Diventare una prof. in 4 e quattrotto
Sono stressata: è ufficiale.
E non è solo la mancanza di cibo, a cui sto facendo l’abitudine – anche se ancora alla notte, mi sogno bomboloni alla crema- ma è anche il lavoro. Mi sono fottuta anche questo week end lungo per prepararmi alla mia prima esperienza di prof. o, come credo andrà veramente a finire, di imbecille che si improvvisa docente.
Dovete sapere che uno dei lavori che sto seguendo è quello di “animatrice di una community” per una pubblica istituzione del Nord Italia.
Non è proprio come lavorare per la Valtour: non devo inventarmi tormentoni e balletti per convincere turisti che stanno trascorrendo vacanze meravigliose, né devo insegnare aeorobica alle balene – che giusto loro mi riterrebbero credibile!.
Si tratta di popolare di contenuti tematici un sito web che, per darsi un tono, si fa chiamare community; un sito frequentato da ben 12 persone che stanno seguendo un corso.
Per farla breve: tra pochi giorni dovrò andare a tenere una lezione a queste 12 fortunatissime persone. Una lezione per spiegare i perché e percome della community e per indottrinare all’uso di internet a fini professionali.
Qui comincia il panico della sbarba che l’ultima lezione che ha tenuto è stata al proprio cuginetto treenne, per insegnargli il proprio nome!!!
E il fatto che non sia ancora in grado di pronunciarlo non mi conforta, sulla mie capacità educative.
In questi giorni mi sono prodotta in creazione di slides, in storyboard più o meno realistici sulle cose che andrò a dire e in attacchi di diarrea da panico che mi fanno pensare che sarà durissima!!!
Sono stata attaccata al pc indefinitivamente, tanto da procurare in Tino, abbandonato a se stesso, attacchi di shopping compulsivo-deliranti, e tra una slide e l’altra, mi sono trovata in casa: 1 tv nuovo, 1 tostapane e… udite udite: Morpheo – lo scaldasonno: una valida alternativa alle fidanzate sotto stress 😉 !!!
Tutto ciò mi fa tornare a manetta su uno dei miei cavalli di battaglia: la duttilità richiesta a noi trentenni, laureati in lettere, per guadagnarci un posto nella società.
Insomma, in questi anni post laurea e post master, da quando mi sono data al web, ho dovuto inventarmi tante di quelle professionalità che se avessi un cilindro, potrei farmi chiamare mago e tirare fuori anche un coniglio! e non credo di essere l’unica.
E ora questa nuova attività, che forse, tra tutte, è quella che mi spaventa di più.
Dovete sapere che io sono famosa per le cose assurde che mi capitano, specialmente sotto stress, cose che a raccontarle fanno molto ridere, ma che nel momento dell’accadimento mi procurano attimi di vero panico!!.
Riesco SEMPRE a dire alla persona sbagliata la cosa sbagliata al momento sbagliato; mi produco in situazioni surreali, perdendo del tutto di credibilità. Come posso pensare di rivolgermi ad un gruppo di astanti, cercando di essere seria e competente, quando dentro di me c’è una vocina che mi spinge alla ridicolaggine totalizzante???
Non riesco a non pensare a scene topiche nella mia vita, proprio quando volevo apparire meglio di quanto sono; ricordo in particolare quella volta che, andando a consegnare un capitolo della tesi al professore con cui mi sono laureata, e tenendo (per ovvie ragioni) al suo giudizio, mi ero preparata tutto con estrema cura, per consegnargli un plico di fogli ordinati e fare la figura della brava studentessa. Avevo sistemato tutto nel mio zainetto e me lo ero caricata in spalla. Arrivata davanti allo studio del prof. la porta era semiaperta e per via del sole accecante che entrava dalla finestra non riuscivo proprio a vedere se lui fosse o meno presente.
Dopo aver bussato esitante, ho sentito la sua voce che mi diceva di entrare, io ero agitata (ovviamente per me!) e nello spostare la porta per farmi spazio, mi si è incastrato lo zaino che avevo in spalla nella maniglia. Lui continuava ad esortarmi ad entrare ed io ero incastrata nella porta, senza capire cosa stesse succedendo. Camminavo a vuoto, con questa porta che mi seguiva.
Quando ho capito cosa stesse succedendo ho tentato di divincolarmi per liberarmi dalla morsa assassina della maniglia, ma così facendo ho solo peggiorato la situazione…come un baccalà appena pescato, boccheggiavo per tentare una via di fuga che non riuscivo a procurarmi…una scena tristissima, con il prof. che continuava a farmi cenni di entrare, io che non lo vedevo perché accecata dal sole e lui che cominiciava a sganasciarsi dalle risa.
L’unica soluzione per recuperare lo zaino, ma non la reputazione, è stata quella di togliermi il piumino che indossavo, improvvisando un seducente spogliarello. Come un pupazzo di pezza, per un attimo piumino e zainetto sono rimasti a dondolare dalla maniglia, segni tangibili della mia gigioneria!!!.
Vogliamo parlare della volta che a un Convegno – in cui aiutavo nell’organizzazione – sono riuscita a perdermi nel tragitto alla fermata del bus?? niente di male se non fosse che io ero stata incaricata di fare la guida ai relatori che se ne dovevano tornare in albergo – luminari della letteratura italiana!!!!
Alla fine siamo riusciti ad arrivare a destinazione solo perché un Eminentissimo Professorone ha preso in mano la situazione e ha saputo leggere la cartina che io stavo guardando al contrario!!
Mi scherzano ancora per il mio senso dell’orientamento.
Insomma, come potete vedere, pensarmi in cattedra non solo mi stranisce ma mi spaventa pure, per l’indecente docente che sarò!!
E allora cerco di compensare l’ansia e lo stress con power point che grazie a meravigliosi template riesce a rendere bellissima qualsiasi presentazione…
Per fortuna che stasera vengono a cena i miei suoceri, così mi distraggo un pò! 😉
Secondo me un po’ esageri, e finirà che farai comunella con gli astanti e vi andrete a bere birre dopo la lezione/happening (una birra non ingrassa più di tanto, meno di vino e grappa, e poi nutre.. va bene, tu prenderai un succo e questo servirà anche per distinguerti..).
In fondo, il prof alla fine lo hai conquistato, no? (in senso buono, ma conoscendo il tipo forse anche in senso pieno)
L’importante, in ogni caso, è che non ti cucini il coniglio del cappello, magari alla cacciatora.
Cap. Carlock
E poi, finita la lezione, ti sentirai leggera leggera… e tutta la tensione e la concentrazione di questi giorni si scioglieranno e ti sentirai più forte, ancora più carica, pronta prontissima per il prossimo “impegno”.
E l’amore tuo butterà “Morpheus lo scaldasonno” giù dal balcone, dentro l’appartamento dei vicini rognosi che smetteranno improvvisamente di inquinare l’ambiente acustico circostante.
sono belli, questi momenti…
Ma come… fai una lezione di community e non mi consulti? Sono offesa!! Ma hai una vaga idea delle perle di saggezza accumulate in tanti anni di lavoro a contatto con i derelitti del web? Adesso per rimediare mi spedisci immediatamente il TUO SCALDASONNO Morpheus:-)))
p.s. Tino è il mio ideale di uomo vero