Asili aperti fino all’una di notte????
Ieri, tramite Maso, su Facebook leggevo che di fronte ai tagli (deprecabili) dei Nidi, c’è chi ha rilanciato dicendo che gli asili dovrebbero stare aperti fino all’una di notte per quei genitori che lavorano e non hanno nessuno a cui lasciare i figli. Ecco, non so voi, ma a me è passato un brivido lungo la schiena.
Non voglio dare giudizi che poi ci sono situazioni talmente varie che farei peccato di superficialità, ma di certo, in cuor mio, penso che se un figlio lo fai per lasciarlo all’asilo fino all’una di notte, mi sa che non ci hai pensato molto bene.
Poi mi hanno colpito anche i commenti a questo post di Maso su facebook, perché sembrava che avere dei figli fosse una roba talmente castrante che è come firmare un patto con il diavolo, sai sempre che è il diavolo prima di firmare.
Allora, chi mi legge da un po’ sa bene che mi piace scherzare molto sul fatto che ci sono delle volte che la frollina proprio non la sopporto, ma porcavacca, è anche vero che sta cinna la vita me l’ha migliorata di molto, che è una delle personcine più simpatiche che conosca e che mi sta insegnando tantissime robe.
Insomma, avere dei figli non dico mica sia una passeggiata, ma è una fase della vita, un’esperienza che se la fai con il giusto spirito – ne’ troppo serioso, ne’ troppo cazzarone – è un’avventura stupenda.
Comunque.
Tornando agli asili aperti anche alla notte.
Noi a scuola, tra genitori, abbiamo escogitato un sistema che secondo me funziona (e non bisogna mica essere dei creativi, io anzi pensavo fosse uso ovunque). E’ molto semplice. Ognuno di noi ha lasciato alle maestre una lista ben nutrita di nominativi di altri genitori che, nel caso di emergenze, possono andare a prendere il proprio pargolo. Se uno fa tardi al lavoro, se c’è un impegno improvviso, basta chiamare il genitore del compagno. Questo escamotage salvavita è solitamente accolto con grande gioia dai bambini in questione che – per natura – adorano invitare o andare a casa degli amichetti.
Tu genitore sei sereno e sai che tuo figlio non solo è accudito, ma passa anche un pomeriggio di qualità.
Noi a scuola abbiamo certamente un’ottima situazione: con parecchie famiglie abbiamo stretto rapporti di amicizia che vanno oltre l’appartenenza alla stessa classe, ma di sicuro anche questa apertura all’altro ha fatto bene a rafforzare i rapporti sia di grandi che piccini, con ottimi risultati e attivando un bel circolo virtuoso.
A volte poi capita che addirittura, andando tutti allo stesso parco nel doposcuola, i bambini si invitino tra loro per la cena e in alcuni casi, mentre la frollina è a casa della sua amica Auro per un exploit dell’ultimo minuto e per la gentilezza della sua mamma, Panz e Tino vadano a mangiarsi la pizza.
L’ultima volta che Tino si è bloccato con la schiena, che doveva andare anche a fare un esame all’ospedale, io non sapevo proprio dove lasciare la Frollina, che era sabato e tutti i nonni non potevano.
Abbiamo chiamato i genitori di Ciccio e Frollina è andata a casa sua e visto che stavamo tardando molto e loro dovevano uscire, abbiamo poi coinvolto anche la mamma della Malta.
Viceversa, ci sono delle volte che vediamo una mamma amica in difficoltà o che c’è chi lavora fuori Bologna e perde il treno e se posso, sono ben felice di portarmi a casa 2 o 3 marmocchi.
Insomma, personalmente insisterei con gli amministratori comunali perché i nidi rimanessero aperti (chiuderanno quello, meraviglioso, che ha frequentato Frollina) ma non certo per trasformarli in parcheggi notturni per la prole.
Andare al nido è e deve essere prima di tutto una bella esperienza comunitaria, per un distacco “dolce” dalla famiglia.
Piuttosto penso che il vero problema sia coinvolgere le famiglie in attività che facciano bene a tutti, rendendo gli spazi a misura di mamma, papà e bambini, valorizzando di nuovo i parchi pubblici – che a Bologna ne abbiamo dei bellissimi, per dire, svuotati di giochi e attrattive per i più piccoli e che nessuno frequenta più.
