In un minuto…
Oggi ho avuto il tracciato. Frollina sta molto bene. Liquido amniotico a sufficienza. Si muove e il cuore è regolare. Ma ci andrà ancora una settimana prima che nasca – almeno.
Avevo appuntamento alle 10.30, sono uscita dall’ospedale alle 14.30.
Ma oggi è stata anche una giornata molto brutta. Sono molto felice per Frollina, mi sento molto fortunata. Ma non riesco a smettere di piangere.
Stamattina con me a fare il tracciato c’era anche R., una mia compagna del corso preparto che finiva il termine proprio oggi.
Ci eravamo sentite ieri per accordarci. Tutto bene. Anche lei stanca della panzona, con una gran voglia di veder nascere la sua bambina: Matilde.
Abbiamo passato la mattina a chiacchierare, mentre attendavamo il nostro turno. Si è parlato di ovetti, di come avremmo gestito il natale e di quanto erano agitati i rispettivi compagni.
Io sono entrata per prima a fare il tracciato.
Frollina ballava il tagadà nella pancia, pure un po’ fastidioso, ma ora ringrazio il cielo di quei piedi puntati sul mio sterno.
Tutto a posto. Sono uscita, aspettando paziente la seconda fase di queste visite.
R. è entrata dopo circa 30 minuti a fare il suo tracciato. E’ trascorso pochissimo e l’ho vista uscire, trafelata, insieme alla ginecologa.
Mi ha guardata e mi ha detto “non si muove, vado dall’ecografista…”
Ho pensato ad un sonnellino. Frollina dormiva sempre nelle prime visite.
Quando ho visto correre la ginecologa avanti e indietro con la roba della mia collega di pancia e il suo sguardo si faceva sempre più truce, ho cominciato a preoccuparmi.
Ho cercato di capire qualcosa ma era impossibile, nella concitazione del momento.
Dopo 40 minuti mi ha chiamata per compilare la cartella e ho saputo cosa stava succedendo.
Il cuore della bambina della mia amica non batteva.
Era morta.
Non si sa quando né come, ma la stavano portando d’urgenza a fare un cesareo.
Mi dispiace raccontare queste robe. Per Lilibeth e per Meringa e per tutte le ragazze incinta che mi leggono.
Ma è stato bruttissimo e ora ho un viluppo di sentimenti contorti sul cuore. R. prima di salire al pronto soccorso è passata dove ero io. Ci siamo abbracciate e piangeva e piangeva e piangevo anche io.
Non ho saputo fare altro che piangere: che merda…
Non ho saputo fare altro che ringraziare dio che non ero io quella colpita da questa tragedia al nono mese.
Che merda.
Ho pensato al fatto che un minuto prima parlavamo di tutine e natale e pannolini economici e un minuto dopo il mondo le si è rovesciato addosso.
Tentavo di stare tranquilla per Frollina ma avevo solo un gran groppo in gola e un senso – lancinante – di colpa.
Mi hanno visitata ed ero tesa. Ho perso del sangue. Dicono che sia normale. Io so che è il dolore che provo e che prova mia figlia per questa tragedia che mi ha -appena – sfiorata.
Ma che ha fatto piombare me e Tino nella realtà della volubile vita che dovremo accudire.
Che mi ha fatto capire quanto amo questa creatura. Quanto dobbiamo fare per lei. Con la consapevolezza della fragilità: la sua e la nostra.
Sono tornata a casa e ho dovuto passare del tempo con mia madre. Tino era al lavoro e mi chiamava – anche lui completamente scioccato.
Mia mamma è stata fantastica e anche Bì che è passata di qui e abbiamo parlato di altro. Ma mentre tentavo di non pensare, di non fare paragoni, di non angosciarmi, rivedevo il volto di R. mentre mi raccontava l’ultima gag del fidanzato e mi diceva che negli ultimi giorni la bambina “era così buona, si muoveva tanto poco” e io la guardavo e le rispondevo che certo, hanno così poco spazio…
Ho avuto fortuna. Perché come lei non si è accorta di nulla, che aveva avuto dei dolori sabato notte ma poi tutto si era sistemato, io forse – altrettanto – non avrei capito l’urgenza della situazione.
Ho avuto fortuna, perchè il mio ginecologo mi visita ogni settimana ormai e sente sempre il cuore della mia bambina.
Ho avuto fortuna perché il destino ha deciso che toccava a qualcun altro.
Mi sento così merda a pensare certe cose. Mi sento completamente oppressa e so che così faccio solo del male a Frollina.
Ma in un minuto, vi giuro, mi è cambiata la percezione di tutto.
Gaudeamus igitur. più che mai. con la migliore e maggiore responsabilità possibile…
senza dimenticarci che la vita è un soffio.
