Diario di un addio
Ho sempre avuto l’abitudine di portare in giro con me un quaderno o un taccuino su cui disegnare. Lo facevo già quando mio padre entrò in coma. In quel periodo, nei cinque anni del suo stato vegetativo, mettere su carta quello che vedevo mentre succedeva era per me molto faticoso. Per la verità tentavo di non farlo, ma a volte i disegni si affacciavano sulle pagine senza che io lo volessi. Quello qui sopra, per esempio, è il primo disegno di quel periodo: risale proprio al primo mese, all’estate del 2003, quando mio padre era ancora ricoverato in rianimazione e non sapevamo che cosa sarebbe successo dopo. Mi ricordo che in quel momento gli uomini caduti erano l’unica cosa che riuscissi a disegnare.
Questo è uno dei pezzi del blog di Pietro dove racconta com’è nata la storia del suo Diario di un addio che ora è diventato un libro e verrà presentato a Ravenna venerdì 8 ottobre per Comma 22
Qualche tavola la trovate anche qui su Repubblica, e qui trovate un bellissimo articolo/intervista a Pietro.
Il tema è quello del coma vegetativo visto con lo sguardo di un figlio: un tema su cui in tanti si sono riempiti la bocca ideologicamente ma che solo chi ci è passato – come Pietro – conosce a fondo.
Un libro che ci farà senz’altro riflettere sulle sfumature.
Ho avuto la fortuna di vederle in originale le tavole di Pietro e di parlare con lui che è persona sensibile, intelligente e pieno di attenzione per il mondo, perché abita al piano di sotto del mio condominio.
Per dire che grazie a Pietro,
ho il cartellino personalizzato per il campanello con degli stupendi disegnini, proprio come quello che trovate anche sul suo blog.
Credo che questo sia un libro da leggere, sfogliare e in cui entrare in silenzio, facendo attenzione a non spostare nulla.
Se volete acquistarlo andate qui
l’argomento è troppo serio Francesca, allora lo stempero con il chiedermi ma prima di scegliere casa hai preso informazioni o è solo questione di culo…….ciao
Lo devo avere questo libro!
@andrea: questione di culo. lui è arrivato dopo di me 😉 per cui nel suo caso forse si potrebbe parlare di sfiga ad avere una vicina logorroica come la sottoscritta ah ah ah
ho perso mio papà in meno di un mese questo maggio. Ho imparato cose sulla rianimazione che non avrei mai voluto sapere. Un libro del genere forse è quello di cui ho bisogno ora. Grazie Panz delle tue sempre interessanti segnalazioni, e grazie a Pietro.
Idem quasi come FRancescaV…a Luglio in tre mesi… e mi manca più ora che qualche settimana fa…
Grazie Panz
Virgy
non credo di essere ancora pronta a leggerlo. ho conti in sospeso con le perdite.