Quando i personaggi arrivano loro che non hai nemmeno bisogno di inventarli
Visto che non ho abbastanza cose che mi frullano nella testa, mi si è aggiunta da un po’ di tempo un’altra idea.
C’ho voglia di raccogliere i racconti del quartiere.
Quelli del bar storico, quelli di mio suocero, quelli che mi hanno ispirato anche altri due racconti: Scommesse e L’avvertimento.
Così. Trovo che questa zona di Tortellinicity pullili di storie. Tra case popolari e ville collinari, si è creata una chimica strana, un mix prezioso di aneddoti.
Ho deciso di comprarmi un registratore mp3 da portarmi in giro. Perché a me a volte vengono in mente delle frasi, dei racconti, dei personaggi e me li scrivo nella mente, con un lessico e una sintassi fluente e mi sento molto sborona, ma poi inevitabilmente, dato che non sempre c’ho la carta o il tempo per appuntarli, quando arrivo a scriverli, la loro meccanica ritmata si trasforma in un martello e le parole, che nella mente scorrevano musicali, si ritrovano a incespicare stonate, affastellate una sull’altra.
Ecco. L’ultimo sogno da consumista è quello di un registratore. Che fa tanto donna di mondo che gira a caccia delle storie.
Poi sono andata al bar storico, qualche giorno fa e ho detto al vecchio barista che voglio che mi racconti tutto. Gli ultimi 50 anni del quartiere. Lui era felice, mi ha detto “Vieni dopo le 16.30, ma porta una bobina molto lunga che ho un sacco di cose strane nella testa e se vuoi te le regalo!”.
Io sono tutta gasata e non vedo l’ora, ecco, di sentire quelle storie e poi di ritrasformarle nella mia testa, nel mio registratore e sulla carta.
Oggi, prima di andare a prendere la frollina, sono passata al bar per un caffè e il barista mi ha chiesto quando vado, che lui mi aspetta. Allora anche il figlio del barista ha cominciato a chiedermi. E dato che intanto entrava gente, “Dice che vuole scrivere un libro sulle storie del bar!”ha fatto con un cliente.
Il cliente allora, che si vede che frequenta il bar da almeno 50 anni, se ne è uscito che anche lui avrebbe delle storie da raccontare, se voglio.
“Certo!” gli ho detto “Sono proprio a caccia di storie!”.
Poi è entrata anche la padrona della gelateria e anche lei mi ha detto che a star lì, tutte quelle sere e quelle notti a far dei gelati, di storie ne avrebbe e se ne ho voglia, che andassi anche al suo nuovo bar in centro che mi racconta tutto.
Poi è stata la volta del giornalaio, che staccava anche lui e gli è giunta voce che io voglio scrivere anche un libro sui giornalai, dopo quello sui bar e allora che passassi dall’edicola, che lì di cose ne accadono. Che non mi pensassi che uno che compra il Carlino, compra il Carlino e basta!
Insomma. Ha fatto il giro dell’isolato questa cosa che io voglio intervistare il barista e un sacco di storie sono arrivate, un sacco di personaggi inaspettati.
Roba che davvero, forse, ci riesco pure a scrivere un libro. Prendo tutti questi aneddoti che stanno venendo a me, ci faccio un bel polpettone, un rimescolone fatto bene e alla fine vediamo cosa sgravido.
Insomma. Mentre andavo a prendere la frollina, con il sapore di caffè in bocca, mi son detta che bisogna che io vada presto a comprare questo registratore mp3 che non vorrei che qualche personaggio fuggisse via, perdendosi nella nebbia del mondo delle frasi bellissime che non mi ricordo più.
Io l’ho fatto, ma non con il registratore, con le storie di mio nonno.
E non sai quanto mi mancano quei pomeriggi di racconti di storie di una volta.
E poi avrei anche voluto farlo, insieme alle ragazze della Cupola, ma su noi stesse, quando lavoravamo all’agenzia ippica. Ce ne sarebbero da raccontare … 😉
Brava è così che si fa! A Milano che sono tutti meno simpatici e fighetta non te le raccontano le storie, le devi ascoltare da sola. A me sono venute due orecchie da palomar a forza di farmi sempre i caxx degli altri. Però funziona. Vado in giro con il quadernino invece che il registratore perchè con quello mi sembra di lavorare, ma tu che sei più tecnologica acquista pure il ciappino MP3 🙂
Mi sembra tanto la scena di un film.
Ohhh come mi piacerebbe poter starmene essere al posto tuo!
Bella l’idea del registratore. Peccato che i miei pensieri funzionano meglio nella testa. A parole non hanno più la stessa melodia. Quindi un registratore non mi sarebbe d’aiuto…
Che bella idea, e poi quanto si sta bene al bar storico?? Sei bravissima, non vedo l’ora di leggervi te e i tuoi personaggi che non se la tirano e ti portano le storie, doni preziosi
Bellissima questa idea!
I racconti antichi sono preziosi e regalano emozioni inaspettate.
Tienici aggiornate!
idea bellissima…mio nonno me ne ha raccontate diverse su mio bisnonno e a sentire certe cose ti vien da pensare che i signori di qualche tempo fa si che erano dei gran avventurosi!
se ti serve un personaggio che si è fatto dal nulla e che ha vissuto di tanti espedienti prima di sfondare…ti posso regalare mio bisnonno 🙂
E’ un progetto bellissimo!
In bocca al lupo!
Cocca, intanto che ti compri l’mp3 sborone usa il taccuino, che io ci faccio di tutto. penso che alla mia morte lascio gli scatoloni cin i taccuini all’Accademia dell Crusca.
Poi certo, ad avere un i-Phone o qualsiasi cellulare che registri voci, fa anche quello.
Invece dell’mp3 che costa, comprati un telefono fotutto io, che così già che ci sei fai anche le foto.
fidati, le foto migliori del blog con cosa pensi che le faccia, adesso che la macchinetta fotografica dei figli, l’unica che capivo, si è rotta?
@mammaamsterdam: il taccuino ce l’ho ma tu devi sapere che io scrivo in verticale (non scherzo) per via del mio mancinismo, per sopravvivere a un mondo di destri mi sono abituata a scrivere in verticale, solo che senza appoggio non ci riesco e poi questa idea di registrare le voci e poi scrivere mi intriga. voglio le voci di tutto il quartiere, magari imparo pure a fare di podcast e li metto qui con i suoni di tortellincity 😉
davvero una grande idea e quasi quasi… :))
massima solidarietà da una mancina in un mondo di destrorsi.. 😉