4 marzo 2013 – Bologna
La Frollina dice che vuole la voce strana come quella di Lucio Dalla, per diventare una cantante.
Ogni tanto prova a rendere la sua – squillante e infantile – roca, perché dice così, anche io canterò delle belle canzoni come Lucio Dalla che aveva la voce strana e cantava così bene.
Mi ricordo ancora quando, alla sua stessa età, durante la colazione del mattino ascoltavamo uno dei suoi dischi e io pensavo davvero, che prima o poi sarebbe stato 3 volte Natale.
Lucio Dalla è stato per ognuno qualcosa di diverso, per me a seconda dei momenti ha regalato emozioni.
Ero bambina e speravo fosse sempre festa, avevo 15 anni e volevo scappare dalla dimensione soffocante del mio paese. Come Anna e Marco.
A 16 mi sono innamorata per la prima volta e Dalla faceva da sottofondo a quella altalena di umori che procurano le prime cotte.
Quante volte ho ballato Disperato Erotico Stomp a Villa Serena durante gli anni dell’Università? Lo mettevano su subito prima o subito dopo Camerini e la Rettore.
Lo si incontrava per strada Lucio Dalla.
Non era mai solo, sempre con qualche amico, con una coda di persone che lo accompagnavano, sempre sorridente. Non ho mai visto nessuno assalirlo in questa città, è una città che ha molta cura dei propri vip questa: Lucio Dalla, Morandi, ma anche tutti gli altri, quelli più recenti come Carboni prima e Cremonini poi, non credo di avere mai visto scene isteriche o folle di persone che li fermassero per strada.
Li vedi camminare per le vie del centro, ti siedi accanto a Morandi a teatro. E’ normale. Sorridi dentro, pensi che soccia, hai incontrato Dalla, soccia hai incontrato Morandi, ma non so, è come se facesse parte dell’essere in questa città, del vivere a Bologna.
E così Lucio prima o poi lo abbiamo visto tutti qui e a tutti prima o poi è venuta voglia di abbracciarlo.
Poi un giorno, un giorno di un anno fa, Lucio se ne è andato per sempre. Sapevamo che non avremmo più potuto incontrarlo in via d’Azeglio e nemmeno in Piazza Santo Stefano.
Se ne è andato per sempre, ma non da questa città.
Dove ogni giorno, da quel giorno, lo si ricorda facendo risuonare la sua musica alle 18 davanti al suo portone, ma non solo. Sono piccoli gesti, come quello di un negoziante in via del Pratello che da quel giorno ha esposto un manifesto vecchio, di un vecchio concerto e non lo toglie più.
Oggi sarebbe stato il suo compleanno.
Voglio ricordarlo. Perché come tutti i grandi artisti, ha lasciato a ciascuno di noi qualcosa, a ognuno una cosa diversa. In questo mondo dove la maggior parte delle persone rende tutto un po’ grigio, bisogna tenere stretto il ricordo di chi è riuscito a dipingere pennellate di colore.
Grazie Lucio.
Le iniziative per ricordare Dalla e il concerto di stasera a Bologna
Ho sempre amato tanto “4 marzo 1943”. Fin da piccolina, da quando me la canticchiava il mio papà, ringalluzzito perchè suppergiù coetaneo dei Dalla e Morandi, e da sempre loro estimatore.
Trovo che sia una canzone tanto semplice quanto bella. Una mamma giovanissima, il suo bambino arrivato all’improvviso ma subito amato, un nome UNICO dato con così tanta ingenuità e candore… poco importa se è storia autobiografica o furbo espediente poetico.
Rimane una delle immagini più dolci, “giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare” (ps: tra l’altro, io ho sempre capito “giocava a fare la Madonna…”, e sinceramentte mi piace pensarla così).
Il candore, ecco. Il sentimento pulito, al di là di ogni contesto. Credo che questo ci abbia insegnato Dalla. Io non l’ho forse seguito molto, ma ci sono delle cose sue che porterò sempre dentro di me, indelebili. E di sicuro mancherà anche a me.
Dico grazie anch’io.