Economia e commercio
I guai fiscali di Valentino Rossi hanno avuto effetti dilaganti nel nostro Paese.
Se da una parte si sono levati “ohhh” di delusione da parte di un largo numero di fans del prode motociclista, affascinati dal suo stile giocoso e dai suoi modi carini, dall’altra è avvenuta una cosa totalmente inaspettata: l’economia, quella di sticazzi, è entrata di prepotenza nei discorsi sportivi e da lì come fosse un brutto male, ha dilagato fino ad aprirsi le porte del Congresso annuale di Cl a Rimini.
Ma non solo.
Nel piccolo, la faccenda valentiniana ha rivoluzionato anche la vita di tutti i giorni, le abitudini di noi granellini di sabbia che – certo – non facciamo la storia ma ci piace commentarla.
E non parlo solo dei blogger parolai come la sottoscritta, che farebbero un post anche sull’aria fritta se non avessero paura che gli rimanesse l’odore attaccato alla maglietta.
Parlo – soprattutto – degli Umarells da Bar. Quelli che si assiepano in gruppi eterogenei ma solitamente compatti a parlare di calcioformulauno e motociclismo, ogni qual volta le loro zdaure allentino un po’ il guinzaglio.
Per loro l’economia del Sig. Rossi ha funzionato da spartiacque.
C’era un prima in cui le discussioni erano animate da palloni, pit stop e diavolerie di questo genere.
E c’è un dopo.
In cui sono diventati tutti economisti. E dal “Guerrin Sportivo” e “Stadio” sono passati a letture più congeniali, tipo “il Sole 24 ore”.
E giusto l’altro giorno mi è occorso di passare davanti ad un bar della zona, in uno dei giorni di caldo e vuoto agostani, quelli che a Bologna rimangono solo loro: gli Umarells di periferia; le zdaure che non hanno avuto la fortuna di comprarsi una casetta a Cesenatico nei tempi d’oro e ora si ritrovano a passare l’agosto a casa.
Le femmine della specie a cucinare per l’Inverno. I maschi al bar, ad allenare i neuroni con qualche briscola e questionando di questo o quell’acquisto del Calcio mercato.
Nei pochi bar aperti si ritrovano tutti. Come gabbiani scampati all’ultimo disastro ecoambientale, con le alucce sporche di petrolio.
E mentre passavo davanti a questo bar sono stata la fortunata testimone di una scenetta che avrei voluto la macchina fotografica.
Erano divisi in due falangi armate. Occupavano tutta una corsia della strada, antistante il piccolo bar latteria. Saranno stati una trentina. Pantalone di fustagno e camicia appiccicata ai loro petti vecchierelli. Qualche goccia di sudore ne imperlava il volto, teso nel combattimento.
Davanti alle due falangi, ben riconoscibili erano piantati i due capi. Avranno avuto più o meno 70 anni e stavano a petto in fuori. Parlavano un italiano dialettale e un dialetto italianizzato così tipici dalle nostre parti. Urlavano come se nessuno dei loro avesse indossato l’Ampliphon quella mattina.
“…Ma perché non pensano ai fatti loro? In fondo lui abita a Londra, sarà ben il fisco londinese che si deve occupare dei suoi affari!” urlava sputacchioso uno.
“Sono fatti di tutti!!! se lui non paga in Italia ci andiamo di mezzo noi. Paghiamo noi anche per lui eh??? Quel Padoa – Sciopùn lè, guarda che non è mica semo eh??? e poi si tratta di una cosa ETICA quella questione di pagare le tasse!”
sulla parola ETICA, entrambi gli eserciti si sono zittiti, volti straniti hanno cercato conforto nello sguardo del vicino, si sono chiesti se si trattava di una ricetta di cucina novella oppure se fosse un’altra delle diavolerie inventate per trasformare i veri comunisti in mezze calzette democratiche…
Poi hanno guardato in direzione di chi aveva sparato sto pistolotto etico e si sono resi conto che sotto il braccio c’aveva la sua copia del “Sole”. E allora hanno assentito.
