Avrei voluto
Avrei voluto raccontare di questi giorni un po’ così, che non riusciamo più a guarire e che la frollina non dorme e si sveglia ogni quarto d’ora.
Che io ogni tanto piango perché mi sento alienata e non riesco a fare nulla e a non dormire sono sempre fiacca, dopo la febbre.
Che Tino torna a casa stanco e deve ristancarsi a fare i turni con me, visto che lei non dorme.
Avrei voluto raccontare che siamo un po’ preoccupati e che lunedì la riporteremo dal pediatra, perché sto male alle orecchie non passa, perché ormai è una settimana che siamo rintanate in casa e la situazione di poco migliora.
Poi ho letto su Repubblica dell’ennesima violenza sessuale su una donna nella mia città.
E allora, tutto quello che avrei voluto raccontare, passa in secondo piano.
Perché c’ho una nausea profondissima che mi scuote tutta.
Come donna.
Come madre.
Come persona che ama l’universo maschile.
Qualche tempo fa c’è stata una manifestazione, contro la violenza sulle donne. Troppo connotata di genere, a mio avviso.
Io credo che un segnale forte, davvero forte sarebbe se a scendere in piazza fossero gli uomini.
Perché la violenza sulle donne non è solo un male enorme per le donne, ma getta luci inquietanti su di loro, su quelli che il pisellino lo tengono discretamente nei pantaloni, invece di usarlo come arma contundente.
Sarebbe bello se scendessero in piazza tutti gli uomini di buona volontà; i padri di famiglia, magari quelli che hanno figlie femmine che a me vengono i brividi a pensarci, a quando mia figlia potrà (e diventa sempre prima, purtroppo) divenire facile preda di certi pezzi di merda.
Sarebbe bello se scendessero in piazza tutti gli onesti lavoratori, italiani e stranieri, africani e russi, moldavi e romeni.
In piazza contro questo obbrobrio.
In piazza a dimostrare che davvero siamo uguali; che loro dicono no a chi li vuole far tornare ai tempi della pietra, quando la donna era solo uno sfogo, un essere inferiore.
In piazza a dire che si vergognano a nome di tutti gli uomini e che ci proteggeranno, che faranno di tutto perché altri uomini, i loro figli, i loro compagni di bevute, i loro colleghi di lavoro non commettano mai cose del genere.
Avrei voluto, davvero, parlare di cose come tosse, riniti, orecchie che fanno male e notti insonni.
Ma non si può stare sempre in silenzio.
Non si può sempre ridere o guardare al proprio ombelico.
Mi piacerebbe che questo post fosse commentato solo da uomini. Proprio perché ho molto rispetto di quello che possono sentire le donne su un argomento del genere.
Proprio per dare un segno di cambiamento. Nel mio piccolino.
i segni di cambiamento sono sempre, a mio avviso, prima di tutto nel proprio piccolino: anni fa, appena appena patentato, passai davanti alla scena di un incidente e per paura tirai dritto. di quel giorno mi vergogno. da quel giorno quando incontro un incidente mi fermo e chiedo se c’è bisogno. sempre. a meno che non ci siano polizia e ambulanza, chiaro…
i segni del cambiamento a bologna sono tanti e cattivi. un sindaco che tiene più all’ordine delle vetrine e alla vita degli ottuagenari che alla sicurezza vera e al rispetto. infatti parla ed agisce molto contro lavavetri e giovani casinari del pratello, ma scompare come il capitano kirk teletrasportato sull’enterprise, quando succedono cose davvero serie…
ma i segni cambiano nella direzione della nostra volontà: io penso e quindi agisco. altimenti meglio andare al bar a giocare alle slot machine truccate con un amaro in mano…
se vediamo qualcosa di brutto, non cambiamo strada, cambiamo la cosa – o almeno, “famo quarcosa!”
Io sarei dispostissimo a scendere in piazza per manifestare contro la violenza sulle donne.
La violenza sulle donne e sui più deboli è purtroppo sempre esistita ma non con queste proporzioni. Adesso siamo in balìa di un tempo dove il rispetto del prossimo non è più un valore fondamentale e dove sempre più vige la regola del più forte. Una volta “certe cose” succedevano in silenzio e spesso anche all’interno delle mura domestiche. Oggi c’è più coraggio alla denuncia, ma sono certo che le denunce di violenza sono solo un decimo rispetto all’accaduto.
Da brividi quindi, se si analizzano le denunce di violenza sulle donne degli ultimi anni a Bologna.
