Le montagne russe del cambiamento e un libro che ho scritto
Non sto scrivendo sul blog. C’è un motivo preciso che mi tiene lontana da qui e dirada contenuti su Panzallaria. Sto scrivendo un libro. Per la verità, la prima stesura (ma anche la seconda, terza e quarta) è già finita e sto lavorando di cesello.
Il libro riguarda la mia muta. Quella che ho chiamato dieta quando è iniziata ma dieta non è stata. Il mio percorso per diventare una persona normopeso dall’essere una donna obesa.
Ho scritto una specie di autobiografia forse. Un racconto del mio ultimo anno. Una storia di ciò che mi ha condotta a ingrassare prima e a dimagrire ora.
Non è stato facile, anche se la prima stesura è stata velocissima e urgente. E’ ancora più difficile rileggerlo, sistemarlo, tagliare e aggiungere. E non solo per motivi strettamente “editoriali”, ma anche perché questa narrazione ha fatto emergere molte cose, le ha messe in fila. Poi, potete immaginare che palle, ogni tanto, passare l’intera giornata a ravanare intorno al proprio ombelico 😉
Si perché mi ci sono messa di impegno. Quest’estate ho investito due mesi unicamente su questo progetto e tuttora sto investendo tempo professionale per farlo. Perché era una cosa importante per me e ho la presunzione di credere che sia una storia che va raccontata e – spero – letta.
Ma quando la racconti, la tua storia, è inevitabile che pezzi di narrazione portino fuori molte cose, non tutte belle. Non tutte positive. Finire questo libro è stato importante, tuttora lo è coltivarlo e limarlo, ma è davvero un lavorone, dal punto di vista psicologico.
Così faccio fatica a scrivere altrove. Sono molto concentrata.
Poi sono entrata in un’altra fase della mia muta. Non desidero più dimagrire ma mantenere il mio peso e il benessere fisico che questi 63 chili mi portano. Mi sono tagliata i capelli molto corti e adoro la mia nuova pettinatura.
Ma un corpo agile (e se vogliamo più grazioso) e il viso scoperto sono anche una novità assoluta a cui devo fare l’abitudine: ho perso 40 chili e non ho più la mia corazza. I miei occhi non possono nascondersi dietro la frangetta. Mi accorgo della diversa percezione che gli altri (sconosciuti e non) hanno di me. Mi accorgo del diverso sguardo delle persone.
Certi giorni, vuoi questo libro, vuoi le braccia sottili, mi sento estremamente vulnerabile. Certi giorni mi sento una donna “nuova” con la fatica di dovere fare i conti con un totale sbilanciamento rispetto a quello che ero. Pubblico e privato.
Insomma, non è sempre facile. Ciò non significa che io non sia felice, soddisfatta di quello che ho fatto. Ciò non significa che non pensi di essermi fatta del gran bene e che quella di dimagrire è stata la decisione più preziosa che ho preso per me, in tutta la vita.
Ma 40 chili sono una persona (e nemmeno neonata) che è scivolata via. E bisogna farci un po’ l’abitudine.
Tra il libro e questo, sono sincera, non è un periodo facile. Non mi strappo i capelli (che sono anche troppo corti per essere tirati;-), non ho crisi di panico, ma ogni tanto sono davvero una grandissima cacacazzi. Ogni tanto riesco a diventare così odiosa che mi sopprimerei da sola.
Ogni tanto mi prende il piglio incazzoso (tipo soldatessa al rientro dal Vietnam) e ogni tanto mi sento un passerotto che qualche crudele cacciatore ha tirato giù dal nido e pigola disperatamente la mamma morta.
Poi c’è questa cosa di chi mi dice che sto dimagrendo troppo. Che sono punti di vista, me ne rendo conto. Che capisco anche che uno poi che mi vuole bene, possa anche pensare che ci ho preso troppo gusto e che tutte queste ossa che adesso si vedono e le braccia più sottili (ormai non posso nemmeno sperare di riciclarmi nel settore agrario!) possano essere il segnale di non so quale malattia. E io faccio fatica a farci i conti. Perché mangio. Solo che mi muovo tantissimo. Che faccio sport. E a me hanno insegnato che quando si fa sport, si fa TANTO sport e ce l’ho iscritto nel dna e non faccio mica a malo modo eh? E continuo un po’ a dimagrire, è vero. Ma non so, penso che sia solo il mio corpo che sta tendendo all’efficienza massima. Sto bene.
Insomma, è TUTTO diverso. Sono diversa io, ma è anche diverso il mio modo di vivere ed è diverso il modo in cui sono percepita. E niente. Tra il libro e questo, mi sembra di stare sulle montagne russe. Ogni tanto.
Il libro non ha un editore. Per il momento lo hanno letto 4 persone. Due mi amano troppo per essere obiettive, ma gli è piaciuto. Ma una di queste persone è una editor che mi sta aiutando e dice che secondo lei è un buon libro.
Io voglio provarci insomma. Seriamente. Se non riesco a pubblicarlo di carta (e punto abbastanza in alto, sono sincera, bando alla finta modestia), lo pubblico da sola. Divento editore e lo metterò in vendita online, in qualche modo.
Insomma, il libro vedrà la luce. Su questo ho la certezza. Come, lo vedremo e costruirò nei prossimi mesi.
caspita che trasformazioni! Complimenti per il coraggio, tutto il coraggio, da quello di cambiare a quello di scriverne.
Il coraggio di fare tutto il viaggio: quello esterno, tangibile, e quello interno, intangibile ma che si porta dietro anche l’altro.
Negli ultimi mesi ho fatto l’esperienza del non riuscire a dimagrire nonostante lo sport: da 30 minuti a 7 ore la settimana per 2 mesi e mezzo, mangiare meno e niente.
Dentro una sola convinzione: io non posso dimagrire! Sarei troppo vulnerabile…
ciao
lucia
E…. io aspetto 😉
Io, io lo voglio leggere!!!! Mi sembra proprio una storia che merita. Non vedo l’ora, brava 🙂
Aspetto il tuo libro 🙂