Vicini rognosi
Il commento di Maju, che probabilmente mi conosce ma io non ho riconosciuto, ma che ringrazio per l’ispirazione, mi ha fatto venire in mente che non vi ho ancora raccontato dei miei vicini di casa.
Tino ed io abitiamo in una palazzina anni ’40 con 3 portoni e che affaccia su un cortile interno, circondato da altri 2 palazzi. Non so se avete presente “La finestra sul cortile” di Hitckoch – che tra l’altro è uno dei miei film preferiti – ma più o meno la situazione è quella.
Di sera, quando le case si illuminano di luci, puoi immaginarti la vita che scorre dentro e se poco-poco c’hai l’anima della zdaura (non io, ci mancherebbe! ;-)), col tempo impari dei pezzettini di vita di chi ti sta intorno.
Dei vicini del mio portone proprio non posso lamentarmi: tutte brave persone (che sembra la dichiarazione lasciata al poliziotto di turno dopo la sparatoria al piano di sopra!) e con alcuni abbiamo legato anche parecchio.
Accanto a noi abita una famiglia moldava veramente in gamba con cui passiamo dell’ottimo tempo e sto imparando un sacco di cose che non conoscevo su abitudini e cultura moldava – come per esempio che la Moldavia è una repubblica dell’ex Unione Sovietica – che se era per le mie competenze, avrei detto fosse il fiume che attraversa Praga ;-).
Di sopra abitano 2 ragazzi che hanno una bimba di 5 anni, che a parte giocare -almeno a stare dai rumori – con carrarmati veri -probabilmente dismessi dall’Albania – è un’angelo, e ci lasciano davvero fare quel che vogliamo.
Nel palazzo, come in tutti quelli che si rispettino, ci sono alcune immancabili componenti faunistico-cittadine:
Numero uno di zitella acida che urla ogni foglia spostata;
Numero uno di ficcanaso da competizione. Su questo personaggio vale la pena soffermarsi qualche minuto perché credo sia un vanto del nostro numero civico e abbia probabilmente ricevuto una medaglia dal consiglio di quartiere per il numero di volte (pare da guinness dei Primati) che l’ha data via a tutti quelli che abitano in zona quando era giovane (adesso avra circa 70 anni).
La ficcanaso da competizione in questione, annovera il maggior numero di cliches tipici del suo istituzional ruolo:
a) cane barboncino cotonato e provvisto di fiocchetti per ogni occasione;
b) capello biondo platino sempre ornato di bigodini rosa, che se togli quelli viene via anche la parrucca;
c) vestaglia e babbucce con il pelo sopra, che sono la sua “divisa” anche per scendere in cortile a pisciare il cane;
d) trucco pesantissimo su pelle cotta da abuso di creme abbronzanti e lampade solari, tanto che forse mi sbaglio e in realtà – di anni- ne ha 20…
e) lingua biforcuta e occhio lungo.
Io l’ho soprannominata Magda, perché come l’amica di Camerum Diaz in “Tutti pazzi per Mery” ha un rapporto malato con il cane del quale sostiene di conoscere i pensieri e di comprendere quando si emoziona o chi gli piace o meno, perché essendo un cane intelligente riesce a captare se uno ha fatto cattiverie verso gli animali anche in vite precedenti.
La Magda VIVE e RESPIRA la vita del palazzo, si ciba con le nostre paure e con le storie di chi le vive accanto.
La Magda si è autopromossa controllora della spazzatura del palazzo e se qualche ignobile abitante di un’altra via tenta di utilizzare il nostro bidone per il differenziato, la Magda salta fuori dalla finestra e con occhio felino ed agile mossa salta al collo del malcapitato, costretto a ingerire tutto il suo organico e a sminuzzare a denti le bottiglie che pensava – ingenuo- di gettare nel NOSTRO bidone!!!
La Magda vigila su cani, gatti, uccellini e esseri umani, facendoci stare mooolto più tranquilli.
Si allaga una cantina? La Magda è pronta a indagare sulle cause intrinseche di tale disastro e riesce SEMPRE a trovare un colpevole, dovesse anche risalire a una generazione prima!!!.
La Magda conserva in casa un marito probabilmente ibernato, che nessuno ha mai visto, tanto che a volte mi chiedo se non si tratti di un bel sdoppiamento di personalità alla Psyco: si sentono solo e spesso, le urla del poveretto che si sciroppa l’odio della Magda amorosa unicamente con chi sta a quattro zampe!.
Ma la Magda, come dire, fa ormai parte dell’orizzonte culturale del palazzo, e tranne quando sono di fretta, mi diverto anche ad ascoltare qualcuna delle sue storie di quando era gnocca, tutti la volevano ma lei era mooolto esigente!.
Quelli che davvero mi preoccupano sono i “vicini rognosi” di fronte. Un giorno di questi vedrete il mio faccione sul “Resto del Carlino” e leggerete un’intervista a Panzallaria che dirà: “erano così brave persone, chi l’avrebbe mai sospettato, il mondo è proprio in rovina se non si sta più tranquilli nemmeno in un quartiere della prima periferia!”. Tanto è questo che la gente vuole leggere.
Questa “tranquilla” famigliola di ex gelatai (probabilmente usavano il loro stesso sangue per fare la granatina!) ora che ha venduto la gelateria è sempre a casa. Il marito sembra un anziano Braccio di Ferro alto un metro e una caccola, la moglie si fa prima a girarla anzi che saltarla (e lo dice una che non scherza!) e il figlio sembra un ercolino maraglio teppista di periferia: troppo cresciuto per fare l’ercolino, troppo Maraglio per essere un maraglio e troppo teppista per vivere in periferia!!!.
