Scriverò a pennino
Sta per terminare anche questa settimana faticosa. Mi avvicino a grandi falcate al primo traguardo, ovvero l’ultimo giorno di “posto fisso”.
Sono decisamente stanca e sbananata ma anche molto, molto carica per le tante cose nuove che respiro e che sono sia nel presente che all’orizzonte.
Una di queste è rappresentata dal fatto che – complice la flessibilità del nostro lavoro – abbiamo affittato (a un’ottima cifra) un appartamento con annesso giardino in appennino, per l’estate.
Bologna è un forno durante i mesi caldi e in questo momento potevamo permettercelo. La casa confina con quella di un’amica che ha due bambine molto amiche di mia figlia, il posto è abbastanza vicino alla città e ci permetterà di fare avanti-indietro quando vorremo.
La vista è stupenda e siamo proprio sul crinale.
Nel mio animo romantico intravedo pomeriggi al fresco, a scrivere in giardino mentre Frollina saltella sul prato con le amiche. Intravedo gite e intravedo feste con gli amici.
Questo pensiero (domani andiamo a prendere le chiavi) è quello che mi permette di sopravvivere all’apnea di questo momento faticoso in cui mi sembra che la mia vita sia solo lavoro, liquidata in una montagna di lavoro.
Ieri ho scritto un post per Il fatto quotidiano, perché devo ammettere che da quando ho anche quel blog, presto notevole attenzione alle “amene” notizie locali e alle volte, leggendole tutte insieme, a uno viene da unire i puntini.
Poi volevo – cosa più importante – portare all’attenzione una cosa che è capitata a Lorella Zanardo, un agguato di “Striscia la notizia”, perché secondo me è manifestazione dei tempi bui e dualisti che stiamo attraversando in cui prevale sempre la filosofia semplicistica del “Sei con me o contro di me”.
Credo sia fondamentale ricordare che le battaglie di tante persone a favore di una visione meno merceologica e svilente delle donne e del loro corpo non corrisponde a “odiare le veline” o ritenere le donne che fanno spettacolo colpevoli di qualcosa.
La nostra campagna di sensibilizzazione è nei confronti di CHI PRODUCE i contenuti e ha la responsabilità di farlo senza fomentare stereotipi svilenti.
E Lorella con il suo documentario ha dimostrato ampliamente che non è una guerra tra donne e che non ci sono posizioni fintamente moralistiche da prendere ma che il discorso ha a che fare con una comunicazione etica, sana e che non produca stereotipi.
Ecco il mio post sul Il fatto quotidiano: Bolognesi longeve, ma il tempo non è tutto
meno tre, ormai ci sei quasi. ***
Vogliamo davvero metter su con donne pensanti una campagna di mail agli sponsor di Striscia in cui gli mandiamo il link alla questione e li invitiamo a smettere di dare soldi a gente che usa metodi intimidatori e fascisti, o noi smettiamo di darne a loro boicottando i loro prodotti.
Perchè questa mi sembra l’ unica cosa utile e concreta che si possa fare, no?
complimenti! sarà un toccasana, tieni duro
I love Appennino :-))
hasta la victoria!