2 agosto: Bologna
Stamattina abbiamo preso la bicicletta, Frollina ed io, e siamo andate in stazione.
Mentre ci avvicinavamo alla meta, lei mi ha chiesto: “ci sono din don (leggi: altalene) in stazione?”
“No. Stiamo andando a una manifestazione” le ho risposto io.
“Perché?”
“Perché tanti anni fa, quando la mamma era una bimba, è successa una cosa molto brutta in stazione. Ci andiamo per ricordarci delle persone e perché così, tutti insieme, pensiamo alle cose brutte e cerchiamo di fare in modo che non succedano più!”
In stazione, mentre eravamo tra la folla e parlava Bolognesi, la Frollina mi ha chiesto cosa diceva e perché stava parlando.
Non è facile spiegare il Male a una bambina di due anni e mezzo.
Dopo il minuto di silenzio – che lei ha rispettato in maniera superba – mi ha chiesto nuovamente perché tutti stavano zitti.
“Hai presente quando ti mettiamo nell’angolo dei birichini a pensare al guaio che hai appena combinato? Lo facciamo perché tu rifletta e non lo faccia più. Oggi siamo in tanti. Tutti nell’angolo dei birichini, sperando che non succeda più che il nostro Paese è un posto così brutto…”
L’angolo dei birichini sembra averla convinta, almeno in parte.
Alle 10.40 siamo andate al bar. Dove abbiamo preso il caffè accanto a Carlo Lucarelli e Libero Mancuso.
Non abbiamo sentito i fischi a Sandro Bondi.
Però certe cose, le ho notate con dolore.
Pochi giovani.
Gli unici che ho visto stavano partendo per le vacanze e si lamentavano che per via della manifestazione, gli accessi alla stazione fossero preclusi. Spero che il mio sguardo li abbia inceneriti abbastanza.
Meno gente degli altri anni.
La memoria nel nostro Paese ha le gambe corte.
Il legame tra Oscuro e Politica invece regge benissimo: cambia solo le sue forme.
io non dimentico panz…però ormai non partecipo più a queste manifestazioni, sono diventate il carosello per farsi pubblicità, ogni anno un modo per sfruttare il dolore dei parenti delle vittime, ai quali tra l’altro non è ancora stata detta la verità.
Purtroppo siamo più bravi a travisare i fatti che a ricordarli
Sono commosso da come hai gestito con la piccola questa brutta faccenda. Io quella mattina ero passato da Bologna solo 45 minuti prima diretto a Fano con i miei genitori che oggi non ci sono più. Ricordo i pianti e la disperazione di alcuni ferrovieri, quando giunti a Rimini, la notizia faceva ormai eco. Per tornare la sera una volta accompagnati i miei genitori, dovetti fare tutto il giro, treno locale per treno locale, da Ravenna, Mantova e via di seguito. Ma mai un pensiero di lamento, anzi quel lungo viaggio di ritorno, nel silenzio dei miei compagni di viaggio sgomenti come me, mi ha rafforzato la fede nella Democrazia. Avrei un consiglio al Sindaco di Bologna per il futuro, di non invitare più nessuno a parlare e dire ciance sul palco, solo una bella colorata menifestazione silenziosa per ricordare …