E poi c’è la questione dei posti di lavoro e degli orari aziendali, per nulla family friendly. Ho sempre trovato insopportabile questa abitudine, tutta italiana, di posteggiarsi fino a tardissimo in ufficio solo per dimostrare di essere persone attive, molto impegnate e flessibili. L’unica flessibilità che mi viene in mente è quella a 90 gradi.
Non esiste che una persona debba rimanere in ufficio fino a che non si spegne la luce, solo perché se non lo facesse verrebbe guardato male da tutto il resto degli astanti.
Bisognerebbe fare una politica seria in ambito lavorativo e in linea con le esigenze DI VITA delle persone: il TEMPO è prezioso ed è risaputo che nessuno rende più di tot ore; stare in ufficio per dei tempi determinati (in maniera del tutto informale, spesso) superiori alle canoniche 8 ore e è un danno per le persone e per le aziende, perché un lavoratore costretto a marcare il tempo invece che a realizzare progetti, è un lavoratore triste e che rende meno.
Ecco. Riflessioni a margine.
C’è chi fa i turni e allora avrebbero senso gli asili aziendali con orari calibrati coi turni.
Io sono d’accordo in questo caso con asili aperti ad orari che per la maggior parte della gente sono incredibili. Non sono poi pochi, medici, infermieri, operai turnisti ecc.
Poi è vero che ti puoi organizzare con gli altri genitori, ma ci vorrà qualche mese per fare conoscenza e capire di chi fidarsi, no?
@Stefania: hai ragione, ma poi quando i bambini vanno alle elementari come fanno queste persone? Premetto che il mio non è un giudizio, anche perché ci sono moltissime situazioni diverse, ma penso anche che come non si debba generalizzare da una parte, non si debba farlo dall’altra. Ovvero: esistono tante persone in difficoltà (penso per esempio, come citi anche tu, alla mamma single infermiera) che probabilmente non pensava all’opzione di rimanere mamma single prima di concepire il proprio figlio e ai suoi disagi, ma voglio sperare che questi casi siano in quantità inferiore alla media (e comunque non sufficienti per standardizzare l’apertura dei nidi fino all’1 di notte :-)) ma a incentivare l’aiuto da parte delle istituzioni, creando servizi di cura mirati ai casi come questo, a supporto delle famiglie. Il fatto che a chiedere l’asilo aperto fino all’una siano prevalentemente famiglie con entrambi i genitori molto attivi professionalmente, ecco quello mi spaventa, perché credo che quando fai un figlio debba integrarsi nella tua vita (e non ha nulla a che fare con la sana realizzazione professionale che tutti auspichiamo) e che tu debba fare in modo che anche il lavoro un po’ si adegui a questo.
son d’accordo su tutta la linea con te, Panzallaria.
Però c’è un altro aspetto che andrebbe affrontato a livello istituzionale (nazionale), ovvero i tempi delle vacanze (natalizie, pasquali e soprattutto estive) per i bimbi dalla primaria in su.
Io sono fortunata, ho una nonna che non vede l’ora di poter esercitare il suo ruolo, ma quanti genitori possono permettersi lunghi periodi di ferie per poter stare con i propri bambini?
E’ vero, in molte città esistono campi estivi dedicati. Ma quelli pubblici accolgono pochi bambini rispetto al totale, e quelli privati hanno costi proibitivi, senza contare che la maggior parte in agosto comunque chiudono. E se anche i genitori optassero per l’intero meso di agosto di ferie rimarrebbero comunque almeno altre 3 settimane (tra natale e pasqua). E chi ha a disposizione 7 settimane all’anno di ferie?
Non sto certo invitando a lasciare i nostri figli a scuola per 12 mesi l’anno, ci mancherebbe, ma la ripartizione delle vacanze andrebbe decisamente rivista.
A Milano ci sono asili aperti tutta la notte: i bimbi vanno lì a dormire con il loro pigiamino…anche io ho guardato i miei figli e ho sentito il gelo lungo la schiena. Davvero non ci si può organizzare diversamente? La tua esperienza con le mamme dei compagni di frollina è davvero interessante, speriamo che possa essere d’esempio!
