Albero genealogico per via maschile
Oggi sono stata da nonna Fiore con la Frollina.
Dove mi sono incontrata con zia Rifatta e zio Filosofo.
Sono i parenti di mio padre:una famiglia da sempre MOOOLTO strana.
Mia nonna Fiore era maestra; ha cresciuto 4 figli in bilico tra il desiderio di fare la mamma alla siciliana, come le avevano insegnato, e la volontà di valorizzarsi professionalmente.
Di suo ho ereditato il mancinismo e il gusto per l’aneddoto.
Ricordo in particolare alcuni suoi – spassosissimi- racconti di come corteggiava i filarini in gioventù.
Non sapendosi decidere tra due spasimanti, a 17 anni (mentre imperversava la guerra) diede appuntamento ad entrambi, per la stessa ora, davanti al suo ufficio a Firenze:uno lo fece aspettare alla porta principale, l’altro a quella sul retro.
Decise all’ultimo – ad istinto – con chi uscire e quindi chi le piaceva di più.
Frase celebre della nonna, quando mi chiedeva se c’avevo il fidanzato e le dicevo di no era “Bbrava, bbrava. Tu devi fiutare l’aria come un mastino e capire chi è il meglio. Pecchè s’ha da migliorare la razza!”
Lei è sorda e mezza ciecata.
Alla nascita del figlio di zio Filosofo fece una maglia ai ferri con 3 (e sottolineo 3) braccia per il piccino, perché nella foga (e in gara con la sorella) non si accorse di averne fatte già abbastanza.
Stamattina, non ricordandosi che io e zia Rifatta saremmo andate lì, non apriva la porta. Non si era messa l’apparecchio acustico. Ma non solo.
Si è svegliata alle 11.30.
“Ieri sera sono andata a letto alle 2!” è stata la sua giustificazione. L’ho invidiata molto. Anche mia nonna fa le ore più piccole delle mie.
Mia nonna Fiore pare aver fatto la maestra a tutta la città e oltre. Ovunque siamo incontra generazioni di studenti. Baci, abbracci e richiesta di tabelline e coniugazioni di verbi irregolari, al volo.
Mia zia Rifatta era supergnocca fin da giovine.
Quando sono nata c’aveva 14 anni, così sono cresciuta osservandola mentre si truccava e vestiva e come si atteggiava da bella donna.
Nel tempo ha conquistato una bella posizione professionale, divenendo dirigente in una grande azienda.
Si è sposata due volte. La seconda con un Paperon de Paperoni.
Voleva figli, ma la carriera non le ha permesso di incastrare i tempi giusti.
Allora si è rifatta.
Il giorno del suo secondo matrimonio ho notato qualcosa di diverso sul suo volto.
Zio Filosofo mi faceva gesti.
Finalmente ho capito che si riferiva ai gommoni che aveva al posto delle labbra.
Poi, sempre zio Filosofo, ha continuato a farmi gesti: “guarda più in basso…” e ho notato che da tabula rasa, anche il suo petto aveva acquistato un tono e dimensioni più considerevoli.
Zia Rifatta ha subito il fio di essere l’unica femmina in casa di genitori siciliani emigrati al Nord.
Mio nonno si lamentava sempre che “pensava troppo” e che le donne non dovrebbero pensare.
Intanto sua moglie si inventava pomeriggi di riunioni a scuola per poter uscire con le amiche e lui rimaneva a fare il mammo a casa.
Zia Rifatta, oggi, mentre ce ne stavamo attaccate al campanello di mia nonna tentando di svegliarla, mi ha chiesto quali parole sa già dire la Frollina.
Credevo scherzasse.
La frolli c’ha tre mesi…
Poi mi ha anche chiesto se “volevo prendere qualcosa anche alla bambina” nel bar in cui siamo entrate. Ero tentata di ordinarle una birra, ma mi sono trattenuta.
