Vivere slow e altre storie (e segnalazioni)
Disclaimer: se leggi tutto l’articolo trovi anche una segnalazione di un mercato della terra, domani a bologna.
Sono giorni un po’ frenetici.
Eppure mi sono data come obiettivo di vivere slow, in questo 2010.
Non è sempre facile o possibile, ma – per dire – quando esco dall’ufficio e vado a prendere la nanetta a scuola, io ecco stacco da quello che mi frulla in testa almeno fino al dopocena. Me lo impongo.
Non posso tutti i giorni che delle volte, tra DonnePensanti e lo spettacolo, c’ho degli impegni extra, ma diciamo che faccio quel che posso.
Scendo dal bus o dalla macchina che mi ha ricondotto giù da Greppilandia e mi fermo sempre al bar Storico a prendere un buon caffè, prima di arrivare alla materna. Faccio due chiacchiere con i baristi, annuso un po’ della vita del quartiere e poi mi incammino verso la scuola.
Alle 16.35 sono dalla frollina che mi corre incontro felice.
A volte sospetto che faccia un po’ lo show perché è sempre saltellante e entusiasta e si vede che va orgogliosa della sua larga e ingombrante mamma e comincia a dire a tutti “Quella è la mia mamma eh?” in un modo che mi riempie di gioia e credo sia tipico di tutti i bambini di 3 anni che credono che solo loro c’hanno una mamma così speciale. Succedeva anche a me, per dire.
Quando siamo insieme, a seconda se lei è stanca o meno, decidiamo cosa fare.
Delle volte andiamo dalla fornaia che cambia spesso la vetrina e mette tutte delle cose bellissime e la frollina si ferma a giocare con queste robe meravigliose che possono essere un albero con gli uccellini finti sopra o degli scoiattoli in mezzo alle foglie e le castagne. Delle volte andiamo al supermercato (ma non è la cosa che preferisco) e delle volte ce ne torniamo a casa.
Oppure all’ultimo secondo ci troviamo con la MaLta o con la Lenticchia o con altri amici e giochiamo qualche ora a casa di uno o dell’altro.
Quando andiamo a casa nostra si gioca con la pasta di sale, oppure dipingiamo, oppure tutti e due. O si costruisce una tenda con le coperte intorno al divano e facciamo nascondino o ancora ci guardiamo un film. A volte facciamo dei lunghissimi bagni durante i quali si inventano mille avventure.
L’altro pomeriggio abbiamo coinvolto una bimba che da poco abita nel nostro palazzo, che è più grande ma non aveva mai giocato con la pasta di pane. Mi sono accorta così quanto ci siano anche dei genitori che hanno un po’ il terrore di sporcare e allora non permettono ai propri figli di fare certi giochi. Io – sarà che non sono una tizia particolarmente ordinata – non ci ho mai pensato a questa cosa. E d’altronde giocare vuole dire anche sporcarsi un po’ le mani no?
Con la piccola vicina abbiamo impastato delle lumache e dei gattini e anche delle palline, le abbiamo infornate e poi dipinte e la frollina era molto contenta, che questa bimba grande la metteva in orgoglio e si vedeva che le voleva dimostrare molte cose. Mi ha anche commossa. Mentre la pasta cuoceva le ho detto: “Intanto frolla porta la tua amica a vedere la stanza, che qui bisogna aspettare almeno 10 minuti!” e lei ha guardato l’altra bimba e le ha detto:
“Dai vieni, la mia camera è bellissima, ci sono dentro molti colori!” e io ho pensato che era proprio quello che volevamo Tino ed io, che fosse una camera piena di colori immaginati e realizzati e di angolini dove la nostra bimba possa essere serena.
Di questo vivere slow fa parte anche il farsi la pizza da soli (compriamo la pasta già pronta eh? non esageriamo, che non sono capace di mettermi lì ad impastare), il mangiare solo frutta e verdura di stagione (siamo clienti Bioexpress e ci arriva la cassetta ogni venerdì), vestire nostra figlia prevalentemente con abiti usati – grazie alla mia amica Lena che ci passa tutto quello che dismettono le sue figlie, non compriamo mai nulla – e promuovere pratiche come quella del Mercato della terra.
Così domani mattina mi sa che prendiamo l’autobus e andiamo a far rifornimento di carne e formaggi nel cortile del Lumiere – per altro posto bellissimo – dove dalle 9 alle 14:
più di venti contadini del nostro territorio vendono direttamente, a prezzi equi, i loro prodotti stagionali a kilometro zero.
Ortaggi e frutta, pane e biscotti, latte e yogurt, uova e carne, formaggi e salumi, vino e birra, miele e marmellate, !ori e pasta fresca: la migliore qualità del territorio, garantita dalla faccia del contadino.
