Crescentine, partite di pallone, tafferugli e regali di compleanno

Ma voi lo sentite l’autunno? A casa Panzallaria, Tino ed io siamo fiacchissimi. Al limite del rincoglionimento. Frollina si sveglia alla mattina, molto presto. Orari improbabili. “Mamma giochi con me?” è la prima frase che le esce. Il mio cervello ci mette almeno 15 minuti a riattivarsi e nel frattempo mi rimane solo la lallazione, come se avessi circa 6 mesi.

Grugnisco, ringhio, mi trascino, ciabattando fino al bagno e poi al caffè. Lei mi insegue saltellando, con in mano una barbie (la più brutta) per me, che devo fare la strega cattiva o il maschio. I maschi delle barbie di frollina sono le barbie con problemi motori, senza braccia, senza testa o con i capelli tagliati (dalla sottoscritta).

A volte temo di esagerare con le mie omelie femministe, non vorrei che sortissero un effetto che non è esattamente quello che voglio 😉

Nel fine settimana siamo stati a un compleanno di una campagna di classe. Quest’anno abbiamo deciso alcune misure “anticrisi” da condividere con gli amici della classe: i regali di compleanno si acquisteranno in comunità. Ogni famiglia mette una cifra fissa (5 euro) e poi si compra un unico regalo per il bambino in questione, una cosa bella, grande ma unica.

Abbiamo iniziato sabato. La Lu’-nga con il suo bambino, Tino, Frollina ed io, siamo andati al negozio di giochi naturali e in legno e abbiamo preso un sacco di robe belle. Io avrei rubato la casa a tre piani in legno e tutto il mobilio, devo essere sincera.

Dopo aver passato una buona oretta a studiare, pensare e decidere, ci siamo premiati con un gelato enorme e buonissimo. I bambini erano super attivi, noi in stato narcolettico. Poi ci siamo divisi: Tino si è trascinato a casa, noi siamo stati al parco a farci mangiare dalle ultime zanzare.  Quella di fare la scorta di sangue per l’inverno non era proprio la mia finalità, ma ai due marmocchi non ha fatto ne’ caldo ne’ freddo.

Dato che nel quartiere c’era una sagra di parrocchia dove facevano le crescentine e dato che noi avevamo voglia di crescentine e c’erano anche i gonfiabili ed eravamo tutti in bicicletta e nessuno aveva voglia di tornare a casa, alla sera ci siamo trovati tutti in balotta (eravamo 3 famiglie) a mangiare sui tavoloni di legno.

Io che sono pesa ci ho pensato prima di decidermi. I miei soldi sarebbero andati alla parrocchia e voi sapete che sono anticlericale un bel po’ e che non penso che la chiesa abbia bisogno anche dei nostri soldi (dopo tutti quelli che le arrivano dallo Stato), però poi le persone che organizzavano erano così carine e disponibili che ho deciso che con la coerenza a tutti i costi mi ci spazzo poi anche il culo e che delle volte bisogna anche andare un po’ oltre.

E poi avevo voglia di crescentine 😉

Insomma. Mentre eravamo alla sagra è uscita la gente dalla partita di pallone. Noi abitiamo nei pressi dello stadio e quando c’è la maledetta partita di pallone sembra di vivere nella striscia di Gaza. Il quartiere si militarizza, spunta polizia ovunque e c’è uno stato di tensione permanente a cui noi, ormai, siamo tristemente abituati ma che aumenta l’intolleranza nei confronti del gioco del calcio.

Sono anticlericale, odio il calcio e non sono coerente: questa è la realtà.

Mentre i cinni si rincorrevano, ci pregavano di portarli sui gonfiabili e giocavano a farsi le pernacchie maschi contro femmine, i tifosi uscivano dalla partita di pallone Bologna – Inter e qualcuno, a pochi metri da noi, faceva scoppiare qualcosa di simile a un petardo ma certamente – nel linguaggio simbolico dei tifosi – molto più offensivo.

I poliziotti si sono messi tutti il casco e hanno tirato fuori i manganelli. La gente ha cominciato ad accalcarsi in strada e nel frattempo, nell’oasi verde del parco antistante la parrocchia, un discreto numero di bambini e famiglie continuavano imperterriti a mangiare e bere, ridere e andare sui gonfiabili.

Una scena surreale.

I volontari del ristorante della sagra passavano sorridenti per chiedere se era tutto a posto, se volevamo il dolce e dietro, sullo sfondo, comparivano i caschetti blu dei poliziotti e la gente faceva capannella e se le dava di santa ragione.

Il Musicista che è una persona “per nulla” ansiosa saltava come un grillo, contribuendo a rendere tutto più surreale. “Bisogna scappare, non possiamo stare qui con i bimbi!” continuava a ripetere. Io mi guardavo intorno e nel nostro angolo cattolico sembrava davvero tutto così tranquillo…e quelle crescentine erano così buone!