Solo con l’educazione al rispetto si potranno avere dei cambiamenti. L’educazione e il rispetto dovrebbero partire dalle massime istituzioni e a livello locale dal comune e dal sindaco. Da noi questi argomenti sono avvolti dal completo silenzio delle istituzioni e catalogati come in linea con le tendenze del resto d’Italia. Dal Comune nessun aiuto.
Il “nostro” è esclusivamente impegnato nella gestione dei microfoni dei giornalisti e nella conquista dei titoli sulla stampa nazionale trattando alcuni argomenti come essenziali tralasciando i veri problemi di questa città.
Forte coi deboli e debole coi forti.
In due parole: uno stronzo.
Che se ne vada da un’altra parte, qua abbiamo bisogno di rispetto.
p.s.: grazie del post. Mi hai offerto l’occasione per togliermi qualche sassolino dalla scarpa. La manifestazione sarebbe una bella idea. Uno dei pochi argomenti che mi vedrebbe partecipare ad una manifestazione di piazza…anche se sono convinto che servirebbe altro.
Eh, Pietro ha proprio ragione, quando parla di educazione e di rispetto: secondo me la maleducazione civica, unita ad un egoismo e ad un individualismo tanto radicati da essere oramai divenuti incoscienti, e a un attaccamento parossistico e malato ai propri beni oggettuali, sono tra i mali maggiori di cui Bologna è divenuta un exemplum nazionale.
Bisogna partire esattamente da là, per lavare via le schifose magagne di un carattere anche prettamente italico (ma non solo, e ciò non è consolante).
Va bene scendere in piazza, ma appunto, finché ci saranno cattivi e cattivissimi esempi nelle alte sfere, e finché, come dice Tino, i cosiddetti buoni, che troppo spesso sono troppo silenziosi, non tireranno fuori un po’ di palle, non si arriverà molto lontano.
sono anche io d’accordo con tutti voi e vi ringrazio per avere scritto.
spero che cofferati raggiunga il successo che tanto ha cercato e che è stato il motivo per cui si è permesso di calpestare la nostra città, perché se così non fosse lo odierei ancora di più di quanto già non sia.
le istituzioni non fanno un cazzo, a livello locale e a livello nazionale;
le violenze sono solo uno scoop per il tgquattro.
grazie mille
l’educazione e il rispetto devono partire prima di tutto dalla famiglia! dopo tocca alla societa’ creare terreno fertile affinche’ questi valori “fondamentali”possano perpetuarsi.
Eppure……
..quante volte sentiamo le notizie di cronaca raccontare di insospettabili, rispettabilissimi, educatissimi individui (a detta di chi li conosce) macchiarsi delle piu’ efferate violenze ai danni dei propri simili.
…quante volte???
forse il problema e’ molto piu’ complesso di quello che puo’ sembrare.
mi allaccio all’ultima frase di codadilupo. il problema è così complesso che ci si può sentire impotenti. si può manifestare, cercare di sensibilizzare. e la manifestazione di soli uomini sarebbe un gesto importante, ma anche un altro modo per spingere ancora sulla connotazione di genere. con gli uomini che commettono atti di violenza sulle donne non ho nulla da condividere se non una somiglianza biologica. non posso vergognarmi di essere maschio, come se questa condizione fosse di per sé portatrice di sopraffazione.
ma posso indignarmi e sentirmi offeso, questo si. in quanto persona.
ed essere intransigente nei confronti di chi vorrebbe minimizzare.
non credo che le violenze siano in aumento. credo invece che siano in aumento le denunce. e questo è un segno dei tempi, a dimostrazione che questo genere di atti non è più accettabile e che la strategia migliore per contrastarlo è quello di farlo emergere dal silenzio.
ben venga questo tuo post, Panz, nel speranza che il rispetto diventi una cultura sempre più condivisa.
ma spesso ci si sente impotenti.
Ho paura che la manifestazione dei maschietti buoni sarebbe inutile. L’animale abusatore non si ferma davanti ad una manifestazione e le amministrazioni sono ancora in mano agli uomini, troppo intenti ad affermare il loro potere invece che a difendere i più deboli.
Occorre lavorare sul quotidiano, parlarne, impegnarsi a far cambiare la società e denunciare qualsiasi abuso o violenza.
Mi rendo conto che non è affatto semplice: basta guardare la TV per rendersi conto di come viene insegnato all’italiano che le donne sono solo elemento di contorno: ora velina, ora valletta dalla coscia lunga al servizio del serio conduttore di turno.
Ma se ognuno facesse un po’ di più… se le scuole insegnassero il rispetto civile … beh, qualche passo in avanti si potrebbe fare!