La squatter
Casa di Panzallaria è stata okkupata da una improbabile squatter che gira con i tacchi e si cela dietro abiti di qualità e fine eleganza.
Da una 20 di giorni la Squatter vive con noi, dormendo per terra sul nostro divanoletto sgarruppato e pieno di peli di gatto e mangiando a sbafo, come ogni buon squatter che si rispetti.
Pur non avendo i dread e nemmeno un cane, lei è orgogliosa di questo suo status di squatter e ha sempre una valigina pronta, da girovaga senza una casa sua.
Ma spieghiamo bene il corso degli eventi: fino a qualche mese fa la squatter era una donna morigerata e tranquilla, senza tanti grilli per la testa.
Aveva anche una casa – sebbene nel suo animo stesse nascendo il germe della anarkia – e una famiglia che la aspettava ogni sera a braccia aperte.
La squatter, allora, amava molto l’ordine e almeno una sera alla settimana la passava in casa a stirarsi le camicette.
Aveva – da anni – smesso di fumare.
Conduceva un’esistenza sana ed equilibrata. Possedeva macchine e motorini. Un giardino e una mansarda da costruire.
Poi un giorno qualcosa è cambiato.
La squatter – che già aveva dimostrato segni di cedimento politico rispetto al suo passato, radicalizzandosi un po’ più a sinistra di quanto fosse prima – ha abbandonato gli abiti della brava ragazza per trasformarsi nella donna con la valigia.
Tino ed io, da sempre sensibili alle problematiche umane, certi che la squatter avrebbe anche lavato i piatti – perché il lupo perde il pelo ma non il vizio! – abbiamo deciso di ospitarla per un po’ a casa nostra, fino a quando non avesse trovato un loco adatto al suo nuovo animo di punkabbestia.
Fin da subito la squatter ci è stata molto utile.
Non solo si accontenta di dormire sul divano pieno di peli di gatto, ma i gatti – mentre lei è al lavoro (non si è ancora fatta una clientela abbastanza grossa per l’elemosina…) – fanno la tana nelle sue valigie e nelle copertine che riscaldano il suo sonno.
Inoltre mi è stata molto utile quando ho deciso di imparare a stirare, insegnandomi tutta una serie di trucchetti che non conoscevo, tipo che nel ferro da stiro ci va l’acqua se no bruci tutto.
Poi – davvero – sempre memore della sua vita passata, la squatter lava spesso i piatti, anche quando mangia fuori, tanto che stavamo pensando di non comprare lavastoviglie ma di tenerla in casa per sempre.
Poi ogni due per tre ci offre la pizza. Giubilo dei nostri stomachi!!!.
Come ogni buona squatter, lei vive dei prodotti dell’orto fregando leccornie di verdure alla mamma, di cui ci fa gentile dono.
La squatter sta compiendo un percorso esistenziale però, e la trasformazione in punkabbestia – ormai ne siamo certi – avverrà entro breve.
- Ha ricominciato a fumare come una turca e la vedi sempre con una paglia accesa in bocca
- Ha trovato casa nella via più anarkika e squatter di Bologna
- Ogni tanto parla dei suoi amici che sostano in Piazza Verdi con la birra e il cane, scroccando sigarette e ha lo sguardo che le si accende di emozione..
Insomma – a breve – la squatter ci lascerà e io dovrò ricominciare a lavare i piatti…
A breve non ci sarà più una tipa che mi massaggia la pancia alla sera, sperando di svegliare frollina per raccontarle qualche strana storia succesale veramente, né una donna in kimono, che prima di andare a dormire balla, sulle note dell’ultimo disco di Neffa.
Senza contare che stavo cercando di avvicinare la squatter al magico mondo di “Un posto al sole”, costringendo il suo animo di anarkika impentita a guardare tutte le puntate e spiegandole ben bene i personaggi che ci stan dentro e sono solo all’inizio del riassunto delle 5000 puntate precedenti…
Insomma, la squatter ci mancherà. Anche se mi ha fatto cadere la cuffia da nuoto nel terrazzo di sotto – e l’appartamento è sfitto -; anche se il bip ricorrente che la avvisa dei messaggi sul cellulare mi dà la tachicardia e anche se – come spettro della vita passata – c’ha più paia di scarpe di LadyDì.
