.
  • Prima di partire controllare sempre quando e dove sono le piazzole di carico e scarico (acqua, wc) sul tuo percorso in modo da non rimanere a secco (o pieno) prima di arrivare
  • Se si decide di andare in montagna, portare con se anche una pala: se nevica, gli spazzaneve non arrivano nei parcheggi e senza la pala ci si impantana.
  • Non portare troppa roba da vestire: meglio un buon equipaggiamento per il freddo che una montagna di vestiti inutili.
  • Il navigatore, specialmente all’estero è preziosissimo: non sottovalutarne l’importanza e accoppialo sempre con una cara e vecchia cartina.
  • Quando si esce dai confini nazionali, sempre meglio fare una piccola assicurazione (a tempo) che copra il territorio europeo. Ci hanno consigliato Europ Assistance, ma probabilmente ce ne sono anche altre, ad hoc per camper. Se l’avessimo avuta, avremmo risparmiato un sacco di eurini!
  • Non è necessario sostare sempre in campeggio: ci sono un sacco di aree attrezzate e molto sicure in giro per l’Italia e l’Europa e il bello del camper è proprio cercare di non rompere i maroni a nessuno, non inquinare più del gasolio che si macina, rispettare il territorio e trovare posti “volanti” dove fermarsi per la notte
  • Ai bambini, in camper, non serve la tv. Molti camperisti hanno antenne satellitari degne della Nasa: ce n’è davvero bisogno? Usare il camper per riprodurre la casa per qualcuno può essere affascinante, noi preferiamo pensare invece che il suo bello stia proprio in quella dose di spartano che consente questo tipo di viaggio.

 

 

 

 

4 commenti
  1. Enrico dice:

    Ho letto con la bocca a mezzo sorriso costante la vostra seconda avventura ‘camperaia’…
    Di gusto … Voglioso di leggere la terza… Invidia per il senso di libertà che avete provato… Un po’ meno per la storia del braccetto rotto.. (I camper usati possono nascondere sfighe ma vuoi mettere la storia che hanno da raccontare…)
    Panza Family number One !!!

    Enrico

  2. Simona Redana dice:

    Mia cara Panz, io ho viaggiato su camper e roulotte per anni durante l’infanzia e l’adolescenza. I miei genitori mi hanno portato quasi in tutta europa e ne ho un ottimo ricordo.
    In versione adulta ho provato a riprendere il camper una sola volta, con Marito. Peccato che alla prima stazione di servizio lui abbia sbagliato buco nel fare benzina, riempiendo il vano dell’acqua anziché il serbatoio. Una tragedia. Tornati a casa la sera stessa.

  3. Panzallaria dice:

    @SimonaRedana: sono morta dal ridere!!! comunque mi sa che le piccole disavventure sono un po’ all’ordine del giorno 😉 noi abbiamo deciso di prenderla con filosofia, anche perché abbiamo preso un camper non troppo nuovo apposta per tararci. Io – campeggiatrice come te da una vita – un po’ temevo per Tino (che invece è alla prima esperienza), ma devo dire che gli è piaciuto e che anzi, è un modo di fare vacanza che se ti ispira, ti lega molto.

  4. Silvia dice:

    Bellissimo resoconto e per fortuna tutto s’è risolto. Noi abbiamo perso la marmitta nella bergamasca, fai te… 😛

    Se ti va, passa da noi!
    A presto.

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