Saranno Famosi, quello dei miei tempi
Su Rai3 stanno rimandando – come in molte estati degli anni ottanta- la serie “Fame” che è stata un po’ il mio mito in gioventù.
Perché a 14 anni avrei voluto essere bella come Nicole o Holli e invece ero più una Doris gigiulona e perché mi sarebbe piaciuto fare la comica come Denni Amatullo – di cui ero segretamente innamorata – o saper ballare daddio come Leroy Jhonson.
Perché quando partiva il “voi fate sogni ambiziosi, successo fama, ma queste cose costano ed è esattamente qui che si impara a sudare” della professoressa Lidya Grant, io cominciavo a ballare, con la mia permanente anni ottanta e con le spalline che non stavano ferme, se non infilate sotto le bretelle del reggiseno.
E mi sono venute in mente delle cose. Non solo della mia vita di foruncolosa adolescente in continua sindrome premestruale.
Mi è venuto in mente che nel 2000 circa, a Bologna venne a vivere l’attore che impersonava Leroy.
Che lo vedevo tutte le sere, perché si sedeva sempre alla stessa ora in un bar vicino al posto dove lavoravo e che la cosa fu per me di grande turbamento.
Perchè per me i ragazzi di saranno famosi erano veramente dei miti e in quella vita di allora, me lo sognavo spesso di andare a incontrarli, di iscrivermi nella stessa scuola, di frequentare gli stessi posti.
E – come spesso accade – quando la vita immaginaria, il mito, l’eroe giovanile, fa incursione nella vita reale, nella tua cittadina di provincia, allora è veramente straniante.
Soprattutto perché era evidente che in quel cavallo di milennio, Leroy non stava bene e correva pure voce che fosse nella mia città per alcuni problemi di salute, forse gli stessi che lo hanno poi portato alla prematura scomparsa, non so.
Era evidente dallo sguardo triste. Era evidente dai racconti di chi lo incontrava in qualche locale notturno e rideva del suo stato, del suo essere caduto in disgrazia.
Per tutti lui era sempre rimasto Leroy e forse questo lo stava schiacciando, forse lo ha schiacciato davvero.
Fatto è che per me incontrarlo, in quelle occasioni che divennero più che frequenti, era fonte di enorme tristezza.
Perché era sempre solo. Spesso con una bottiglia di birra come compagna, a volte vestito in maniera del tutto ridicola, ma pur sempre con la stessa faccia che mi ero abituata a vedere alla tivu alle 14.30, nel 1982 e seguire.
Il tempo era passato, lui aveva bucato lo schermo e la puntata non finiva mai con la catarsi del protagonista come ci aveva insegnato la famosa serie, ma con un volto triste, ogni giorno uguale a quello prima.
Come a volte è la vita.
Prima di approdare a Bologna, Leroy si è fatto qualche anno alla stazione di Pavia. Più che fare tristezza (anche quella, per carità), dava un po’ fastidio: se eri una ragazza mediamente gentile e dovevi aspettare un treno, ti attaccava delle pezze che manco puoi immaginare. In un improbabile italo-americano, per cui facevi anche una fatica boia a capirlo e rispondergli a tono.
Poveretto, a un certo punto avevamo ipotizzato che lo pagasse la PolFer per fargli tenere sgombra la sala d’aspetto…
io lo guardo e riesco solo a pensare che è morto. Che non è una novità perchè succede però mi fa impressione lo stesso..
Ah Leroy! Mi sa che ci ho fatto su le prime fantasie erotiche….
e in tema di personaggi conosciuti, chi ti abbiamo trovato al castello di Belgioioso io e la Francese, dietro il banchetto di un piccolo editore romano, di cui oggi lui è direttore editoriale, nonché girovago di fiere sulla piccola editoria, oltre ad essere l’eroe controverso dei sogni erotici di Fanny Ardant?
davvero, non credevo ai miei occhi. bassino, con la pancetta, senza barba, l’ideologo della porta accanto. in quell’istante mi sono passate davanti agli occhi tutte le puntate di La notte della Repubblica, tutti i libri letti sulla cronaca politica degli anni settanta, la faccia che ha segnato un’epoca a un metro dai nostri nasi.
credevo si trattasse di un personaggio cristallizzato nella storia del secondo novecento, il totem di un radicalismo ingoiato dal tempo.
e invece esiste, in carne e ossa, un uomo imbolsito dal tempo e dal lavoro intellettuale, con la faccia di un vicino di casa.
la vita da zingari girovaghi ti riserva sempre un sacco di sorprese.
chissà forse sabato a sesto fiorentino incontreremo Marx o il Corvo Rockfeller…
Ma cosa state dicendo??? Leroy QUEL leroy, il MIO leroy a fare il barbone alla stazione??
Che viveva a Bologna???
Devo essere mancata troppo dall’Italia ..decisamente troppo se sono accadute cose cosi’ ed io ne ero all’oscuro.
Comunque mi dispiace molto per la sua scomparsa.
(ciao Panza i’m going home!!)
poverino
stessa fine che credo abbia fatto jody, quello di tre nipoti e un maggiordomo.
stessa fine che stava per fare drew barrymore.
mi sa che la fama è “no bbuono”
in fatto di sbrodoli, Nathan l’amore mio… c’ha dato in questi commenti eh vedo…
cmq panz io sono con te, con quella generazione che sballucchiava all’apertura della sigla e pensava che la vita al liceo fosse come nel telefilm! eh quante delusioni! comunque è sempre un piacere vedere quelle puntate anche se vecchie di 20 anni! …sempre meglio del tg2!
la fra
Piccola rettifica: “…è esattamente qui che si comincia a pagare: col sudore!”. Nel mio piccolo, a me è stato detto che somigliavo alla signorina Sherwood. Non molto incoraggiante, visto che chi me l’ha detto era una ragazzo per cui avevo una cotta e che evidentemente non mi aveva nella pole position dei sogni erotici!
sballucchiavi davanti alla tv sulla sigla di fame? naaa…
sisi, io e la panz a 100 km di distanza.. io ho avuto un’infanzia sana davanti a Saranno Famosi, mica come te, davanti alla NOtte della Repubblica
La Fra
Ps. io e Nath ci vogliamo bene, anche se non sembra!
ma dai Chiara!
pure io lo vedevo a Pavia ma nn fine anni 80 (andavo ancora alle elementari in quegli anni!) ma fine anni 90 quando facevo l’università.
Ai tempi circolava un pò in stazione e un pò in Corso…la prima volta che l’ho visto per poco svengo..sempre bellissimo!
però in effetti faceva una gran tristezza vederlo così…e se per caso ti fermava ti “bagnava delle zuppe” allucinanti!!!!
A volte la vita è strana .. 🙁