La donna su facebook: stereotipi 2.0
Sono diventata molto sensibile agli stereotipi di genere e mi fanno arrabbiare tanto più sono pervasivi e apparentemente innocui. Così ieri, a leggere questo articolo in cui si spiega – con dati le cui fonti sono estremamente opinabili – come “la donna sfrutta il lato oscuro di facebook” per spiare, tradire e manipolare gli uomini mi ha veramente lasciato basita.
Perché il blog in questione che si chiama Pinkblog si rivolge prevalentemente ai giovani e lancia così un messaggio davvero inquietante e sessista. Perché di rosa, in questo caso, il pinkblog c’ha solo il nome e la testata.
Perché ho tentato di lasciare un commento che insinuasse il dubbio, in chi legge, circa il fatto che le notizie non sono notizie solo perché vengono scritte ma devono essere anche supportate dalle fonti e che sarebbe meglio non fare di tutta l’erba un fascio con dichiarazioni davvero qualunquiste e stereotipate e tutti i commentatori successivi hanno fatto finta di niente, cercando di dimostrare o meno la veridicità delle cose scritte, invece di domandarsi quanto possano essere svilenti gli assiomi proposti dal post (e chi vi cito pari, pari):
- Le donne creano profili finti per seguire e monitorare le mosse degli ex su Facebook, o li controllano tramite amici in comune. Il tutto per poi lamentarsi di quanto l’ex se la spassi o di quanto si soffra per la fine della relazione.
- Le donne usano le foto su Facebook come arma d’attacco. Con una foto propria o di qualcun’altro sanno chi, come e quando colpire: basta un tag a distruggere relazioni al di fuori della rete, perché l’amore ai tempi del Facebook deve fare i conti anche con la strategia della vendetta.
- Le donne si orientano su status passivi-aggressivi. Molte donne si servono dello status su Facebook per colpire indirettamente qualcuno. Frecciatine e doppi sensi sono di soliti rivolti all’uomo col mestruo di turno, mentre alla fine di una relazione fioriscono gli status tendenti a sottolineare la ricchezza della propria vita sociale, per colpire l’uomo di cui sopra, ormai fuori dalla propria vita, ma non dalla rete dei contatti di Facebook.
Probabilmente un articolo del genere “tira di più” di altri temi e richiama un maggior numero di visitatori su un blog commerciale come quello in oggetto, ma io credo che chi ha la responsabilità di pubblicare cose del genere debba a volte fermarsi a riflettere su quello che sta facendo con apparente leggerezza.
Perché sempre di più noi siamo quello di cui facciamo esperienza e possiamo condividere e il luogo in cui succede, sempre di più è Internet.
L’autenticità delle fonti è un grande problema in Rete perché non sempre si ha l’accortezza di citare le proprie, creando un processo a catena di indebolimento dei buoni contenuti e livellamento verso il basso (o livellamento verso l’alto per quelli cattivi) di tutto che oggi come oggi non ci possiamo permettere se vogliamo sperare in una rinascita umanistica.
Secondo me.
Mah, secondo me queste cose lasciano il tempo che trovano. se una ha la coscienza apposto che gli frega?
Mi sembra un pò troppo femminista/maschilista il risvolto della situazione.
Un bel chissenefrega…sarebbe l’ideale.
In ogni caso ora c’è facebook…prima c’erano gli investigatori privati….cosa cambia? Meno soldi spesi forse….
Come sai io condivido in pieno ciò che dici. Tra l’altro sono così contenta di conoscere una persona che ha il coraggio di andare controcorrente che ancora non mi rendo conto! Mi viene una riflessione da fare: ma siamo davvero sicure che qualcuno stia sperando in una “rinascita umanistica”? Siamo davvero sicure che questa parvenza di uguaglianza sia solo un velo per coprire un asprimento di certe visioni per il ritorno di una mentalità non solo maschilistica ma, più tristemente, intollerante?
Che tristezza…
@bismama: a me sembra che non sia tanto il contenuto del post quanto il suo potere pervasivo su un largo numero di utenti giovani (e che non hanno gli strumenti critici, per età, di chi è più adulto) ad essere pericoloso.