Ospite di questa settimana: la Vacca Bianca Modenese, Presidio Slow Food.
Al banco Slow Food i libri, i dvd e le guide di Slow Food e di Cineteca, tra cui Terra Madre, il nuovo libro di Carlin Petrini.
Ve lo segnalo perché secondo me ne vale la pena di fare un giro e poi dopo, se c’avete dei bambini, nel parco dietro al Lumiere c’è anche una giostra bellissima, gestita da delle persone molto brave e appassionate che si sono impegnate per riqualificare il giardino dell’Ex Manifattura nel modo più bello che c’è e cioé portandoci i bambini.
Per finire il mio “articolo slow”, segnalo invece due cose che mi riguardano e che sono due articoli.
Una è l’intervista che il caro Barbapapà di Bravibimbi.it mi ha fatto (sono orgoglioserrima, quello è un sito che ammiro moltissimo!) e l’altro è un articolo in cui vengo citata su Terre di Mezzo di gennaio e di cui oggi ho saputo grazie alla Jolanda di Filastrocche.it (e Terre di mezzo in quanto a vivere slow è uno dei capofila ;-), di cui metto qui i pdf che sono due:
Grazie del suggerimento cara,
mi hai fatto pensare che essendo la 3a domenica del mese, anche dalle nostre parti c’è il mercato della terra nel prossimo week-end!
un modo sano e goloso per riempire il frigorifero!
la mia filosifia di vita da quando sono mamma. condivido in pieno, e devo dire che da quando mio marito ed io abbiamo scelto di vivere ai nostri ritmi è tutta un’altra vita. soprattutto tanto stress in meno da trasmettere ai figli.
@itmom: ma infatti mi sa che avevo letto un post simile a questo anche da te, circa un anno fa…speriamo di riuscirci. per me è anche una questione di salute 😉
@lafrancese: io adoro queste iniziative. una volta vengo anche a una delle vostre parti, non a kilometri zero ma di certo chissà che leccornie..
anche per me è questione di salute, vorrei riuscire a trasmettere ai miei figli un modo di vivere, e alimentarsi, diverso da quello a cui ero abituata. mi sa che siamo in tanti a rivedere stili di vita a cui siamo sempre stati abituati e ci rendiamo conto non sono i migliori, soprattutto quando hai la resposabilità di bambini da educare. scrivi ancora sull’argomento, che è molto interessante. ciao!!
Ehi Panz, tre settimane fa dopo più di tre anni di utilizzo ho lasciato Bioexpress che anche a me consegnava il venerdì…ma pensa, il tipo del camion veniva prima da me e poi da te o viceversa e chissà che qualche volta una tua carota non sia finita in una mia cesta ? 😉 Ho terminato il servizio perché con questa storia di Parma non riuscivo a starci tanto dietro ma ti dirò che è come se mancasse qualcosa alle mie abitudini e quando mi sistemerò di nuovo ritroverò questa bella cosa della frutta e verdura di stagione, della cesta a casa, delle ricette…ci vediamo domattina per un caffè lento.
in diversi blog trovo queste cassette bioexpress..chissà se ci sono anche in sardegna…mi devo informare!
A me le cassette bio mi sfonderebbero il budget, perche’ qui costano troppo. Ma e’ una cosa che vorrei tanto tanto adottare, in futuro.
Potrei fare la spesa al mercato diretto del sabato mattina, ma cio’ comporterebbe fragmentare gli acquisti in un sacco di posti diversi, con necessario uso della macchina per gli spostamenti.
Lo potrei fare, ma a volte si fa’ fatica ad essere bravi 😉
Pero’ anche io riciclo moltissimo. Ho quasi finito il guardaroba invernale per Isa: ora che qui e’ estate su ebay si trovano un sacco di occasioni , anche in bulk. Poi ci sono i charity shops tipo Salvation Army dove prendo i giocattoli, libri, mobili e spessissimo capi di abbigliamento.
@slim: hai centrato il nodo della questione. spesso queste cose sono appannaggio di chi se le può permettere. anche qui costano più della norma ed è un peccato pensare che nutrirsi bene ha un prezzo che non è accessibile a tutti quanti. perché invece sarebbe bello diffondere una cultura. al mercato c’erano un sacco di “radical chic”. persone con cultura medio alta con la cultura per l’acquisto critico. invece sarebbe bello riportare a tutti la consapevolezza del mangiare verdura di stagione e cose del contadino. in ogni caso al mercato di bologna, così come per la cassetta, i prezzi non sono esagerati. noi ce li possiamo permettere (ma limando su altro). un bacione a tutti
Grazie per i suggerimenti slow food, anch’io da un’anno a questa parte cerco di fare molta attenzione a come-cosa-dove compro il cibo, specialmente, e questa sera farò le opportune valutazioni con mio marito per il servizio bio-express!