Un post come la settimana enigmistica sulla FETA AL FORNO
Che bel fine settimana resistente e pieno! E’ arrivata la zia S. da Milano e abbiamo fatto tantissime cose. Frollina era in grandissimo spolvero e anche noi avevamo molta voglia di rilassarci.
Ieri siamo stati a Ca’ de Mandorli con il banchetto di Donne Pensanti. Alice di Associazione Hecate faceva un monologo su Irma Bandiera, donne e resistenza, resistenza e donne. Abbiamo passato un pomeriggio pieno, con gli amici, ho incontrato davvero un mucchio di persone. La Frollina ha ballato Bella ciao, salendo sul palco durante il concerto del musicista che precedeva Alice. Ho rivisto vecchi amici e sono stata felice di passare del tempo con i nuovi.
Domenica ho cucinato io.
Ed è di questo in realtà che volevo raccontare. Perché sto pensando SERIAMENTE di trasformarmi in una food blogger (tremate genti, tremate!).
Mentre Tino e la Frollina erano dai nonni, con la zia S. ci siamo fatte un bel giro e poi abbiamo cominciato a “spentolare”.
Ti preparo una cosuccia sfiziosa che ho assaggiato al Greco la settimana scorsa!
Ho detto io con grande convinzione, felice di poter stupire la mia amica a pranzo.
E mi sono apprestata a preparare la Feta al Forno: ricetta semplicissima, come scrivono su Cookaround.
Mi mancava il cappello da cuoco e una profonda scollatura per sentirmi realizzata quanto la Clerici nei suoi Studi televisivi. Ero felice. Ero contenta. L’avrei stupita la mia amichetta, ohhh se la avrei stupita!
Ho tirato fuori formaggio, olive e pomodorini. Ho adagiato il tutto in un piatto di olio e origano calabro (arriva direttamente dal giardino di un’amica compiacente).
Mentre procedevo, proprio come i cuochi esperti, facevo commenti, davo consigli, titillavo le papille gustative di zia S.
Lei intanto mi faceva da “collaboratrice”, l’avevo relegata al ruolo della stagista e stava pulendo puntarelle che avremmo mangiato senza pasta d’acciughe e aglio.
Ho infilato la mia prelibata ricettina in forno, ho sistemato e preparato la nostra laica tavola pasquale.
Nel frattempo Tino e Frollina sono tornati. Dopo qualche minuto il forno ha cominciato a emettere uno strano odore.
Ho aperto per vedere cosa stesse succedendo.
Forse è colato un po’ d’olio sul ripiano basso…ha pensato la Clerici che si era impossessata di me.
Ho richiuso e sono tornata a chiacchierare – amabilmente – con l’amica e i familiari.
Dopo altri 10 minuti l’odore è aumentato. E’ iniziato a uscire anche del fumo. Sono tornata in cucina. Ho riaperto il forno – quel birbantello! – e mi pareva che tutto andasse bene.
Non lo posso certo pulire ora che scotta, ci subiremo un po’ di fumo e ci penso dopo mangiato ho ri-pensato con il mio cervello in eruzione attiva.
5 minuti dopo l’appartamento era avvolto da un pesante strato di fitta nebbia, collosa e puzzolente.
Lo spirito culinario di Tino si è risvegliato e con polso, ha preso il sopravvento l’animo pratico del non marito che ha aperto il forno, estratto la prelibata pietanza e controllato che non ci fosse nulla, in suddetto elettrodomestico, che non andasse.
Le abbiamo pensate tutte, dai residui di una ricetta precedente a un buco nel contenitore della pietanza che avesse fatto percolare olio.
Le abbiamo pensate tutte fino a quando.
Fino a quando.
Fino a quando.
Riguardate ATTENTAMENTE la foto.
Rispetto a un piatto commestibile c’è una piccola differenza. Fate finta che stiamo facendo un gioco della Settimana enigmistica.
Il primo che indovina vince un invito a cena (e cucino io!) 😉
Nel pomeriggio pubblicherò la soluzione del gioco, ma sono sicura che MOOOLTO prima, qualcuno di voi indovinerà come è andato a finire il nostro pranzo pasquale e a quale vette di creatività in cucina sono arrivata.
D’altronde, che io sia un’idiota in cucina, lo sanno tutti, il mio amico Zenone in primis.
…anche a me sembra che un panetto di feta abbia la plastica attorno?! ^_^
…la plastica della confezione della feta????
Sei un mito! Non saprei… forse la plastica trasparente che di solito avvolge le confezioni di alluminio? Gustosissimo questo piatto, se preparato bene, ah ah ah! Mi ricorda molto le pietanze che ho mangiato in Bulgaria
il contenitore sembra doppiato con qualcosa, ovvero non sia alluminio-e-basta, oppure ho le traveggole? comunque consolati, sapessi quante volte mi sono flagellata col proverbio ‘la cuoca pigra e ottusa/il forno sempre accusa’ ;o)
la delusione è stata tale che, nonostante la cortina di fumi tossici, ho chiesto speranzosa a Tino se potevamo mangiarle lo stesso
Comunque come stappa la birra Panzallaria non la stappa nessuno:-)
Hai forse messo una saponetta nella teglia al posto della feta ???
ma è sapone!!! grande segreto…
Upload delle 14.30: sto per svelare il segreto del “rinforzino”. Pur avendo io stessa messo la Feta dentro alla teglia, dopo averla scartata, non mi sono resa conto (beata stupidità!) che non ho tolto il cellophane che avvolgeva le due fette di feta e le ho piazzate in forno avvolte nella loro bella plastica che ad un certo punto ha cominciato a fumare, intossicando i presenti e riempendo il mio animo di vergogna, subito tramutata in riso e divertimento, che diciamoci la verità, quando l’idiozia tocca queste vette, meglio riderci sopra che la vergogna ha un limite 😉 A questo punto Roberta, Claudia e La fra sono ufficialmente invitati a cena chez Panz. Prima però, preparate l’epigrafe per il vostro sepolcro, in modo da stare in una botte di ferro 😉
Aspetta… hai frainteso il mio commento! Io intendevo il cellophane della vaschetta di alluminio, non quello della feta, quindi non ho vinto e non posso venire a cena 🙂 Ah ah! Ma si, meglio riderci sopra. Gli incidenti in cucina accadono anche alle migliori cuoche, no?? Comunque se mi inviti a cena, io vengo!
panz, a me sembrava sapone, ma a meno che non avessi perso gli occhiali un errore così non potevi farlo… 😉
Cara Panzy, son cose che posson capitare: il mio sposo la prima volta che abbiam comprato la pizza al supermercato pronta da cuocere l’ha infornata con il cellophane sotto il cartone… tempo 5 minuti l’odoretto ci ha messi in allarme e abbiamo rimosso l’estraneo, anzi entrambi: cartone e plastichetta bruciosetta..
Be’, a parte il piccolissimo particolare del cellophane… ;P
Io un pasticcio simile l’ho combinato nel microonde, rischiando il fuoco in tutta la casa!
Appetitosa però la ricettina… quasi quasi stasera ci provo!