La scuola dove andrà mia figlia: di elementari
Le elementari. Ho dovuto metabolizzare prima di avere voglia di scriverne, perché – diciamo la verità – l’incontro con la scuola dell’obbligo (per il momento solo in fase di iscrizione) è stato per noi e i nostri amici come prendere una sportellata in faccia.
Allora, alla fine abbiamo iscritto nostra figlia nella scuola A, fuori circolo ma a 1 chilometro da casa nostra. Tanto verde, un programma interessante e insegnanti appassionati. Lo abbiamo fatto convinti dalle rassicurazioni pubbliche di alcune figure istituzionali del circolo di quartiere: “Se non vi prendono, sarete inseriti nuovamente nella graduatoria del circolo, come se nulla fosse”.
La frollina e i suoi amici, al primo colpo non sono stati presi.
Nessuno poteva sospettarlo evidentemente (tranne noi altri, che ci eravamo già passati con la materna), ma pare che nel 2006 in quartiere si sia fornicato in gran quantità e che ci siano bambini di 5/6 anni che escono da tutti i buchi.
La notizia ha gettato nel panico tutte le scuole che si sono trovate a fare i conti con gli ESUBERI. Naturalmente noi bamboccioni fiduciosi, che avevamo creduto alle parole dette, siamo stati PENALIZZATI. In base a un regolamento di circolo che più ambiguo non si può, ci è stata immediatamente fatta la promessa che saremmo stati cacciati in fondo alla graduatoria, finendo, di fatto, solo prima dei fuori stradario e degli anticipatari.
Scuola sotto casa adios.
La scuola A ha fatto un sorteggione per recuperare 11 su 15 bambini. Un sorteggione pubblico, con tanto di Dea bendata, impersonata – per l’occasione – da un genitore.
Frollina, come forse qualcuno ricorda, ci ha il suo numero magico che è il 3 (compare in tutti i numeri della sua nascita e noi vogliamo crederci) e quando Tino, che insieme agli altri papà era al sorteggione, lo ha saputo, ha pensato “E’ fatta!”.
E in effetti abbiamo avuto culo: è stata estratta per seconda vincendo un posto nella scuola che avevamo scelto.
Anche uno dei due amichetti di Frollina ce l’ha fatta. Per l’altro è iniziato il calvario. Non lo racconto perché non è il caso, ma alla sportellata, alle risatine sardoniche di chi dovrebbe aiutarti ma non lo fa e a tutto il resto, si è aggiunta la beffa, il danno e anche una schiacciatina di maroni in quello stesso portello.
Sono finiti nella scuola a Inculandia (per giunta in centro, grande gag considerando che abitano accanto a 2 scuole in mezzo al parco).
Pianti, ansie, notti insonni, rabbia hanno sancito l’entrata nel mondo della meravigliosa e magica riforma Gelmini condita con qualche incapacità empatica nostrana.
Ora noi siamo quelli della scuola…
Si perché dovete sapere che intorno alla scuola che frequenterà frollina girano alcuni stereotipi che tutte le volte che mi chiedono dove andrà alle elementari, mi diverto un sacco a guardare le facce e sentire i commenti.
- La scuola dove non si studia e si fa solo il pane e l’orto
- La scuola dei comunisti
- La scuola dei fighetti
- La scuola dei fighetti comunisti
- La scuola degli artisti
- La scuola dei ricchi
- La scuola che non si impara una sega e poi arrivi alle Medie disadattato perché hai passato 5 anni a salire sugli alberi
- La scuola dei radical chic
- La scuola degli atei
- La scuola dove le maestre fanno politica
Se il passaggio Nido-Materna mi era stato traumatico, credo che probabilmente con questo ci ricoverano tutti quanti. Mamma Panz ansiosa di sicuro 😉
Anche io guardo le facce e ascolto commenti non tanto diversi ma i miei bimbi cresconosereni sicuri di se solidali creativi e non competitivi e con senso critico e passione del sapere percio va bene cosi!
