Il piccologioggio
A giugno è nato Giorgio, il bimbo di una mia cara amica del Con-sesso. A Giorgio sono passate molte cose della frollina, tra cui il suo lettino e tutti gli ammenicoli da auto.
La frollina ha partecipato molto a questo lieto evento, prima perché siamo state a Milano a trovare elle quando aveva la panza enorme, poi perché in un giorno di agosto siamo andate in campagna a conoscere il piccolo e meraviglioso creaturo. In qualche modo ilpiccologioggio è stato il battesimo della frollina alla nascita della vita. Le ho spiegato che anche lei era nella pancia e che anche lei un tempo era piccola come lui. Proprio per questo ora era bello passare a lui alcune delle sue cose.
Inizialmente non è stata felice di vedere il suo lettino amatissimo e il passeggino a Milano, ma poi, quando ha conosciuto il pupo e ha traslocato in un letto da bimba grande, si è ricreduta e ha cominciato lei stessa a mettere da parte delle cose per Giorgio.
Per altro, neanche a farlo apposta, Giorgio è uno dei nomi che frollina, fin da piccola, ha dato ai suoi orsacchiotti. C’è stato un tempo non lontano, in cui qualunque creatura pelosa e inanimata frequentasse la nostra casa, si chiamava Gioggio. C’erano Gioggio uno, Gioggio due, gioggio orso, gioggio cane e gioggiolaqualunque, in un’esplosione di gioggi da campionato del mondo.
Ovvio che – per lei – Gioggio è diventato un nome totalizzante.
Ora
tutto si chiama così: bambolotti e bambini piccoli.
Gioggio è diventato anche una scusa.
Quando andiamo all’ikea e vede un peluche che le piace, lo prende in braccio, ci guarda con gli occhioni cerbiatti e dice: “Questo lo voglio regalare al mio amico il piccologioggio!” e finisce sempre che lo compriamo, lo portiamo a casa e viene sistematicamente assunto come oggetto che lei può condividere con il piccologioggio fino a quando non potremo darglielo.
Riesce a scovarlo ovunque, come se avesse un radar e con la scusa che poi si sente solo, in qualche armadio o giù di lì, finisce nel novero dei suoi giocattoli.
Recentemente, anche un’altra amica, l’Irish, è rimasta incinta. Per la verità la panza l’è appena scaduta e attendiamo con ansia la telefonata che ci avvisi della nascita del suo pupo.
L’erede in questo caso si chiamerà Giulio, ma per frollina è comunque anche lui un piccologioggio e di fronte al mio entusiasmo per questa lieta novella (l’Irish ed io siamo amiche da tempi immemorabili e sono particolarmente emozionata per questo evento) non fa altro che redarguirmi, quando nomino il proletto con il suo vero nome.
“Mamma, si chiama piccologioggio!” continua a ripetere.
Per un po’ ho pensato che si trattasse di una confusione di persone: ci sono molti amici che ruotano intorno alla nostra vita e poteva essere benissimo che non capisse a chi mi riferivo, ma poi – dopo averle mostrato foto del già nato e fatto vedere la pancia dell’Irene – ho capito che no
lei sa benissimo che si tratta di due bambini diversi
solo che per lei
i bambini (ma solo quelli delle nostre amiche)
si chiamano tutti
piccologioggio.
Non vi dico che confusione quando mi chiede di raccontarle una storia in cui i protagonisti sono:
il piccologioggio
la strega Rantolina cattiva e la strega Rantolina buona e la strega Genoveffa cattica e la strega Genoveffa buona.
A volte mi sento come la sceneggiatrice di Lost.
io che sono ilpiccologioggio originale ringrazio tanto la mia amica frollina per il lettino che mi piace tantissimo.
il piccologioggio si sente onorato e ringrazia :))))))
ma quando cresce posso dirgli che son tutte cose della ZIA frollina? 😛
ragazzi, eccerto.
ma io invece posso mettere la foto segnalata sopra e questa vicine?
come no!
alla fine lo chiameremo Giorgio… ;-))
un bacio