Donne da bar
Alla frollina le piace il caffè: come alla mamma. Tutte le volte che entriamo in un bar e io mi prendo un cafferino, allora lei comincia a sbirciare dentro la tazzina, fa tanto d’occhi sgranati e smaneggia tutta per afferrarne il contenuto scuro.
Forse c’è un perché.
La sua mamma è una donna da bar. Non di quelle squallidine che passano la giornata a spettegolare al banco o a giocare con i giochi d’azzardo.
No, io c’ho la finezza della donna da bar che ama il caffè.
Della donna da bar che crede ancora che tra te e il tuo barista si instauri un rapporto di profonda fiducia.
Che lui sia un po’ uno psicologo dei poveri e che – al prezzo di un caffè – possa trasformarti una giornata nera in una buona esperienza.
C’ho tutta una mia personale teoria sui bar. Come devono essere fatti, come deve essere il/la barista e quali sensazioni mi debba suscitare.
Oltre al fatto che il caffè non deve essere brodaglia imbevibile. Perché un buon caffè è un arte e il barista ci deve mettere amore.
Come i cani, anche io lungo i percorsi della mia esistenza, ho fatto delle pisciatine: in forma di bar.
Un posto di lavoro assume qualità se è posizionato vicino ad un buon bar, dove la sottoscritta possa farsi una degna pausetta e magari qualche chiacchiera fuggevole.
Anche alle case che ho avuto mi affezionavo di più, se c’era un buon bar nei pressi.
E molti ricordi dell’università.
Mica in facoltà succedevano le cose più importanti, ma al bar.
Ora c’ho il mio percorso. Tante pisciatine tra casa e i giardinetti della frollina.
C’è il mitico bar Billy, lui è in cima alla classifica.
Per i tavolini fuori; per i baristi che adoro, per gli umarells che parlano di pallone e per quel look anni sessanta che lo rende unico nel suo genere.
Poi c’è il bar della zia: una simpatica signora di mezza età che adora la frollina e si vanta che è stata la prima cliente di o giorni che è entrata nel suo locale.
“Vede che carina, signora Mainardi? Guardi quanti capelli..è poco bella?” fa sempre con le zdaure clienti affezionate.
E al bar della zia fanno le migliori paste alla crema del circondario.
Poi c’è la pasticceria porcona dove mi incontro con la mammasalsiccia. Di nascosto da papàsalsiccia.
Paradiso delle papille gustative. Antro dei cuscinetti e della libidine gastrica.
Al bar si chiacchiera bene. Ci si rilassa.
Se mi offrono un posto di lavoro in un’agenzia dove vicino non c’è un bar degno di questo nome, allora non so mica se accetto! Oppure mi devono dare molti soldi, per il danno emotivo contratto.
Alla frollina piacciono i bar e il caffè. Ride con tutti. Sorrisi larghi, risate grassottelle. Guarda tutti con prontezza scenica, con tempi tragici degni di un attore navigato.
Siamo riusciti perfino a farci offrire una colazione, una volta. Un cliente della zia (gran pezzo di gnocco, tra parentesi!) si è innamorato della frollina al primo sorriso.
C’ha un figlio piccolo anche lui e si deve essere specchiato.
E via di colazione alla “mamma di una bimba tanto bella…”
Una volta gli uomini mi offrivano il caffè per altri motivi, però fa lo stesso…
Le donne da bar si evolvono e preparano le nuove generazioni al passaggio di testimone…
Buon caffè a tutti voi, che mi leggete tra la pausa macchiata del mattino e la sigaretta del buon giorno, insieme al collega assonato.
Buon lavoro e buona giornata.
Noi andiamo al bar…eem, volevo dire: noi andiamo al parco!
Accidenti se la frolly inizia già da ora col caffè chissà come sarà tra un pò di tempo 🙂 anche io adoro i bar e sai cosa mi piace della gelateria dove lavoro? che coi clienti abituali ormai abbiamo perso la formalità del ‘io sto dietro il bancone e ti servo e te ne vai’ ma si siedono loro a mangiar il gelato e ci sediamo anche io e il proprietario instaurando proprio dei meeting sugli argomenti più disparati. Ieri ne abbiamo fatto uno su come si cucina il pesce. Mangiando gelato all’anguria. 😉
grande panz…leggendoti mi sembra di vedere me e la mia mamma… lei mi ha “tramandato” la passione per il caffè un pò come tu ora fai con la Frolly. e tutt’ora io e lei ci concediamo gustose e irrinuciabili chiacchere con tazzina alla mano. e talvolta il mignolo tirato all’insù. perchè fa ancora più bello.
Non sono stupende queste tradizioni così matriarcali?
W le zdaure da bar.
un bacio panz!
Anche Amelia ha una predilezione per i bar. Ce n’è uno del centro che, all’ora della sua merenda, si riempie di signore che si ritrovano per il tè. Le fanno tutte una gran cera e lei le gratifica con i suoi sorrisi pieni di denti.
E poi il bar del paese, dove fanno le brioche più buone del mondo. I bar occasionali, dove conquista sempre il/la barista. I chioschi, dove abborda i cani.
Anch’io ho una figlia da bar, insomma 🙂
uh panza, come ti capisco… pensa che ho scelto casa per la vicinanza con Billi!!!