Faccia il favore?!!! Ma faccia da culo a lei!
Questa pubblicità me l’ero persa per strada perché ero in vacanza. Quando l’ho vista mi sono scese le braccia. Ormai le donne sono mostrate solo come culi e la personalità di ognuna si esprime dalla mutanda che indossa (stando a questo assioma io dovrei certamente fare un serio lavoro di terapia).
Un’immagine al passo con i tempi? Chi si sente pienamente rappresentata alzi la mano.
Tutte le altre possono leggere l’ottimo articolo di Annamaria Testa – che in quanto pubblicitaria decostruisce analiticamente – e di Comunicazione di genere che come sempre è sul pezzo (di carne).
Per chi fosse interessato alla decostruzione delle pubblicità (lavoro interessante sul messaggio inteso come significante e significato) c’è anche il sito Spotanatomy che ne parla
E oggi le Se non ora quando hanno messo on line un video ironico che sbertuccia proprio questa pubblicità.
Chissà cosa diranno i creativi della Nuvenia e in che modo tenteranno di attaccarsi al concetto di ironia.
A noi, se vogliamo, resta solo di segnalare allo IAP attraverso il modulo di contatto e non acquistare prodotti Nuvenia fino a quando l’immagine offerta delle donne non sarà più coerente con la molteplicità di noi.
Bei tempi quelli del paracadute…
Grazie della segnalazione. Bell’articolo, bello quello di Annamaria testa e soprattutto che bello leggere i commenti dei professionisti uomini (tranne uno, che sicuramente ha apprezzato la pubblicità nuvenia e non certo perché usa gli assorbenti!)
Ti ringrazio anch’io ho fatto vedere il video anche alle ragazze e interessante l’articolo di a. testa. Brava!
Pure io l’ho segnalata questa pubblicità, non ho parole (ed è finita pure su IxR)! http://vitadastreghe.blogspot.com/2011/07/condannate-ad-essere-sexy.html
Scusate ragazze, io quel perizoma non riesco proprio a trovarlo in giro, ma la marca giovedì dalle vostre parti si trova?
Ai primi di settembre il gruppo di uomini e donne contro la pubblicità sessista che ho fondato su FB invierà allo IAP una mail collettiva per richiedere un incontro pubblico di discussione sul fenomeno. Non è infatti la rara censura di uno spot su migliaia scaturenti dalla stessa mentalità a cambiare la situazione. Il boicottaggio, per quanto utile, scalfisce appena i profitti di queste grandi aziende. Invito tutti ad iscriversi al gruppo e ad aggiungere il proprio nome alla lettera all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, che trovate su:
http://www.facebook.com/home.php?sk=group#!/home.php?sk=group_139046259478883&ap=1