Questo post mi ha colpito davvero come una freccia! Sono d’accordo 🙁
Che senso ha non dare una mano ed andare incontro alle vere esigenze delle famiglie, ovvero orari di lavoro decenti, part-time per le mamme, parchi giochi puliti e decenti. Non ha senso tenere aperti gli asili fino a notte. I bambini hanno bisogno di stare con i genitori, sono loro che li devono educare e crescere, non il nido! Anche a me vengono i brividi a pensare che un bimbo possa rimanere da mattina a sera in un posto, per quanto bello, accogliente e con personale preparato, che non sia casa sua. Senza la sua mamma o il suo papà o un nonno. Poi è vero, come hai scritto, che ci sono situazioni particolari, ma in ogni caso bisognerebbe agevolare in maniera diversa. In questi giorni sono arrabbiatissima perchè da Giugno la ditta presso la quale lavoro ha deciso che devo lavorare tutte le mattine e tre pomeriggi! Peccato che io non abbia nessuno a cui lasciare mio figlio e che in ogni caso io preferisca trascorrere del tempo con lui piuttosto che avere uno stipendio più alto e soldi da consegnare ad una baby sitter.
Bellissima la vostra organizzazione. Topastro frequenta il primo anno di scuola materna e non conosco nessuna delle mamme degli altri bimbi. Tanti escono alle 13.00 mentre mio figlio deve rimanerci fino alle 15.30/16.00. Ultimamene ho conosciuto la mamma di una bimba ma non credo sia facile instaurare rapporti con altri genitori, non in tutti gli asili… Grazie di questo post!
Stessa situazione di Claudia. Instaurare un rapporto con le altre mamme del nido a volte e’ IMPOSSIBILE. Da me sono tutte mamme non lavoratrici oppure a part-time che portano i figli dalle 09:00 alle 13:00 e che per questi ovvi motivi non incrocio mai !
a mio avviso stiamo mescolando due argomenti: il primo è chi non organizza il tempo dedicato al lavoro per ricavarsi tempo per la famiglia, l’altro è un servizio che estende l’orario.
io parto dal presupposto che non tutti i genitori hanno le spesse disponibilità, economiche e di orario (molti lavori hanno turni e molti inconciliabili, anche tra gli stessi genitori), non tutti hanno possibilità di aiuto esterno. non tutti riescono a gestire una famiglia con orari “standard”.
e non entro nel merito del “perché” allora hanno fatto un figlio… “non ci hanno pensato abbastanza”, forse non ci ha pensato abbastanza chi li lascia nei cassonetti. ma questo è un mio parere.
ora: non è possibile cambiare la testa a chi non trova il tempo fuori dal lavoro per gestire i figli, ma è un problema a prescindere dall’apertura degli asili.
un servizio che possa garantire turni prolungati, magari anche solo qualche giorno la settimana, in modo da favorire chi ha problematiche lavorative e non contando anche solo due giorni la settimana di elasticità di un pubblico servizio che possa aiutare nel caso di un turno lavorativo mal calibrato, un’emergenza improvvisa, e perché no? una cena romantica, anche solo una volta al mese di una mamma e un papà che non hanno nonni a disposizione o risorse per una baby sitter o una conoscente fidata.
non credo che la disponibilità soggettiva di tempo e le problematiche lavorative o di gestione familiare possano essere usate per misurare l’amore e la dedizione che un genitore ha verso il figlio.
è solo un mio personalissimo pensiero.
quello di una mamma che, come tante, concentra 11 ore di lavoro fuori casa (ma fortunatamente in orario diurno), corre a casa per poter condividere tre ore di giochi, bagnetto, pappa, nanna. e che dorme serena con la figlia nella camera a fianco.
ma “una mamma come tante” non significa “tutte”.
m_annalisa: premetto che il mio non era un giudizio, volevo solo portare la mia esperienza personale come esempio di una delle tante possibilità che ci sono, per non dover ricorrere agli asili notturni e sottolineare che forse prima di aprire asili notturni bisognerebbe attuare politiche aziendali e del lavoro più in linea con le esigenze delle persone. Lo troverei più giusto ed armonico ragionare su questo a livello comunale/istituzionale, invece che tentare di risolvere “a valle”.
ma io questo l’ho capito benissimo, sei stata chiara come sempre.
