Auguri Adele
Uno si pensa che a 28 anni non si possa stringere nuove amicizie.
Uno si pensa che arrivi sulla soglia dei 30 che – al massimo – ci sono delle simpatiche conoscenze e poi del resto, gli amici di juventute.
E invece poi parte per un Master nella città delle nebbie, la Grande Pera metropolitaliana e capita che conosce un sacco di gente.
E che trova dei nuovi amici, di quelli che poi ti restano nel cuore.
Una si pensa che poi, con il tempo, le cose sfumeranno e ci si perderà di vista.
E invece non sempre è così.
Con lei, per me, non è così.
Mi ricordo ancora la prima volta che l’ho vista, che eravamo all’esamino per essere ammessi al Master e lei raccontava che le sudavano le mani, che le sudavano sempre quando si agitava.
E poi mi ricordo che quando al Master ci hanno preso entrambe e poi lui è iniziato, è stata una delle prime che ho incontrato, alla fermata della Metropolitana, in attesa di partire per il lungo viaggietto che ci conduceva nel paesello di Inculandia, dove si tenevano le lezioni.
Il secondo giorno, che evidentemente avevamo gli stessi orari, ci siamo incontrate alla fermata dell’autobus.
Lei era assonnata. Anche io.
Mi ha guardato come chi vuole essere cortese ma non ha tanta voglia di chiacchierare, ad un’ora così presta del mattino.
Mi ha chiesto: “com’è?” con quel suo accento torinese che avrei imparato ad amare. Perché a Torino non ti chiedono “come va” o banalità di questo genere per sapere come stai, come hai passato la notte, come ti senti all’approssimarsi di una nuova avventura quotidiana.
Io, che ero ancora lontana da queste clausole nordiche ho scrutato il cielo. Nel mio modo da tontolona. E poi l’ho guardata e molto, molto convinta le ho risposto: “ma, mi pare che sia una bella giornata, non c’è nemmeno una nuvola!”.
Forse quella è stata la prima volta che abbiamo riso. Insieme.
Uno si pensa che non potrà mai stringere ancora dei legami talmente forti da sentirne la mancanza, quando sono lontani, a 30 anni.
E invece poi succedono delle cose e si condividono delle esperienze e allora è fatta, la cera lacca dei sentimenti è creata.
Del resto come si fa – dico io – a non innamorarsi perdutamente di una donna che mentre sei lì che fumi l’ennesima sigaretta sulle scale dell’ Università e chiacchieri con alcuni compagni di sventura (che diventeranno poi i tuoi amici cari) e date consigli a Pinaccapì sul lavaggio in lavatrice, se ne esce con “Il vanish, per le macchie, è una manosanta!”???
No, dico io, una MANOSANTA.
MANOSANTA.
Io non posso che affezionarmi come un cagnolino ad una donna che usa delle formule di questo genere, che fanno tanto casalinga in carriera, donna che è arrivata a delle certezze e sa usare a dovere il proprio lessico.
Per non parlare di tutte le volte che – girovagando per Milano o per Torino – nel bel mezzo di una chiacchierata, ci siamo accorte che stavamo parlando di cose diverse e che sembravamo un po’ scemo+scemo.
O quella volta che – sempre al Master – lei è stata sorteggiata per dire ad una comune compagna di corso che emanava un afrore non gradevole, che era meglio si lavasse di più. E lo ha fatto con una classe, con un savoir faire che io, al suo posto, sarei sembrata Godzilla.
La ami e basta una che trova un soprannome per ogni fidanzato che ha avuto, che poi rischi che lo incontri e il suo nome proprio non te lo ricordi e lo chiami con robe che è meglio non dire.
La ami anche quando al mattino ringhia, davanti al the e a una fetta biscottata liscia. Che a me mi verrebbe la bocca a forma di felpa invernale se mangiassi una fetta biscottata liscia, mentre lei non ne può fare a meno.
La ami anche quando ti cazzia perché c’è qualcosa che non va, che le ha dato fastidio.
Perché pretende molto dall’amicizia ma dà sempre il doppio.
E allora pensi che il giorno del suo compleanno, una cosa che puoi fare per dimostrarle il tuo amore amicale, è dedicarle un intero post, per dirle che non ci sarebbe Panzallaria se non ci fosse Adele, che da quando la conosci hai dato un nuovo valore più intenso all’amicizia e che le auguri tutto il bene del mondo.
Quello vero.
Auguri Silvia in arte Adele, in arte Sdrucciola in arte Zazie!!!
Zoccola, stavolta mi hai proprio commossa…
Ti voglio un gran bene (ma proprio tanto tanto tanto)
condivido condivido!!!!!
scusate l’intrusione, non conosco Adele personalmente
ma è vero che il Vanish è una MANOSANTA!!!!
l’ho provato proprio stamattina!
ah…. le verità vengono sempre fuori 😉
Auguri Adele!
Davvero bello questo post.
Auguri Adele!
Davvero bello questo post.
Auguri Adele!
Beh, se l’Adele dice che il Vanish è una manosanta… dovrò provarlo, prima o poi! 😉
auguri all’Adelina! sniff sniff….
Tanti Auguri Adele Holyhand !!!
Grazie cari! E ancora grazie a questa donna che mi più la conosco più mi sorprende
ma che bellissima dichiarazione di amicizia!!!!
Perché la questione della manosanta fa tanto casalinga?
Noi qui a Roma lo usiamo come termine…
Comunque auguri Adele!
ah, ma sono la stessa persona???
(ma porca vacca pupazzona brutta . . .
ha più personalità personaggesche di me!!!
Ciao panzè,
ma…ma…ma…il vestitino del mio bloggg non è più mica così nuovo eh…l’ho rifatto in quel di luglio!!
Cmq bel post davvero e sai una cosa…il bello dell’amicizia è che c’è sempre tempo per imparare a conoscerla, c’è sempre tempo per farsi sorprendere…
Un baciottolo alla frolletta!
🙂
Che bello! Anch’io durante un master dal tipico odor di fregatura ho stretto amicizie di cui ora non posso fare a meno. Bellissime e profonde. Il Vanish però non l’ho mai provato!
Auguri alla tua amica e un bacione a te.
p.s.
Ti rispondo presto via mail.
Tanti auguri Adele!
( ed è proprio vero, fai fatica a credere che vicini ai 30 anni possa nascere un amicizia forte, invece non solo succede, ma riempie la tua vita! vero ba????)
Auguri a Adele, che ha uno splendido nome d’arte ^-^;
Noto con piacere che per te il nome Silvia è una costante… 🙂 Mille auguri Adele, davvero 🙂