Il maraglio in questione poteva di certo andare a lavorare come tenore
al comunale, perché quando si infervora lo sentono anche da sotto le 2 torri e purtroppo si infervora spesso.
La cara mamma la chiama affettuosamente “lingua schifosa” e il tenero paparino “brutto impotente di m..”. Per fortuna dalla sua finestra sventola la bandiera della Pace, perché se no crederei che combina anche sacrifici umani.
Quando si arrabbia non è il caso di guardare la televisione perché tanto non si sentirebbe niente ed è meglio stargli alla larga perché si rischia grosso. Una volta ha sputato in testa ad una sua vicina che aveva portato a passeggio il cane e non ne aveva raccolto gli escrementi…(devo dire che-sputo a parte- una lezione le ci voleva!).
Quando comincia a prendersela con i suoi genitori il repertorio è sempre lo stesso: prima parla solo un po’ più concitatamente, poi comincia proprio ad urlare parolacce di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza, poi passa al lancio di piatto (o altro).
A parte l’aneddoto, devo dire che più di una volta sono stata tentata di chiamare qualcuno, ma è sempre difficile capire dove finisce la normalità e inizia il “è giusto che mi faccia i cazzi loro”!.
Io, che ho una fervida immaginazione, avevo anche pensato di fare come nel sopracitato film di Hitcock e indagare su questa strana famiglia, controllando, prima di tutto se qualcuno se ne usciva con qualche valigia sospetta.
I momenti di maggiore pathos sono sempre quelli delle notti d’estate. In particolare a luglio abbiamo assistito ad una scena che ci ha fatto molto tremare.
La balena madre ( o lingua schifosa che dir si voglia) verso le 2.45 am ha cominciato a lamentarsi come se si fosse spiaggiata su di un’isola in secca: produceva tali lamenti che sembrava la sirena dei vigili del fuoco.
Tino ed io, allertati dal lamento della sirena di odissaica memoria, ci siamo svegliati dal sonno e siamo accorsi in terrazzo.
La scena atroce che ci si è presentata sembrava davvero degna delle ricostruzioni di Augias e di “Chi l’ha visto”: un enorme culone nudo si parava davanti a noi in secondo piano e di schiena gli si avvicinava il maraglio, brandendo in mano un oggetto contundente.
“Chiama la polizia!” ho detto a Tino.
“No dai che forse siamo fortunati e si abbattono a vicenda
” mi ha risposto lui.
I secondi successivi sono stati lunghissimi, io mi immaginavo già i Ris di Parma, io che raccontavo la storia del quartiere, la Magda che sguinzagliava il barboncino per cercare tracce sotto le rose… e invece, quando il Maraglio ha infilzato l’enorme culone, e lei ha cominciato a gemere di piacere, ci siamo resi conto che per una volta, la crisi familiare aveva lasciato il posto al quadretto conciliante del figlio premuroso che fa la puntura alla mamma in preda al colpo della strega!!!
E io mi sono vista svanire, in un attimo, il momento di celebrità agognato tutta l’estate aspettando la tragedia!!!!
Maledetti Vicini Rognosi!!!!!!!!!!!!!!!
Quella che si dice un’occasione sprecata: fama e un’orrida famiglia di vicini in meno, il tutto in una volta sola.
Molto divertente questo post (in particolare la parte relativa agli orridi vicini, quella è puro genio), anche se per certi versi terribilmente inquietante. Insomma, io avrei paura a vivere vicino alla famiglia di gelatai dismessi (immagine che, tra l’altro, rievoca un po’ i Luna Park dei film horror… che non sia un caso?)!! Probabilmente perchè i miei unici vicini sono un’adorabile quanto numerosa famiglia di albanesi, buoni come il pane e silenziosi come non mai, tanto che a volte mi sento in colpa quando ascolto i cd nello stereo mente cucino (anche se ascolto i primi Coldplay o Emiliana Torrini).
Posso solo augurarti di ottenere la tragedia (altrui, ovviamente) che tanto aspetti. Nel caso tu assista alla scena, fai tante foto e poi rivendile a prezzo d’oro ai giornalisti, almeno anche noi poveri “distanti” potremo godere delle gioie di un sano massacro famigliare sulla pubblica piazza come si faceva ai vecchi tempi! 😀
pensa, con la fama di alloggi che c’è a Bo se scopri il delitto e ti acvcordi con un’agenzia immobiliare ci puoi anche ricavare qualcosa in più!! Dovresti adare subito a sobillare la lingua schifosa, questi son capaci di andare avanti per anni…
Farò il possibile per documentare l’eventuale fine dei vicini rognosi, ma non ci spero più tanto perché ho saputo che vanno avanti da anni e non si sono ancora soppressi…
😉
come dire: non mi resta che sperare nell’aviaria o che Cofferati, dopo i lavavetri se la prenda con gli ex gelatai! 😉
Peace and love
Aww, che peccato! Io già ti immaginavo sulla pagina di tutti i giornali con la tua shockante narrazione dei fatti. Insomma, un quarto d’ora di fama, che avrebbe avuto il culmine in una serie di ospitate a “Porta A Porta” con Vespa che ha già pronto il plastico del palazzo di hitchcockiana memoria. : )
A dire la verità, con il mio professore ho già avuto modo di sperimentare alcuni malvagissimi trucchi. Una volta io e alcuni miei amici gli abbiamo mandato una lettera da una sua ex-amante (del tutto inventata, ovvio), che ha scatenato le ire della moglie. 😛
Il fatto è che speravo in una catastrofe naturale che riuscisse a toglierlo di torno senza far necessariamente ricadere la colpa su di me, ecco. Il vento soffia forte ancora oggi, quindi io continuo a sperare. 😉