Ho letto la lista con ansia e la mano che fremeva di aggungere “la scuola dei radical chic”, ma mi hai fregato!
Guarda, a leggere così sembra un piccolo angolo di paradiso, robe che alla scuola statale non si vedono più (una volta pane, fotografia, teatro, pittura si facevano di default).
In bocca al lupo a Silvia (inizia anche Niccolò in settembre).
Massi, che facciano orto, pane e politica, almeno imparano tre mestieri. Che di questi tempi, dimmi tu cosa cavolo imparano a scuola se non le frustrazioni di chi gli dovrebbe insegnare.
Evvai Panz, anche se mi dispiace assai per l’ amichetto.
Mi fai venire l’ansia già adesso! (Topastro inizierà la scuola a settembre 2013)
Però sono contenta di aver letto questo tuo post, così con calma mi informerò sulle scuole della nostra zona e se le regole sono le stesse che hai spiegato. Tra l’altro non le trovo molto giuste… Visto che son qua ti chiedo pure di incrociare le dita per noi: a fine mese sapremo se il Topastro è stato accettato alla scuola infanzia comunale per l’ultimo anno prima della scuola primaria!
Se voglio che mia figlia vada a una scuola cattolica la mando alle private.
Se fare il pane, salire sugli alberi e compagnia cantante fosse da disadattati tutti i bimbi delle scuole montessoriane lo sarebbero.
E per il resto fanculo a chi ne sa sempre di più!
@Mammachetesta hai riassunto mirabilmente il mio punto di vista, specie con l’ultima affermazione:-) Noi siamo contenti della scelta, è una scuola come forse ce n’erano negli anni 70, dove tempo pieno significa passare più tempo fuori e dove si esce a giocare con qualsiasi condizione metereologica e chi non fa religione fa “filosofia per bambini” perché pensano che non debba essere per forza penalizzato per questo ma anzi fare attività bella. Poi magari avremo mille problemi anche noi e tutto è un’alchimia talmente particolare che non si puó dire, peró fanculo alle caselline per forza!
grazie perchè come sempre mi strappi un sorriso anche quando ancora io non riuscivo!!!!!
però hai dimenticato un punto: – la scuola che addestra rivoluzionari! eh sì….è l’UNICA (!) che ha protestato contro la Gelmini!!!!!!!!!
mamma mia!!!! ti abbraccio
@lucy: mi suggeriscono anche “la scuola che fa diventare i bambini ipercinetici”
Assoluta solidarietà,Panz, praticamente analoga trafila, stessa scelta alla fine, commenti uguali uguali. Disadattata poi in effetti lo sono anch’io che ho frequentato una scuola più o meno così in tempi non sospetti ma altro che radical chic : i miei compagni che abitavano nella zona limitrofa avevano il bagno sul ballatoio, poi c’erano i bambini variamente disgraziati provenienti da tutta la città che venivano equamente distribuiti nelle classi. un ‘intera sezione era dedicata a ragazzini con handicap grave e avevano un programma dedicato. io facevo parte della schiera dei bambini cagionevoli di salute, ero sottopeso e dovevo stare all’aria aperta. avevamo il teatrino, la fattoria con gli animali e ovviamente l’orto, in primavera uscivamo con i banchi e studiavamo scienze nel parco .. la scuola mi è sempre rimasta nel cuore quindi in famiglia un disadattato in più o uno in meno nemmeno si nota 🙂 il commento: ma a me che mi frega che ci abbia l’orto, l’importante è che le maestre siano brave.
Ciao cara, in alcuni punti hai riassunto quello che dicono i miei zii di quella scuola -in cui mia cuginetta ha fatto le elementari-:
-la scuola che non si impara una sega e poi arrivi alle Medie disadattato perché hai passato 5 anni a salire sugli alberi
-La scuola dove non si studia (dove non si studia e basta, del pane e dell’orto non ne hanno mai parlato)
D’altronde i miei zii non hanno parlato in maniera poi tanto dissimile nemmeno delle medie, anche se erano in mezzo al cemento.