@paola: io voglio essere fiduciosa ma purtroppo penso che alle tue domande si possa solo rispondere negativamente. Dal piccolo al grande, sono molti i segni dell’intolleranza e dell’inasprimento degli stereotipi (genere, geografici, culturali) che certo non fanno ben sperare ;-(
dopo essere andata a sfanculare 🙂 torno considerando che ancora una volta e’ l’informazione “all’italiana” che ci fa una figura pessima. Il pezzo in teoria riporta (dato il link) un articolo che Fox News (ammazza che fonte eh!) riporta da una rivista (AskMen) per uomini. Non ci sta uno straccio di commento a questo fatto nel pezzo di pinkblog. Non ci sta uno straccio di conclusione, di qualsiasi genere. Nessun commento sul fatto che non ci stia uno straccio di statistica nel pezzo originale su come abbiano ottenuto questi “dati”. Hanno intervistato un campione di donne su FB? NO, perche’ il pezzo di partenza era sessista certo, ma anche un pezzo di colore, uno di quei pezzi da opinionista/caratterista, nulla di che. Io credo che come prima cosa da cittadini (prima ancora che donne) dovremmo essere intransigenti con le notizie, e con chi ce le fornisce, proprio come esercizio base di democrazia.
@supermam: sono assolutamente d’accordo con te. personalmente mi sto convincendo ogni giorno di più che il reale problema di questo paese sia mediatico. come e perché vengono scelte certe notizie piuttosto che altre? hai fatto bene a specificare la storia dell’articolo che avevo notato anche io. per altro in inglese è meno qualunquista (il che è già indicativo!) che in italiano
Purtroppo donne così ne esistono e probabilmente sono molte più di quelle che immagini. Io ne ho degli esempi nel luogo di lavoro (sigh!) Siccome sono lontane mille anni luci dal tuo e dal mio stile ci sorprende e magari ci indigna leggere articoli come questo. Concordo che fare di tutta l’erba un fascio, generalizzare senza scendere nello specifico e senza supporto di fonti attendibili è inutile e dannoso, in questo caso per l’immagine delle donne, ma davvero non mi stupisco di leggere affermazioni del genere, altrochè rinascita umanistica! sarò pessimista ma io non l’avverto.
Stefania mamma di Vittoria
Ahimé, molte delle mie amiche lo usano esattamente così. Ma non tutte, dài.
ho lasciato un commento anch’io, molto breve, perché quel post è talmente idiota che non vale la pena nemmeno di sforzarsi a controbattere.
Ho detto la mia anche li, concludendo con: complimentoni per la superificialità e con questo ho detto tutto.
La cosa tragica di quell’articolo lì prima che le fonti o il target è lo stile, ma sorvoliamo, tanto sul giornalismo italiano in generale è come sparare sulla croce rossa.
sono questi argomenti che ci spingono ad essere insicure e metterci l’una contro l’altra (“io non sono così, sono migliore di lei, perciò tu maschio indeciso, prendi ME!!!”)senza dubbio ci saranno donne arrabbiate che usano il web in questo modo (poche cmq) ma vogliamo ricordare la percentuale di quei maschi che sul web tradisce la propria donna/adesca ragazzine/trova prede sessuali/ trama vendette (come il tipo che ha organizzato lo STUPRO della propria ex insieme ad un altro pazzo, tutto su internet?) etc…???
non dico che siamo migliori degli uomini ma prendiamo atto della verità: se (volendo fare di tutta un’erba un fascio come in questo articolo) le donne usano il web per piccole vendette , gli uomini lo usano per brutalizzare le donne e in misura infinitamente maggiore!
poco fa alla radio (non so che radio fosse ero in un negozio a fare la spesa) parlavano proprio dell’articolo che hai citato tu, e la conduttrice, donna, era molto divertita dalla cosa e chiedeva alle ascoltatrici quali fossero i loro trucchi su fb…che stress…
“Cara mia, questa storia ha dietro tutta una concezione del femminile imperante nel modo di pensare e agire della stragrande maggioranza delle donne italiane. E non per forza quelle di cultura medio bassa, eh, intendiamoci.”
Allora, quello che ho appena scritto io è in un certo senso equivalente a quello che scrive Pink nel blog. Sono luoghi comuni non suffragati da nessun articolo, nessun testo, nessuna fonte.
Ma siamo sicuri che serva una fonte per parlare di idiozia e luoghi comuni?
Cavolo…spio i miei ex e manco me ne accorgo! E io che pensavo fosse bello poterli ancora chiamare “amici” e sapere che sono felici o poter tendere una mano se non lo sono.
Panz ti scoccia se mi metto lì di fianco a te a incazzarmi un po’?
Cara Panza,
pensa che c’è gente, come me, che sti mezzi di comunicazione digitali li studia per lavoro con campioni di migliaia di entrate, analisi quantitative e statistiche, comparazioni ecc.
Pensa quanto ci fa piacere leggere articoli come questo, supportati da dati densissimi e appoggiati da una letteratura di tutto rispetto!
@gì: capisco guarda. Ci lavoro anche io con i social cosi e ogni giorno lotto per fare capire a chi comanda che non sono solo un luogo dove trovare maniaci e psicopatiche e ugualmente, articoli come questo, la fanno da padrona ;-(