Nevrosi che aiutano a sopravvivere

Ognuno di noi c’ha le sue. Berlusconi deve impomatarsi a morte i capelli, il Pd tenta il suicidio ogni mese, Santoro adora la censura e le mamme very doc buttano in amuchina tutto per “igienizzarlo”, compreso il Pargolo al rientro dai giardinetti.

Alcune piccole (o grandi) nevrosi ci aiutano a vivere: azioni che dobbiamo fare perché una vocina, quella della nevrosi, ce lo impone come un mantra, a un determinato orario del giorno. Non serve nemmeno mettere la suoneria del cellulare per ricordarcelo perché fanno parte del dna.

Non c’è niente da fare.

La mia nevrosi riguarda la cucina Valentina: quel meraviglioso insieme di mobiletti belli che da quest’estate si fa onore a casa mia, al posto della vecchia cucina dove – data la quantità di marcio e annoso lercio – ero convinta abitassero topi geneticamente modificati e che se fossero entrati i Nas mi avrebbero tolto la Frollina.

La mia nevrosi – nello specifico – prende corpo alla sera. Dopo la cena.

Noi si mangia tutti insieme, chiacchierando, raccontandoci la giornata, ridendo per i kili di pesto alla genovese che cadono dal piatto di frollina e finiscono a ingrassare il parchè (non si scrive così, chiedo venia!) e per gli spaghetti che sul pavimento sembrano animarsi quando i gatti cominciano a giocare con loro.

Poi.

Poi dopo una giornata cazzarona, in cui forse ho fatto il letto ma solo se è inverno che devo tirare su il piumino e riga e in cui mi dimentico per ore la pipì della mia prole nel vasino bianco immacolato, a causa della mia nevrosi si compie una trasformazione repentina e subitanea.

Panzallaria diventa Pulirella, l’allegra casalinga di provincia. Mi trasformo nella donna più desiderata dalla pubblicità e con sorriso ebete e occhio languido corro a fare l’unica cosa che mi permetterà di vivere bene la mia serata: pulisco la cucina

Inizio dai piatti. Li lavo o li infilo nella lavastoviglie e la metto in moto.

Passo ai piani di cottura.

Spruzza di qua, spruzza di là, un colpo di spugna tralalà..

Finisco con tutto il mobilio: olio di gomito, gioia del cuore, questa cucina è il mio grande amore!!!!!!

Senza dimenticare il forno in cui mi devo specchiare.

Quando tutto è riposto, quando ogni cosa è pulita e splende e profuma di nuovo, ecco

io ritorno normale

Felice

Pulita la mia animuccia come i fornelli

Serena come dopo una seduta dallo psicologo

Con tanta rinnovata gioia di vivere e speranza per un futuro di ordine e cose buone

E’ la mia nevrosi

ne ho bisogno!

Dico così agli ospiti che passano di qua e mi guardano straniti perché non riconoscono la loro amica e pensano che un extraterrestre particolarmente cacacazzi l’abbia sostituita.

Perché se c’è gente o sono da sola

è perfettamente uguale

7 commenti
  1. Luz dice:

    Essendo la cucina Valentina nuova di zecca, si può comprendere il sacro furore, ma non passare al resto della casa.
    Attenta….

  2. Stefania dice:

    Vedi, si fanno battaglie, si spendono fiumi di inchiostro e quant’altro per affermare la volontà di non essere relegate nel ruolo della casalinga perfetta e poi caschiamo nelle nevrosi da pulizia della cucina. Figurati che io con orgoglio ho così apprezzato il commento dell’imbianchino che ha notato la lucentezza del piano cottura al punto di insinuargli il dubbio che per mantenerlo così rinunciavamo a mangiare! No, non ci riesco proprio ad andare a dormire la sera lasciando che l’unto si impadronisca della mia cucina.
    Stefania mamma di Vittoria

  3. Mammamsterdam dice:

    Ìo un periodo ero abbonata alla newsletter in inglese di Flying ladies. Tra i loro mantra c’era il fatto di cominicare a piccoli passi per togliersi la merda di torno dalla casa e dalla vita, e crearsi piccoli rituali. quelo della sera: prepararsi i vestiti (utile quando ho lavori di rappresentanza, ma per me vestirsi significa dar corpo all’umore del momento, e che ne so io la sera prima?)
    L’altro rituale della sera era quello di non andare a letto prima di aver lucidato il lavandino. (Che è vero, se alla mattina sai dove poggiare mezza caffettiera mentre riempi d’acqua l’altra metà, la giornata inizia bene, ma oooh,).
    Per dire che piccoli rituali e igiene mentale vanno di pari passo, ma meglio appunto lucidare la cucina che farsi la sigaretta del dopocena e spegnerla nel piatto colmo di avanzi.
    Poi cocca mia, ce lo vogliamo ricordare cosa rappresenta la cucina Valentina per te? La famosa lettera? La presa di coscienza, che se ti incazzi, giustamente, e lo esprimi, grazie all’aiuto ed incoraggiamento di tanti, le cose si muovono a tuo favore?

  4. Luciana dice:

    Piccole nevrosi o… “sane abitudini”?!
    Sono la reginetta delle nevrosi, la miss delle fisse, la first lady delle manie, la quintessenza delle ossessioni… e me le concedo tutte in casa perché il bello, il positivo, il “meglio” della vita da single è anche che ti puoi “godere” in libertà tutte le nevrosi che vuoi, senza dar fastidio a nessuno…!
    Ed allora giù con…:
    nemmeno il tempo di entrare in casa e chiudo a chiave la porta d’ingresso;
    uso le mollette colorate solo se le posso accoppiare con le tinte dei panni che stendo;
    appena qualcuno li sposta, ricolloco nella medesima posizione soprammobili, sedie ed oggetti vari;
    asciugo lavandino e lavello dopo ogni uso (anche se c’è una sola goccia!);
    raddrizzo al millimetro i quadri;
    sistemo i piatti nello scolapiatti tutti nello stesso verso e prima tutti i piani, poi i fondi e poi i piccoli; conservo gli abiti nell’armadio ordinandoli per genere e dunque mai una gonna tra due pantaloni, mai una giacca tra due vestiti….
    Vado avanti?! Forse è meglio finirla qui!
    Solo un’ultima nota: non preoccupatevi, nonostante le mie nevrosi, vengo considerata e mi considero una persona “normale”! 🙂

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