Una piccola Girardengo in famiglia
E’ tutta l’estate che le rompiamo i maroni sulle cose che è ora di imparare.
Le rompiamo i maroni perché ha voluto i pattini e li ha portati solo un paio di volte, le rompiamo i maroni perché a 6 anni che tendono ai 7 bisognerebbe smetterla di usare le rotelline della bici e impegnarsi per imparare ad andarci.
Le rompiamo i maroni, fondamentalmente perché – oltre a essere due grandi rompimaroni, suo padre ed io – siamo convinti che debba conquistarsi la sua emancipazione e non dare per scontato che arrivino cose da usare, con cui giocare.
Se ci sono, si usano.
Una mattina – era forse ferragosto – Frollina si è svegliata (eravamo in montagna) e ci ha detto che aveva sognato che imparava ad andare in bicicletta benissimo, che lei voleva imparare. Anche perché uno dei pungoli maggiori che le stiamo dando è il fatto che ormai la bici è il nostro solo mezzo di locomozione (la ‘Unto è defunta per sempre e non abbiamo intenzione di comprare un’altra macchina) e che sul seggiolino non possiamo praticamente portarla più.
Non appena abbiamo rimesso piede in città, Frollina ha subito detto – molto seria e convinta – che voleva riprovare ad andare in bici senza rotelline. Eravamo già tutti in cortile, pronti per la grande prova, quando ci siamo accorti che la sua bicicletta non c’era più. Sparita. Volatilizzata. Polverizzata.
Ci abbiamo messo un po’ a elaborare il fatto che il mondo è cattivo e che nel 2013 anche una bicicletta per bambini può essere rubata, che può succedere nel cortile di casa, ma poi abbiamo dovuto farcene una ragione. Io ho anche pensato fosse il destino, mia figlia forse deve rimanere una che in bicicletta non ci sa andare, non lo so. Ho pensato alle mie amiche (e ne ho qualcuna) che c’hanno paura delle due ruote e mi sono detta che forse anche questa bambina era destinata a quella vita lì.
Per fortuna invece Tino – più pragmatico – ha preso in mano la situazione, abbiamo chiesto in prestito una vecchia bici a una compagna di classe della bambina e con quella bmx tra le mani ci siamo ritrovati tutti nel parco sotto casa.
In 30 secondi netti Frollina è partita. Era pronta. Matura. Cotta. La bici era perfetta per lei. Forse un po’ piccola, ma meglio così. Lei aveva un sorriso a 102 denti che le mangiava tutta la faccia, mentre ci passava davanti con il suo casco a forma di zebra.
Noi sembravamo i supporter della Ferrari, a bordo pista a saltare e esultare.
E’ trascorsa ormai più di una settimana da quel giorno lì in cui nostra figlia ha imparato a pedalare da sola e da quel momento la nostra vita ha subito un’accelerazione: Frollina si sveglia al mattino che ha già il casco in testa, le scarpe da ginnastica e i pantaloncini comodi.
Saltella e ripete ossessivamente: “Allora? Quando usciamo? Quando vado in bici?” fino a quando, ancora con le caccole del sonno negli occhi, non inforchiamo anche noi le nostre biciclette e si va tutti insieme in giro per le ciclabili a nostra disposizione.
Il primo giorno che siamo uscite insieme, ognuno con la sua bici, io ero molto emozionata. E anche lei.
La città era ancora vuota per via delle vacanze. Ci siamo infilate sotto il portico, per raggiungere un parco vicino dove ci aspettavano amici.
Non in strada, ho pensato. Per iniziare andiamo pianino sotto il portico.
A un certo punto del nostro percorso, ci si è parato davanti un tizio alto un metro e una banana, poteva avere 60 anni, con un fischietto RUMOROSISSIMO e una maglietta del camping Lido Adriano. Ha cominciato a fischiarmi nelle orecchie. Ma forte che mi sembrava di essere dentro un cartone animato. C’erano anche i suoi sputacchi disegnati nell’aria!
“Polizia di Stato!” si è presentato, lui e la sua maglietta di Lido Adriano.