E hanno ricominciato ad accapigliarsi disordinatamente di Massa, Alonso, Totti e arbitri venduti che hanno fatto rimanere il Bologna in serie Bbì.
Ma per un giorno, un giorno soltanto, l’aula di Economia e Commercio ha fatto la sua entrata trionfale al bar!.
D’altronde, già un tuo illustre concittadino si era dedicato alla sociologia del Bar Sport….
Gli anni passano, ma Bologna non cambia. Siete fantastici.
ehhh se si tratta di una cosa etica… 😉
Non so perchè ma propendo per la seconda fazione, sarà per l’uso perfetto della parola “etico”, una cosa che in Italia c’è come gli unicorni e le fate. Scommetto che con questo mio commento rimarrai ancora più sbalordita del fatto che sarò commercialista 🙂
Il tuo esimio concittadino sarebbe fiero dell’analisi sociologica che hai fatto 😉
Io mi associo a Baol (caro collega…): la cosa che mi fa una gran rabbia è che molte persone giustificano, ammirano e prendono da esempio questi soggetti proprio perchè non pagano le tasse…. e ancora peggio non gli faranno mica pagare tutti quei soldini perchè troveranno il modo di “mettersi d’accordo”…
Silvia
mah, non so, sono perplesso.
ho fatto anch’io economia e commercio.
a Torino.
quando vedevo delle sottane di prelati in giro per la facoltà (a parte le suore, quelle le vedevi sempre, soprattutto a finanza aziendale, forse per apprendere la gestione oculata delle risorse dei conventi..), quando vedevi qualche monsignore dietro alla cattedra era perché quel giorno si parlava di ETICA, sì, questa strana parola, l’etica dell’imprenditore, lìetica nell’economia.
A Torino, alla facoltà di economia e commercio sembrava che quella parola discendesse letteralmente dal cielo, come una manna donata dagli angeli, monopolio del clero.
succedeva forse una volta all’anno, forse ogni due, anzi a me è capitato una volta sola di incappare in questa sorta di raduno filosofico-aziendale, ma per il resto del tempo l’ETICA a Torino, alla facoltà di economia e commercio, restava un oggetto oscuro, roba che si studia a filosofia, materia sterile, superflua.
mi viene ancora da ridere a ripensare a quel nipote di piemontesi, ministro dell’economia con superpoteri di Menem, tal Domingo Cavallo, santificato alla facoltà di economia di Torino negli anni in cui il peso era stato agganciato al dollaro, in cui l’economia argentina tirava e si gonfiava, in cui le ricette del FMI, applicate dell’illuminato piemontese, avevano permesso di sgonfiare l’inflazione e ridurre il debito estero del paese di Maradona e dell’asado.
Ma poi, mi chiedo ancora, sarà passato di là un qualche vescovo a esigere di farsi restituire dal ministro dell’economia argentino Domingo Cavallo la laurea ad honorem ?
beh, mi sono fatto prendere la mano… 😉
pardon
@ Silvia: beh, che dire, mi sembra così raro trovare una collega che la pensa come me che non posso che chiederti farti sentire anche sul mio blog o di contattarmi, almeno, quando i clienti si verranno a lamentare e a chiedere di pagare meno tasse perchè “non arrivano alla fine del mese” e fuori avranno parcheggiato il bmw, saprò con chi sfogarmi 🙂
non è un caso che la silvia sia la Dott. Comm della sottoscritta… 😉
perché l’Etica che – è vero caro Nathan – poco ha a che fare con molte cose, è un dono prezioso e uno sfavillio negli occhi delle persone che è meglio tenere ben stretto!!!
scusate, scrivo ma dovrei dormire e mi vengono fuori frasi alla candy candy
Ancora di più urge avere il contatto della collega allora 🙂
Come ti capisco Baol: l’ultima che ho sentito è quella di un cliente che si lamentava perchè una domenica mattina la guardia costiera li ha disturbati per fare un controllo mentre loro si polleggiavano nella “barchetta” ancorata in un porticciolo della costa….
😉 silvia