Che cosa chiami famiglia?
Che cosa chiami famiglia? Quali sono i motivi per cui un insieme di persone si può definire tale? Esistono delle regole precise come dice Casini? Bisogna essere sposati? Bisogna per forza avere un bambino? Bisogna avere la stessa età? L’uomo deve essere più grande della donna? Bisogna essere dello stesso sesso? Perché tu la chiami famiglia? Che cos’è per te una famiglia?
Troppo spesso le famiglie non basate su un canone stereotipato e accolto dagli stati teocratici NON esistono. Facciamo in modo che smettano di essere invisibili.
Quanta tristezza l’altra sera nel sentire la cosiddetta sinistra italiana esprimersi su questo argomento…
bel video, ce ne vorrebbero di più e ci vorrebbe più gente a guardarli!
grazie di averlo postato. speriamo che le cose cambino anche qui
Tralascio i paroloni le frasi fatte dei politici. Famiglia, comunità, padre, madre, educazione e bla bla bla. Certo, anch’io ne posso parlere così in pubblico, tanto per omologare le mie idee agli altri (sai che bellezza… ma un minimo di capacità di capirsi con gli altri ci vuole, ahimè!), e torno invece all’immagine che ho io nel cuore. La famiglia come un circo. C’è di tutto, e di più. il calore degli applausi, e il freddo pungente delle notti invernali; le battute e le smorfie che ti fanno ridere, e i momenti che regalano tenerzza e poesia; il miracolo quotidiano di ogni sfida vinta (imparare a camminare sul filo… o semplicemente imparare a camminare) e la quotidianità delle mille cose da fare, per te ma soprattutto per gli altri che vivono con te. Il circo è un carrozzone che gira il mondo ad offrire immagini sempre nuove, e soprattutto è quel luogo magico dove il trapezio ti lancia verso le stelle… ma sotto c’è sempre la rete pronta ad accoglierti se rischi di cadere. La famiglia è quel concentrato di sogni e di speranze che danno propulsione alla vita, ma soprattutto è un luogo (o entità, o dato di fatto) che t’insegna tante cose e ti dà le basi per spiccare il volo… tenendo sempre pronta la rete. Offrendo sempre ascolto ed aiuto. insomma, forse questa è solo una bella immagine. Ma a me piace così.
Moira, che bellissima immagine. Mi hai commossa! Bella l’idea della rete che ti
Sostiene quando cadi. Non scontata e soprattutto che non ha niente a che fare con sacramenti o dati sanguigni. Si è famiglia in molti modi, quella rete forse è il filo rosso…
Grazie, lieta che ti sia piaciuta.
In realtà, parliamo di immagine dentro al cuore. Forse di desiderio. La mia, di famiglia, è un pò in crisi (parlo del rapporto di coppia, ma non solo… ma non mi va tanto di approfondire, dai: spero che il tempo mi aiuti) per fortuna ci sono le bimbe che danno linfa all’esistenza! Le mie sono vispissime, e a volte mi chiedo come sarebbe per loro la vita in un altro contesto. Le guardo, e mi pongo domande. Mi faccio prendere dall’ansia, e mi chiedo se sto facendo (e se riuscirò a fare) abbastanza. Sara e Alice sono ancora molto piccole, ma vorrei tanto far loro capire che quel che hanno (e a volte gettano, rompono, rifiutano) sarebbe di aiuto o donerebbe il sorriso a qualcun altro. vorrei far loro capire il valore delle cose, oltre quello delle persone. non è anche questo uno dei compiti di una famiglia, da qualunque individuo essa sia composta? Nel mio quotidiano questo bel proposito non è sempre facile da realizzare (un esempio: tu predichi bene, ammonisci a non esagerare, a non pretendere troppo… poi, tanto per dire, ti arriva la nonna che “stellina, il cicciobello te lo compra la nonna!”… MMMH! e via con altre frivolezze che sì, fan parte della vita dei bambini, ma sarà che i piccoli, se tu gli stai accanto, si divertono anche a giocare con i tappi di bottiglia, a inventarsi cuochi di pasticci invisibili, a colorare su un rotolino di carta igienica… nonchè su tutte le altre superfici disponibili…
Soprattutto vorrei insegnar loro ad avere dei sogni, e a rincorrerli. Anche questo è il senso della famiglia, e proprio per questo penso sempre alla rete di protezione del circo. I sogni ti fanno volare in alto, ti chiedono dedizione, energia, ma spesso succede che la stanchezza e la disillusione ti facciano perdere quota, a volte cadere. Il mondo intorno a te frana. Dolorosamente. Forse il compito più difficile è quello di far intravedere che si può anadre avanti, che oltre c’è sempre qualcosa, che per un sogno che si infrange ce n’è un altro all’orizzonte. Da inseguire, come fanno i bambini con gli aquiloni. E come fanno gli acrobati del circo, sostenuti da tutti i loro amici e compagni: provano, saltano, cadono… si rialzano, riprovano, cadono ancora. La rete, metaforica ma anche reale, li accoglie, li protegge e li riadagia giù, invitandoli a lanciarsi nuovamente, senza paura…
Ma sapessi com’è difficile!…
(scusa mi sono dilungata un sacco)