è che purtroppo un’azienda con, ad esempio, 1000 dipendenti, e supponiamo anche solo il 50% con figli, può avere difficoltà di gestione delle risorse umane o di organizzazione dei turni. poi ci sono ferie, malattia, straordinari.
trovo che non sia (o almeno, voglio leggerla così) un tentativo di “tamponare” ma un modo “per aiutare”.
è molto più giudicabile, come del resto hai fatto presente anche tu, un libero professionista in forma singola che non abbia mai il tempo di una cena da dedicare ad un figlio. però l’infermiere di un ospedale, ecco… io ho pensato a queste persone.
(a parte che sottolineo, io immagino che chi lascia un figlio all’asilo di notte per questioni lavorative lo abbia lasciato nel pomeriggio condividendo la mattina con lui)
E perchè non facciamo direttamente come si usava nella città di Sparta, allora?
Si mettono al mondo i bambini e te li cresce qualcun altro. D’accordo, è senz’altro una provocazione. Ma invece di pensare a cambiare i ritmi lavorativi si pensa al nido notturno. Mah! non mi sembra una grande idea, se non in casi limite, vedi genitore single con orario a turni notturni. Per carità le situazioni limite ci sono e dovrebbe esserci senz’altro più supporto sociale.
Lasciarli poi al nido per cenare fuori con mio marito non mi passa neppure per l’anticamera del cervello.
Oggi ho detto a una collega che per le vacanze pasquali devo prendere ferie perchè i nonni non possono accudire mia figlia. Mi risponde, soave, che a lei non è mai capitato, come una che l’avesse scampata bella!
Perchè, a dirla tutta, insomma, c’è anche quest’atteggiamento qua, coi figli, che non mi pare prprio il massimo.
[questo post mi sta appassionando, francesca, non me ne volere… anche se credo lo scopo fosse proprio quello di parlarne]
@deborah
“Si mettono al mondo i bambini e te li cresce qualcun altro.”
io ribadisco che non è l’asilo di notte che rischia di generare (o amplificare) questo problema.
chi, come la tua collega, sembra sentirsi miracolata di non passare tempo con i figli ha un atteggiamento genitoriale che io (tengo a specificare) non condivido. ma a queste persone, asilo o no, l’atteggiamento non si cambia. lavorano anche 20 ore al giorno pur di avere chi tiene i figli.
poi c’è chi ha bsogno di aiuto in momenti dversi della giornata rispetto alla maggioranza dei casi che invece si trova in difficoltà. come dicevo prima però, nell’esempio dei turni lavorativi, se si lascia fino a tardi il bambino vuole anche dire che lo si è lasciato tardi. è solo uno “spostamento” di orario.
più in generale, sul sistema lavorativo, mi rendo conto in prima persona che è sballato, che occupa troppo tempo, ma è anche vero che oggi uno stipendio sembra non bastare.
quello che a me personalemnte infastidisce è l’atteggiamento che si usa al lavoro verso le mamme. non tanto l’orario o la mole di lavoro. la gente è irritata e seccata se ti devi assentare perchè la nana ha la febbre, se non puoi partecipare ad una riunione per la pediatra, se devi andare per preparare la pappa. ho forztamente imparato a non dire perchè non sarò presente, omettendo la verità o dicendo bugie. questo è il sistema che a me non piace: l’atteggiamento mentalmente ostile verso la famiglia.
se qualcuno dall’esterno mi fornisce un aiuto nella gestione dei figli e mi garantisce un servizio per un lasso di tempo maggiore non posso che esserne felice. poi il tempo che invece io ho a disposizione (o, come nel caso di deborah, che decido di prendermi) io, come genitore, decido in coscienza come usarlo. ma anche questo è un atteggimento mentale che non si cambia.
Dipende dal lavoro (al nido con i miei c era un bambino aggressivo e rompicoglioni che ci stava tutti i giorni, mentre qui da noi se tieni un bambinio al nido per 4 giorni ti guardano come fossi un mostro, tre e il massimo, che poi ho scoperto essere figlio di una poliziotta e mi sono immaginata il romanzo strappalacrime di questa servitrice dello stato che non ha altra scelta al mondo).
