Noi siamo mica degli autobus
Staccarsi un po’ dalle cose te le fa vedere, poi, nella giusta prospettiva. Le situazioni che dentro all’ansia ti sembrano arrotolate e complesse e per le quali riesci a trovare solo soluzioni complesse, se stacchi un po’, può succedere che un giorno ti svegli e vedi la soluzione. Piana e chiara davanti a te.
Lo ha scritto molto bene Piattini Cinesi in questo post di ripresa.
A me le vacanze, me ne rendo conto in questa ripresa settembrina, sono molto servite.
Ho capito alcune delle mie priorità professionali e vitali e ho avuto modo di mettere a fuoco quello che vorrei da questo autunno e dai prossimi mesi.
E poi ho avuto anche delle gniùs che cambieranno un po’ il mio inverno, rispetto allo scorso.
In maniera del tutto inaspettata, dopo aver partecipato a un “Bando di selezione pubblica”, da ottobre sarò – per un anno – Web Content Manager (contratto Co.Co.Co) di un grosso Istituto pubblico della mia città. Ciò significa che avrò una scrivania in un ufficio, un orario di lavoro flessibile ma quotidiano, un capo, dei colleghi e uno stipendio mensile fisso per 12 mesi.
Questo re-imposterà notevolmente le mie abitudini di vita e il mio lavoro.
Cercherò di mantenere i miei impegni fiorentini (riconfigurando la collaborazione in modo che sia compatibile con questa bella occasione), la scrittura per Liquida e la collaborazione con QuiMamme, ma metterò molte energie in questa nuova avventura che mi incuriosisce assai.
Poi alla notte, complici le nebbie invernali e il sonno della pupa e di Tino, mi sono data come obiettivo quello di finire il mio romanzo. Ché uno le cose le deve finire e crederci, poi se andrà bene è un’altra storia.
L’idea di tornare in ufficio mi emoziona e spaventa insieme. Non ho mai lavorato in ufficio “da mamma”.
Però è proprio il mio lavoro e c’ho l’etichetta del mio lavoro appiccicata e io non ho mai avuto la mia etichetta appiccicata. Sono sempre stata un mistero del “ma tu cos’è che fai in pratica?” ovunque andassi. Perché quando si parla di web – e io sono ormai 8 anni che parlo di web anche al lavoro – ognuno ti chiama in un modo diverso e anche se scrivi e progetti e con l’informatica hai a che fare solo in maniera liminare, c’è sempre quello che crede che tu sei la persona giusta per aggiustargli il computer che non funziona più.
Così ieri, insieme alla Malta e sua mamma e alla Frollina, sono andata a comprare un po’ di vestiti. Che il nuovo lavoro potrebbe anche diventare l’occasione per riqualificare un po’ questo corpaccione che ho trascurato assai, da quando è nata la Frollina.
La mamma della Malta mi ha fatto scoprire negozi in cui anche noi ciccione possiamo trovare cose carine e valorizzanti, senza sentirci per forza dei sacchi di liuta. E mi sono divertita a scegliere colori e vestiti e pantaloni da mettere sotto ai vestiti e a pensare a quanto ci starà bene, su quella maglia, la mia collana di cocchini che ha fatto mia cognata Brasileira.
Così, adesso che sono riposata e ho la mente sgombra (più o meno) mi sembra che le cose vadano proprio bene. E non posso non pensare che per il momento, la mia vita mi ha sempre confermato che si può sempre ricominciare da capo e che le cose cambiano sempre e con tale complessità che uno non deve mai sentirsi al capolinea.
Che noi siamo mica degli autobus.
Un in bocca al lupo di tutto cuore, per un anno meraviglioso!! Se ti serve per qualche tuo nuovo vestito e può stare bene… ti faccio una collana di semini di melone e mela (viene carina, sai?!)!
E complimenti!!
Un abbraccio, gio’
Ben detto, Panz.
Io nn starei nella pelle, sono contenta per te, buon inizio
Sonia
Evvai Panz che tengo tutto incrociato per questo tuo nuovo giro in autobus … e pure per il mio che un lavoretto piccolo piccolo l’ho trovato .
Tutti i miei complimenti!
Possiamo chiamarci colleghe per il lavoro ora, oltre che per il blog.
Ma forse è meglio amiche! 😉
Silvia
Grazie per l’incoraggiamento, perchè del mio lavoro non ne posso più e l’idea di arrivare alla pensione rebus sic stantibus mi uccide.
Hai ragione. Delle volte, basta crederci.
Fantastico, divertiti, non darti limiti e non ti sbattere eccessivamente (che i buoni propositi, poi una rischia di impantanarsi e farsi del male). Che si può sempre chiedere aiuto e si può sempre dire di no. ma questo ormai lo hai capito bene.
Un abbraccio,
Ba
In bocca al lupo 😉