Stasera lascerò una candela accesa sulla mia finestra. Per R. e per la piccola Matilde che non vedrà mai questo mondo…
scusate lo sfogo.
soprattutto voi che siete in questa delicata situazione emotiva che si chiama aspettare un bambino…
a presto
So cosa provi: è capitato anche a me, con la mia migliore amica! Lei avrebbe partorito un paio di mesi dopo di me, e avrebbe dovuto essere la madrina del mio secondo figlio, invece tre giorni prima del battesimo, ha perso il suo bambino, nello stesso modo della tua amica. E il suo dolore è stato il mio, amplificato dal senso di colpa che provavo. E purtroppo tutto questo ci ha allontanate a poco a poco: lei non poteva vedere il mio bambino senza provare un dolore indicibile. E quando sono rimasta incinta per la terza volta, quasi subito dopo il secondo, ci siamo completamente perse di vista. E per tutta la gravidanza quando non sentivo la bambina muoversi, la sollecitavo proprio per il timore che potesse succedere anche a me.
Ti abbraccio con tutto il mio affetto e pregherò per quella piccola vita scappata via così presto, ma soprattutto pregherò per quei due genitori perchè possano consolarsi a vicenda e possano superare questo momento tremendo.
Azz, non ho parole di fronte a una tragedia e a un dolore così grandi… sono fatti che lasciano sempre di stucco e fanno riflettere anche solo a leggerli o a sentirli raccontati. Per il resto quoto la parte finale del post della bella addormentata… dai che ci siamo quasi. 🙂
Mi e’ presa una fitta allo stomaco mentre leggevo quello che hai scritto.
Io non posso neanche immaginare cosa voglia dire perdere un figlio a pochi giorni dalla sua nascita.
In questo momento, le notti insonni, la stanchezza che provo,le preoccupazioni, sono tutti passati in seconda terza linea perche’ mi rendo conto di quanto sono fortunata nel poter prendermi cura di mia figlia.
Spero che R. si faccia forza, spero che abbia persone che la amino e le diano tutto il sostegno psicologico e affettivo di cui ha bisogno ora.
Ti abbraccio
Slim
che cosa volevi fare, oltre a piangere? non giudicarti, amica mia: ci sono cose che vanno decisamente oltre. la fragilità della vita merita solo com-passione e cento passi indietro…
Ciao Panzallaria, è da tanto che non passo qui.
Sono corsa sul tuo blog per sapere se Frollina era già nata…
Mi spiace per R. e Matilde.
Infinitamente.
Io sono una piccola lucella. Non capisco. Solo a tratti posso sentire. E ora sento vicinovicino a panzallaria. Sottile come un venticello d’estate ti fo il solletico.
Ero all’ottavo mese quando due colleghe hanno avuto la stessa disgrazia di R.!
La ragione ufficiale è “gestosi”, ma io non escludo che il dolore che ho provato per loro non sia una delle cause del mio parto anticipato!
Devi essere forte già ora per la tua Frollina!
Ciao Panzallaria,
e’ mattina presto qui a NY, fa un freddo cane ed e’ molto che non scrivo…Mi manca l’Italia e la mia vita e’ molto cambiata… sembra che non abbia tempo per nulla. Passando per vedere se Frollina era nata, mi sono resa conto di quanto sei cambiata leggendo i post precedenti. Sono senza parole…Queste disgrazie non le auguro a nessuno. Talvolta ci lamentiamo, ma de che?? Le cose importanti sono ben altre. Cerca di stare serena, per l’interesse di Silvia. In bocca al lupo!
Grazie – infinitamente – a tutti voi.
Leggere i vostri commenti mi ha riempito di affetto e calore…
non ho molte parole del resto. solo un confuso dolore sullo stomaco che si mescola con la speranza che a frolli vada tutto bene…
grazie ancora e un abbraccio collettivo
Ammetto che appena ho letto questa storia, sono corsa ad abbracciare mio figlio di là…
Un abbraccio a quei due genitori e un saluto a te e a Frollina, sperando di leggere presto del suo arrivo!
p.s oggi a Bologna c’era un tempo splendido…che ne dici di farla nascere in un autunno quasi primaverile???
Michy
piccola76.splinder.com
Sono senza parole..non so davvero che cosa dire se non mi dispiace tanto e che mi auguro di non dover assistere ad una cosa del genere.
Cara Panzallaria, una cosa è certa: non bisogna colpevolizzarsi, perché ogni gravidanza fa storia a se stessa. Ed è diversa dalle altre. Pur trattandosi delle stesse incredibili tappe.
Ti abbraccio sperando che tu riesca a concentrarti su te stessa, ché in questo momento è la cosa più importante.
Un abbraccio