Dipende anche dai figli, i miei erano estremamente faticosi da gestire e siccome io me li gestisco molto seriamente avevo bisogno che almeno tre giorni si togliessero di torno, visto che al nido e al doposcuola si divertono come pazzi, non scocciano le maestre come a me e mi permettevano cosi di lavorare, farmi i fatti miei ma soprattutto avere le energie per amarli e seguirli come ritengo nella mia testa bacata che vadano seguiti i figli (ovvero, fino alo sfinimento, allattamento a comando 5 volte a notte e piacevolezze simili, lo so, ci ho messo anni a capirlo). adesso e proprio oggi eliminero il secondo giorno di doposcuola, mi odieranno come quando a dicembre gli ho tolto il terzo, perche finalmente sono cresciuti loro, sono cresciuta io e me li godo profondamente, ma ci sono tempi, modi e circostanze.
Il metodo Panz degli amichetti lo usiamo abbondantemente anche noi, anzi, una volta che ero impegnata con cose dopo il terremoto in Abruzzo e persino l azienda di mio marito gli aveva dato il giorno libero per aiutare e avevamo finito gli amici a cui chiedere, ho messo un annuncio nella bacheca della scuola, certa che avrebbero risposto persone che conosciamo e di cui ci fidiamo e non i genitori sconosciuti. Ha funzionato e ne sono ancora grata.
Pero sono anche dà accordo che gli aiuti ai casi veramente incasinati tipo i genitori turnisti single e che non hanno stipendi favolosi e spazio per la au pair debbano essere creati ad hoc. Mettere il nido fino a notte fonda serve solo a creare cattive abitudini in quei genitori che avrebbero bisogno del sostegno educativo. E ad allargare l idea che il lavoro venga prima dei ritmi di vita di un piccolo.
Sono d’accordo con mammaamsterdam, quando parla di sostegno educativo per gli adulti. Basta vedere s.o.s. tata, che mi diverte sempre tanto, per capire che la maggior parte delle volte sono i genitori ad avere seri problemi comportamentali, non i piccoli. Con questo non voglio dire che mi sento una mamma perfetta, ci mancherebbe. Però ci sono anche dei casi limite che una istituzione aperta a tutti come gli asili notturni probabilmente non farebbe che amplificare. Poi non sono mica contro i nidi. Anzi. Io trovo sbalorditivo che li si debba pagare così tanto, soprattutto in considerazione del fatto che la materna è gratuita. Spesso non è un lusso mettere i figli al nido, ma una necessità. Ci sono ancora genitori che, per risparmiare, affidano i figli ai nonni. Sicuramente esiste poi, come diceva panz, la solidarietà sociale, sempre che una non sia troppo snob, come leggo certe volte in rete, per annoiarsi allo sfinimento alle festine dei coetanei del figlio, perchè non trova mai mamme alla sua altezza. Mi scappa sempre un sorriso, quando leggo quei post, perchè la solidarietà sociale va costruita e consolidata nel tempo, smettendo di essere torri d’avorio e cercando diapprezzare anche chi è un po’ diverso da noi. Aggiungo anche che, spesso, l’aiuto di una mamma può essere migliore dell’aiuto delle istituzioni.
Bellissimo argomento comunque.
Brava Panz
Ciao Panzallaria,
mi ha colpito molto il tuo post. Sono una mamma in attesa, non so ancora che cosa significhi veramente essere mamma e imparare a districarmi nella praticità della vita on un bimbo. Però non trovo giusto appioppare i bimbi ad un asilo nido fino a notte tarda, a meno che non siano casi estremi, che necessitano veramente di un aiuto. Penso che una coppia possa sacrificare qualcosa per crescere ed educare i bimbi, loro hanno bisogno dei genitori e della loro guida. Hanno bisogno di essere educati e di ricevere regole importanti per la vita futura. Penso che oggigiorno l’educazione e l’amore per i bambini siano diventati troppo superficiali. I bambini vengono calmati con patatine, gelati, videogiochi. “Mangia questo che mamma ha da fare”, “vuoi un gelato che così non mi rompi per almeno 10 minuti”… Così crescono senza una guida ben precisa e poi non sono in grado di trovarsi un’occupazione e sono privi di valori. E poi.. si dà la colpa agli insegnanti, è assurdo.