“Si vergogni!!!!!!!” urlava. “E’ questo l’esempio che vuole dare a sua figlia?????????” continuava, indicando il portico. Io lo so che sotto il portico non si può andare con la bici, ma noi eravamo a una velocità irrilevante, lei stava imparando e davvero – a parte qualche matto (appunto) – non c’era proprio nessuno. E poi perché devo rendere conto a uno che indossa una maglietta del camping Lido Adriano???
Frollina mi guardava tra l’inebetito e lo spaventato. Il “poliziotto” ha continuato: “Se non scendete subito dalla bici chiamo immediatamente i carabinieri!!!!!” che sarebbe come se un idraulico che ti sta sistemando un tubo dicesse: “Aspetti che chiamo il fontaniere!”, ma non importa.
Ovviamente siamo scese dalla bici e ci siamo allontanate a piedi, mentre frollina mi chiedeva come si fa a capire che uno è matto, cosa succede quando uno è matto, che lei vuole sapere se si manifesta come l’influenza o cosa e altre domande del genere, quelle che ti mettono in crisi per il mese successivo.
Temevo che la scena l’avrebbe un po’ intimorita e invece niente: Girardengo è tra noi. A lei andare in bici piace tantissimo. Siamo sempre fuori in bici.
E io mi sento molto felice per tutta una serie di motivi. Perché la bici è libertà e da quando non ho altre opzioni devo dire che ne ho riscoperto i vantaggi in termini di salute, spostamenti e gioia di vivere.
E così ora l’idea che la macchina non la ricompreremo (abbiamo altre idee di spesa) e in città si girerà su due ruote, mi piace ancora di più!!!
[nella foto frollina non ha il casco ma solo perché si era messa in posa a favore di telecamera ed eravamo in pausa. I bambini, specialmente quando devono imparare, necessitano sempre di una copertura adeguata per la sicurezza della loro testa! w il casco]
beh allora non siamo gli unici rompiballe…
non siamo gli unici che è tutta l’estate che le rompiamo le b.. per le cose che deve imparare…
non siamo gli unici che tra queste cose avevano messo “togliere le ruotine” a quasi 6 anni..(più i pattini ma quella è un altra storia)
beh ce l’abbiamo fatta anche noi..alla fine..dopo un inverno di prove, cadute, pianti..cosi in un baleno, in un lampo..voilà…siamo equilibriste delle due ruote…
e siccome le cose si fanno sempre in coppia anche la duenne ha dovuto imparare ad andare in biciletta…per le ruote le diamo fino al prossimo anno…
GRANDI 6enni della romagna (vabbhe anche emilia)..
Anche qui da noi s’usa tantissimo. Cmq, a parte l’entusiasmo iniziale, che le è durato un annetto buono, amerebbe ancora farsi scarrozzare dalla mamma…
Prima di Ferragosto, poiché Sara (4 anni e mezzo) insisteva da settimane sfibrandoci i nervi, abbiamo tolto le rotelline ala sua bici. Risultato: un paio di prove infruttuose e poi “Basta, sono stanca. Basta, ho da fare”…
Abbiamo tentato di convincerla, parlarle, prometterle premi… nulla! La Sara ha deciso che rivuole le rotelle. Ok, pazienteremo, del resto di salti e capitomboli ne fa in abbondanza tutto il giorno. Con la speranza che la prossima primavera si tenti l’esperimento di “bici senza rotelle” con maggior successo… Altrimenti va a finire che anche lei ha tutte le cose del mondo (bicicletta, bambola, tempere e acquerelli, giochi vari) per usarle solo una o due volte. E in questo caso la briccona somiglierebbe proprio a suo padre, che chissà dove avrà nascosto la sua mountain bike… per non parlare delle canne da pesca!!!…)
Anche noi avevamo provato più o meno a quell’età e il risultato era stato lo stesso, anzi, frollina poi si è fatta prendere da misto paura e pigrizia e non voleva più andare in bici. Secondo me o si inizia con la bici senza pedali (che se tornassi indietro prenderei quella) oppure prima dei 5 anni e più non si sentono pronti.
Ma è meraviglioooosoooo!!
Tu sai quanto io sia assolutamente e unicamente pro-bici!!!
La Frollina sulla bici è davvero bellissima, è una gran foto!!
un post molto incoraggiante per la mia oltre treenne che non sa neppure pedalare su un triciclo. avrà i suoi tempi, lenti, ma li avrà. e io non devo smettere di spingerla anche quando la pazienza salta….