Perché a volte è proprio bello avere in casa gli amici, che se non ci hai mai vissuto capisci tante cose anche dalle piccole robe quotidiane e se stanno un po’ male, perché la squatter non è proprio nella fase più felice della sua vita, sei contento che – anche solo con un letto pieno di peli – puoi fare qualcosa per alleviare il momento difficile…
Insomma, consiglio a tutti la cura squatter.
Non foss’altro perché stira le camicie al vostro compagno e lava i piatti dove mangiate.
cara Frollina, scrivo a te e non ‘a la tu mamma come dicono i toscani, perchè ti volevo dire che pur non conoscendola personalmente, a volte, leggendo i suoi racconti mi sembra di aver dormito nel divano con i peli di gatto tante volte e che, lavando i piatti ci siamo fatte delle confidenze come fanno quelle amiche che si capiscono solo guardandosi…e già ci vedo stravaccate a commentare le puntate di un posto al sole (sì pure io) mentre Tino si dedica a costruirti la più bella casetta per le bambole mai vista in Tirolo o giù di lì…sai stellina, la vita è un bel casotto, ma con i genitori giusti diciamo che si parte col piedino buono, come dicono i cinesi “UN VIAGGIO DI 1000 Miglia comincia con un sol passo…”
Ecco sarà un viaggio lungo e bellissimo la vita tutti e tre insieme, a volte faticoso a volte leggerissimo…
Un bacio sulla fronte e il tocco del tuo Angelo custode faranno il resto.
Bacioni da Gra Micol e Steve
È una squatter molto lodevole. Peccato che tutte le pseudo-squatter che conosco io cercherebbero di fare qualcos’altro a Mignolo, oltre a stirargli le camicie :-S
Oddio, potrei sempre ospitare unO squatter…
Bacioni
Chiara
ovviamente la squatter si è quasi commossa, e non sa che dire… se non che la sua vita ripartirà dalla mansarda, che smetterà di fumare e girovagare, che all’inizio probabilmente si sentirà un pò sola senza panzallaria e tino e le loro rutilanti avventure, ma che questi 20 giorni sono stati un ricarica di energia positiva, di coccole, di chiacchiere, di risate, normalmente difficili da provare quando vivi l’ANARKIA ESISTENZIALE… e poi c’è Frollina: centro di questo mondo meraviglioso mai avvicinato che si chiama “aspettare un bambino”… e sarà sempre immensamente grata ad entrambi per averla coinvolta nel miracolo che stanno vivendo impedendo alla malinconia e al caos di sopraffarla.
Acc, un vero tuffo nel passato, per me, questa storia, quando anche io vivevo circondato da quasi-squatter (una sera un ragazzo barbone si era fermato a dormire con il suo cane: gennaio di Bologna, freddo assassino, tutte le finestre aperte per areare); e anche io insomma per almeno un terzo del mio sangue avevo abbracciato quell’esistenza (ora, da pirata, mi è rimasta tutta nell’anima – ma non solo – insieme al mio estremismo politico). Ah! quante cose avremmo potuto dirci, tra noi! Ah!
Capitata qui per caso..
Ti faccio l’inbocca al lupo per questa nuova vita che arriva… e che appunto cambia i ritmi ma che riempie il cuore di gioia..
Tornerò a leggerti con piacere.
Cara Panzallaria, giusto a te poteva capitare una squatter che stira camicie e lava i piatti!
A me, se mi viene qualcuno in casa mi si scatena subito la sindrome di cenerentola e raddoppio il MIO carico di lavoro!
ma noi a casa Panzallaria solo squatter di prima scelta, che tengan le mani giù da Tino e si rendano utili nell’ottica della comune…
tutte devono sostenere alcune prove per essere ammesse, tipo:
riuscire a farsi una doccia accendendo la nostra caldaia metereopatica, saper utilizzare solo i 2 dei 4 fornelli disponibili, causa sgaruppamento totale della cucina e infine, riuscire a convivere con una gattina gnolosissima e un gattoscemo che ti morde se non fai quello che piace a lui…
insomma: la nostra è una vera e propria scuola di sopravvivenza per squatter delle più navigate 😉
Urca! questo post me lo ero perso… Cmq devo dire che la descrizione non le rende del tutto giustizia: la squatter è pure assai caruccia 😉