Non era l’unico, il nostro amico, ad avere l’ansia: ad un certo punto è arrivato correndo un signore urlando “Portate via i bambini!!!!!!!!” mentre già, dietro di lui, la situazione sembrava largamente rientrata. Nel suo sprint salvifico il tipo ha travolto anche due vecchiette che si sono lamentate molto:

“Mo’ soppa, questa qui non è nemmeno la mia parrocchia!! Se lo sapevo me ne stavo a casa! Io vado a messa a San Paolo Ravone, mica qui!” diceva la più arzilla e l’altra assentiva con la testa, mentre continuava a guardare, attenta, la situazione. Quasi affascinata dalle spinte virili dei tifosi del calcio.

Per un attimo, durante i momenti più concitati, ho cercato di progettare una possibile fuga con la frollina e gli altri marmocchi. Alla peggio ci rifugiamo in chiesa, ho pensato. E mi sono vista la scena di Gesù che – vendendomi entrare – scende dalla croce, se la prende in spalla e esce lui, non dopo aver fatto ribollire l’acqua santa e tremare i pavimenti.

Ieri, come dicevo, siamo stati a questa festa di bambini. Eravamo molto orgogliosi del nostro regalone-one e Tino ha anche preparato un bellissimo biglietto.

Al momento di uscire però

la tragedia.

“Ok Tino, prendi il regalo e andiamo!”

“Il regalo? Ma non ho io il regalo!”

Il giorno prima, dopo il gelato, Tino avrebbe dovuto portare a casa le buste mentre noi andavamo al parco a fare il prelievo di sangue. Aveva fatto anche si con la testa, sembrava sveglio mentre ne parlavamo. Lui invece non ricorda più nulla. Un buco nero nella memoria.

E i regali abbandonati al loro destino in gelateria.

L’autunno ci sta fiaccando. Tutte le nostre energie sono state risucchiate dal mostro dei neuroni, quello che apre le finestre del cervello e fa entrare aria al posto di materia grigia. Il non marito si è fiondato in gelateria, nella speranza che – 24 ore dopo –  i nostri regali fossero ancora lì. Io avevo già preparato le carte del non divorzio. Per fortuna che i regali c’erano ancora, se no l’avrei costretto a firmare.

Forse il Dio dei cattolici mi ha voluto punire per la mia arroganza e per la golosità di crescentine!

11 commenti
  1. Titti dice:

    l’angolo cattolico…. bellissimo

    da ex catechista e ora neo anticlericale nonviolenta penso che le crescentine in sagra siano assolutamente evangelizzatrici 😀

    (circa l’autunno, i neuroni cadono come foglie anche da queste parti)

  2. Paola dice:

    Ma allora li vuoi i maschi delle Barbie. gli Action Men? sono ancora qui, mi serve solo il tuo indirizzo! Sono tre, Pino Gino e Rino, anche se uno ha la calotta cranica mangiucchiata dal cane.
    fammi sapere, io li cedo volentieri!
    saluti,
    Paola

  3. Panzallaria dice:

    @Paola: ti ho appena mandato una mail! ti chiedo davvero scusa, pensavo di averlo fatto quest’estate ma mi sa che allora ero rincojonita causa estate 😉 (ogni stagione c’ha il suo imbananamento)

    si che li voglio, certo, certo! magari evito che frollina si trasformi in Milena Bobbit prima del tempo 😉

  4. Panzallaria dice:

    @mammachetesta: come sei carina 😉 comunque devo dire che tutte le persone che ho conosciuto a quella sagra erano simpatiche e carine, forse ho anche una marea di pregiudizi, mentre nel locale probabilmente le parrocchie hanno un ruolo fondamentale, specie in questo momento storico.

  5. Panzallaria dice:

    @Destinazioneestero: a tutti i bambini arrivava una overdose di regali (che poi davano per scontati) e per esempio mia figlia che è nata una settimana prima di natale, veniva sommersa della ogni. Poi così si spende meno tutti (che oggi come oggi non è da sottovalutare) e si ha maggior cura a prendere un bel regalo simbolico da parte dei compagni.

  6. Mammamsterdam dice:

    Ed è un regalo GRANDE che sennò se lo devono spupazzare tutto le tasche dei genitori mentre gli stessi spalano caterve di stronzatine mignon e seccanti da tutti gli angoli della casa.

    Poi le crescentine, simbolicamente quasi delle ostie, affratellano, inutile.

    I tifosi la devono smettere di fare danni che paghiamo noi con le nostre tasse, quei poliziotti lì non preferirebbero dirigere il traffico davanti le scuole o rendersi diversamente utili alla gente perbene? Le spese le paghino le società sportive, che tanto hanno sempre dei bilanci misteriori in rosso e fondi neri, tanto vale si faccia un arcobaleno. Augh ho detto e tu tra una crescentina e l’ altra organizzati per venire all’ Aquila 22 e 23 settembre, pliiizz. Che un weekend fuori fa bene.

    (OK, grazie per avermi detto che è l’ autunno, cominicavo a preoccuparmi per me).

  7. Mamma Imperfetta dice:

    Io però devo dire che, tra tutto, la vera immagine surreale è questa: “I maschi delle barbie di frollina sono le barbie con problemi motori, senza braccia, senza testa o con i capelli tagliati (dalla sottoscritta).”
    😀

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