Zia Rifatta sarà anche una brava dirigente, ma si vede che con le occupazioni casalingomuliebri non ci sa molto fare.
Però è gentile e attenta,soprattutto con la Silvia.
Zio Filosofo fa il vigile urbano. Ma non gli piace mica fare le multe. Preferisce occuparsi di filosofia spiccia da bar e da riunionifamiliari.
C’ha tutta una serie di teorie sul mondo e sulla vita. Ha un bimbo di 7 anni e gli piace esportare scienza pedagogica.
Crescere figli, secondo i suoi racconti, sembra un’esperienza più pesante e pazzesca delle campagne di Russia.
Zio Filosofo ha la faccia grande come quella di mio padre, però è meno rancoroso.
Condividono una visione della vita vagamente didascalica. Hanno infatti ereditato da nonna Fiore il gusto per l’insegnamento.
In loro presenza devi stare zitto e muto. E prendere -preferibilmente -nota.
Oggi ho chiesto a zio Filosofo se ci mettiamo d’accordo, che magari una domenica li andiamo a trovare a casa e così saluto il mio piccolo cugino.
“Ahh Panzallaria, mi piacerebbe. Ma devi sapere che avere figli è così impegnativo che noi non abbiamo nemmeno un momento libero! ahhh Panzallaria, non lo so se ce la facciamo…”
Mica per cattiveria eh? E’ proprio che gli piace quel personaggio e se qualcuno scoprisse che anche lui, ogni tanto, cazzeggia, credo ne avrebbe molto a male.
E’ piena di zii la Panzallaria. Ognuno coi suoi tic, le sue personali fisse e problematiche.
A volte, quando guardo alla mia sgaruppata famiglia, mi viene in mente il paese dei Puffi.
Con “grande puffo”, “puffo goloso” “puffetta rifatta” “puffo odioso” e “puffa c’ho la fissa per l’igiene”…
Peccato che nessuno di loro abiti in quelle deliziose casette fatte a forma di fungo,che andrei di certo più spesso ad assolvere ai miei impegni familiari…
ma che spasso sta famiglia!
Panz allora tu veramente mi puoi capire…Un giorno ti parlerò per bene della mia famiglia, e di quella del coniglio che tra tutti e due non ne esce una normale!Ma poi normalità cosa è? Purtroppo ho capito che la famiglia del mulino bianco non esiste…
Lo zie mi ricorda un po’ il mio capufficio, che da quando è nato suo figlio (quasi tre anni fa) non fa che dire quanto è stremato da questa esperienza, che il bambino non dorme tutta la notte e via così. Ieri mi ha persino sostenuto, ricordando il parto di sua moglie, che la vera fatica l’ha fatta lui ad assistere, perché in fondo a lei avevano fatto l’epidurale per cui praticamente non si era accorto di nulla. “Mentre invece, Chiara, un parto naturale – dico: NATURALE! – è veramente un trauma”. Poi se senti sua moglie ti vieneil dubbio che vivano in due case separate e con due figli diversi: a sentire lei il bambino dorme nel suo lettino da quando aveva pochi mesi e comunque quando è sveglio sta sempre appiccicato a lei. Mah.
Che donna, la nonna! ora capisco tante cose! 😉
fantastica questa famigli, per non parlare della nonna poi! mi sa che buon sangue non mente!
panza, m’hai riportato alla mente lontani raduni parentali con assurdità annesse e tanto sole del sud. che mo mi manca non poco. la prima birra alla frolli la voglio comprare io.
aoh, a dispetto di tutto e di tutti giro sempre più spesso dalle tue parti…
Beh, quel “moooolto” in effetti non sembra messo a caso… e io che pensavo che la mia famiglia fosse semi-imbattibile. xD
Cara Panz, come ti capisco! La mia gioventù è stata allietata da un grande stuolo di zii e zie vermente straordinari, E da cugini e cugine belli e altrettanto originali!