Io sono sempre più convinta che non tutti debbano avere un figlio, una persona che intende lasciarlo fino all’una di notte in un asilo (e poi all’una di notte chi va a prenderlo? E come? Lo sveglia?) dovrebbe comprarsi un bel pesce rosso, non uno tropicale, troppo complicato! Un normale pesce rosso o ancor meglio una pianta grassa.
Ci sono tanti lavori che comportano i turni di notti ma per fortuna i genitori sono due……
Io credo che molti di voi non si rendano conto cosa significhi crescere un bimbo per due genitori turnisti.
NOn avendo parenti vicini, sono stata costretta a rinunciare al vecchio lavoro perché non avrebbe coperto i turni di lavoro. Spesso attaccavo alle cinque del pomeriggio e, se anche il mio compagno aveva il turno di pomeriggio o di notte, non avremmo avuto modo di badare al bambino. COsì,io non lavoro e non possiamo nemmeno risparmiare per comprarci una casa. Nel mio caso si che avrebbe aiutato un nido aperto fino all’una di notte! questo non avrebbe significato lasciare il bimbo lì tutto il giorno, ma per l’intero turno di lavoro si.
Non criticate prima di riflettere sulle situazioni altrui perché è già frustrante così!
anche io vorrei la mamma accanto, un lavoro d’ufficio e sabato e domenica a pranzo fuori.
cara Debbie, nessuno critica te e le tue difficoltà (personalmente nel post ho esplicitato proprio il fatto che esistono situazioni molto varie) ma l’assenza di una politica seria a tutela della maternità e paternità che faccia in modo che in situazioni analoghe alla tua, si possa far affidamento su una flessibilità aziendale in grado di garantire ai figli dei turnisti la presenza di almeno 1 genitore durante la sera/notte.
Mi dispiace se ti sei sentita ingiustamente colpita o ferita che non era mia intenzione e concordo sul fatto che criticare prima di riflettere sia estremamente fastidioso, infatti l’ultima frase che hai scritto, sui pranzi e le cene e le mamme vicino (non so a chi fosse riferita) mi è sembrata proprio un inutile giudizio e etichetta lanciata nel vuoto cosmico. 😉 sempre meglio dialogare in maniera costruttiva, anche quando la si pensa diversamente. in bocca al lupo per tutto
ma com’è parlare cara signora panzallaria quando si hanno tante comodità… …lasciami il tuo numero e indirizzo chiamo te la sera e te lo porto quando sia io ke mio marito andiamo a lavoro…. secondo te noi x colpa del lavoro nn dovevamo avere figli… mah….oppure ci consigli di licenziarci? ti risp in base alla prima parte dell’articolo…è quella ke ho letto.e cmq magari riuscissi a trovare un asilo ke lo terrebbe fino all’una di notte…….stammi bene
ma com’è bello parlare cara signora panzallaria quando si hanno tante comodità… …lasciami il tuo numero e indirizzo chiamo te la sera e te lo porto quando sia io ke mio marito andiamo a lavoro…. secondo te noi x colpa del lavoro nn dovevamo avere figli… mah….oppure ci consigli di licenziarci? ti risp in base alla prima parte dell’articolo…è quella ke ho letto.e cmq magari riuscissi a trovare un asilo ke lo terrebbe fino all’una di notte…….stammi bene
@concetta: ho espresso il mio punto di vista, non ho chiesto di condividerlo, mi spiace molto per la tua situazione ma ti rispondo con la chiusura di questo post: “Bisognerebbe fare una politica seria in ambito lavorativo e in linea con le esigenze DI VITA delle persone: il TEMPO è prezioso ed è risaputo che nessuno rende più di tot ore; stare in ufficio per dei tempi determinati (in maniera del tutto informale, spesso) superiori alle canoniche 8 ore e è un danno per le persone e per le aziende, perché un lavoratore costretto a marcare il tempo invece che a realizzare progetti, è un lavoratore triste e che rende meno.” Insomma, prima di riformare gli orari degli asili, bisognerebbe tutelare i lavoratori come te e consentire a tutti di gestire in maniera serena una famiglia. 😉 un caro saluto