Spannolin-action

Da due mesi la frollina dava segni di stanchezza circa il suo pannolino e già durante le vacanze di natale avevamo fatto un accenno di utilizzo del vasino. Solo che non eravamo stati abbastanza coraggiosi e avevamo optato per un passaggio soft alla realtà del water, togliendole il pannolo solo in casa.

Quando le maestre del nido ci hanno fatto capire che si trattava di una grossa cazzata, che lei poi si confonde e cose così, noi le abbiamo lasciato il pannolino.

Pigrizia genitoriale; abbiamo deciso di procrastinare a tempi migliori e climi più miti.

Poi dalla settimana scorsa nostra figlia – che mica per niente è stata partorita sotto il segno del Sagittario – ha cominciato a chiedere sempre più insistentemente di fare pipì sul wc dei bimbi al nido e sul vasino a casa. La dada mi ha guardato, lunedì e mi ha fatto capire che era giunto il momento, se non per me, di sicuro per mia figlia.

E così ieri ci siamo lanciati: le abbiamo tolto il pannolino al mattino e da allora non lo porta più, tranne che per dormire.

Come sempre frollina ci stupisce: quanto è testarda su alcune questioni (dedicherò poi un post alle fatiche dei due anni, alle prese di posizione e anche alle crisi di identità che innescano in noi altri vecchiardi) tanto è in grado di adeguarsi velocemente alle cose e impara come una spugna.

In due giorni ha fatto la pipì nelle mutandine una sola volta. Siamo usciti, siamo stati ad una festa di compleanno ieri e sulle giostre oggi e non ha battuto ciglio. A casa degli amici dove eravamo ieri ha addirittura fatto tutto nel water dei grandi, senza riduttore.

La svegliamo al mattino e al pomeriggio e la piazziamo sul vasino:  non ci mette mai più di tre minuti a produrre qualche cosa di suo che – prima di abbandonare lungo le fognature bolognesi – rimira con orgoglio e amorevole cura.

E’ brava. Lo dico senza falsa modestia.

E’ brava anche perché in questi giorni abbiamo cambiato anche altre abitudini e sta riuscendo ad adeguarsi molto bene: mi riferisco alle pratiche del dormire. Da quando sono stata male avevo iniziato ad addormentarla in braccio, grande conforto a me stessa e alle sue paure, ma la cosa ci era nettamente sfuggita di mano. Ultimamente il rito della nanna si era allungato a dismisura e se solo la appoggiavo nel lettino si risvegliava e cominciava a piangere per tornarmi in collo.

Non potevamo più andare avanti così: continue sveglie notturne per venire in braccio e Tino completamente inutile alla causa. Qualche giorno fa, dopo l’ennesima discussione, abbiamo deciso di porre un freno a questa situazione e le abbiamo amorevolmente spiegato che bisogna fare la nanna nel lettino, che ci sono i suoi amici della nanna e che mamma si siede di fianco e le racconta una storia ma poi si dorme senza stare in braccio.

La prima sera è stata tragica: abbiamo ballato fino all’1.30 del mattino. Ma già dal secondo giorno è andata meglio. La accompagniamo a dormire, la tengo in braccio da sveglia per cinque minuti, la riempo di baci e poi le anticipo che la metto nel letto.

Lei ha capito, si piazza nel suo lettino, riordina i suoi amici della nanna, li coccola un po’ poi si stende e mi chiede una “canzone” (in frollinese: favola). Io mi invento ogni sera una storia nuova in cui animali, bambini e lei stessa hanno mille avventure per finire sempre felicemente addormentati, termino la storia e poi inizio con il “mantra della nanna”: faccio una lista di tutti i suoi amichetti e le dico che fanno la nanna con una voce talmente noiosa che mi addormento da sola.

Una roba così: “pippo è nel suo lettino che fa la nanna, giada fa la nanna, dario fa la nanna, anche isabella fa la nanna. tutti i bimbi fanno la nanna…” e vado avanti fino a quando non è caduta in un sonno profondissimo, sfinita dal sentirsi dire che il mondo intero è tra le braccia di Morfeo.

Insomma: a volte è davvero difficile. Per vestirla ci vuole un reggimento di incursori, stiamo cominciando ad odiare la parola “no” e ci sono dei momenti in cui sbatterei la testa contro il muro perché ogni preghiera o spiegazione è vana, ma ci sono anche occasioni come questa del pannolino o della nanna che mi fanno pensare che è poi una bimba molto acuta e in grado di imparare in fretta.

Ci mette costantemente alla prova.

Mette alla prova il nostro carattere e la nostra capacità di imparare da lei e dalle situazioni.

A volte bisogna fare i conti con i propri limiti, capire dove sono, imparare ad accettarli e imparare ad accettare i suoi. 

A volte sono guerre con Tino: lato femminile e maschile si scontrano su come esercitare il nostro ruolo. Ma è bello: una sfida d’amore continua.

E da oggi un grande risparmio in termini di pannolini.

2 commenti
  1. Elisa dice:

    Mi sa che presto toccherà anche a me questa fase , la cippola ormai più volte al giorno vuole “produrre” sul vasino …oggi vado a iscrivela all’asilo che strana sensazione , due anni fa ero qui a rimirarmi i piedi a cotechino e mi sembra ieri

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