Ora mia cugina è una meravigliosa 14enne, va al Minghetti e ha tutti 8. Baci
sono tanti gli anni che mi separano dalla prima elementare di mio figlio, lo sai. ma non ho scordato neanche per un attimo la sensazione di presa per il culo e l’inadeguatezza per noi che, zitti, ci siam fatti manovrare dalle maestre. Fai tutto quelllo che puoi per rendere facili questi anni a silvia. non tornano più e se è una scuola per fighetti, fancazzisti e cumunisti…meglio ancora.
I miei figli (ora 36 e 35 anni) sono andati in una scuola così… All’epoca era “la scuola dei brigatisti”, dove non si studiava, non si usava il grembiule, si andava in giro per le strade del quartiere a tracciare le cartine geografiche, si giocava, si faceva l’orto…insomma non era SCUOLA! Noi genitori siamo stati capaci di fare un sit-in davanti al provveditorato e far sdoppiare una classe per accogliere un bambino disabile (quando i disabili si tenevano chiusi in casa!) Ora i miei figli sono delle splendide persone e genitori fantastici!. Rifarei tutto uguale uguale!
@Elena: ma grazie, che bellissima testimonianza 🙂 io ho 38 anni e ho coetanei che hanno fatto la scuola dove andrà mia figlia e tutti
Dicono che è stata un’esperienza speciale che li ha resi persone più sicure e aperte al mondo. Spero sarà così anche per la mia bimba!
Io alla scuola dove andrà la Silvietta non facevo il pane, ma i pasticcini con il fango, perchè anche se aveva appena piovuto il mitico maestro Carlo Orsi ci faceva uscire e passare ore e ore all’aria aperta… e a settembre si pestava l’uva con i piedi in grossi tini per insegnarci come si faceva il vino.
In classe, sempre il maestro a cui devo il mio amore per i libri, ci faceva giocare a scacchi, oltre a scrivere temi infiniti su tutto quello che raccoglievamo tra i cespugli di quello spazio verde, che a me sembrava immenso e che oggi sfugge un pò alla memoria. Ho un unico ricordo doloroso: quello di aver dovuto terminare la quinta elementare fuori città dove mi ero trasferita.
Quindi, viva il pane e viva l’orto. In bocca al lupo.
eh, il trasferimento è stato doloroso anche per me, anche se non andavo alla scuola del pane. Però poi ci siamo conosciute e abbiamo passato momenti belli anche tra i greppi, no Fede? 😉 grazie per aver lasciato la tua testimonianza.
A me hanno sempre parlato molto bene della scuola che frequenterà la tua bimba (se ho capito quale ma non è che a Bologna ce ne siano poi così tante che corrispondono alla descrizione!), ma forse perché a parlarmene erano dei comunisti atei fancazzisti e radical chic? Tutte ottime persone peraltro! :-DDD
Io a Rimini ho frequentato il Ceis, all’epoca unica scuola privata laica e molto di sinistra in Italia. Criticatissima da tutti quelli che rimanevano esclusi!!!! Cucinavo, facevo cesti con il vimini, lavoravo la creta e l’argilla, ballavo e danzavo, facevo teatro, leggevo moltissimo, facevo passeggiate fuori con ogni tempo: non mi ammalavo mai, ero sempre felice, e chiamavo la mia maestra Mamma. Alle medie ho vissuto di rendita tre anni con voti altissimi e al liceo ho fatto il minimo sindacale godendomi la scuola senza spaccarmi la testa!
Beata la Frollina, sarà felice, vedrai!
Un in bocca al lupo, l’inizio delle elementari di Pietro per me è stato un vero choc, mi sto riprendendo adesso (Pietro andrà in quarta) e sono in psicoanalisi da ottobre! 🙂