Sovrastrutture

Non riesco ad avere alcuna comprensione per chi abusa degli strumenti che ha avuto in dote, per fortuna o per studio.

Ci pensavo ieri. Alle sovrastrutture che nel tempo ci costruiamo tutti quanti e a come possono essere usate bene o male.

Alla capacità di esprimersi, a quella di bene scrivere, a quella di bene parlare.

Pensavo alle tante persone che grazie alle proprie sovrastrutture ammantano la loro piccolezza morale di nobiltà, la girano e rigirano come una frittata, uscendo eroi mentre non potrebbero aspirare nemmeno al ruolo di comparse nella storia.

Penso che sia profondamente ingiusto abusare della lingua, abusare delle narrazioni, abusare della complessità per giustificare l’ignominia.

Penso che la rivoluzione dovrebbe partire anche da questo.

Da un ritorno consapevole alla semplicità.

Che a volte la semplicità è il più grande atto di coraggio e responsabilità che potremmo fare.

Che bisognerebbe smascherarli questi cialtroni dall’ego esondante che tracimano codardia, stupidità, piccolezza ma che – grazie a un sapiente gioco di storie, sguardi, parole – riescono sempre a farla franca.

Perché se i carnefici mi spaventano, gli egocentrici piccoli uomini mi annichiliscono.

E purtroppo

pur essendo io una persona ottimista che non riesce a credere all’esistenza degli gnomi del cuore

mi tocca sempre ricredermi.

Post amarognolo e criptico, ma anche no