Il Sole ha una malattia infettiva!
Una mattina il Sole si svegliò che si sentiva strano, come se avesse il torcicollo, come se avesse preso freddo. Gli sembrava di non riuscire a rotolare tanto bene nel cielo e aveva come l’impressione di avere un aspetto diverso.
Pensò che forse era stata quella birbantella di sua sorella Luna a fargli uno scherzo mentre dormiva.
Pensò che forse aveva solo sonno visto che si doveva sempre svegliare molto presto per lavorare.
Pensò che aveva proprio dormito male, che era più stanco di quando era andato a letto.
Come tutte le mattine, si guardò allo specchio per pettinarsi i lunghi raggi biondi.
“Ma, ma, ma cosa mi è successo???” esclamò a bocca aperta mentre osservava la sua faccia.
Anche le stelle – che stavano andando a dormire dopo il turno notturno – ebbero un sobbalzo di spavento, di fronte all’urlo di Mastro Sole.
Ma cosa stava succedendo?
Gli occhi erano sempre lì.
Il naso rosso era ancora al suo posto.
I raggi erano spettinati come tutte le mattine, ma sciolti i nodi, sarebbero stati lunghi e fluenti come sempre.
Forse non aveva ancora bevuto il suo latte? Forse stava ancora sognando? Chiuse e aprì gli occhi davanti allo specchio un paio di volte, ma vide sempre la stessa cosa.
Era diventato QUADRATO!
Non tondo come una ciliegia.
Non tondo come una palla e nemmeno come sua cugina, la Signora Terra o sua sorella: quella dispettosa della Luna!
Era quadrato come un quadro quadrato.
Era quadrato come una casa nei disegni dei bambini.
Era quadrato come una scatola con tutti i lati uguali.
Bisognava fare qualcosa, chiamare l’ambulanza, la guardia medica, i carabinieri a cavallo!
In tanti anni di attività non gli era mai capitata una cosa del genere.
Mai un giorno di malattia, mai un inconveniente!
Qualche volta sua sorella lo aveva fatto arrabbiare, avevano discusso un po’ e scatenato un’eclissi, ma poi, vedendo tante persone (i piccoli abitanti della Terra) a faccia in su e bocca spalancata, guardare la meraviglia della loro baruffa universale, avevano subito fatto pace per godersi lo spettacolo di quegli esserini pieni di stupore e meraviglia.
Una cosa così non se la sarebbe mai aspettata. Che figura ci faceva di fronte le stelle?
La band della Via Lattea si era perfino fermata a guardarlo invece di andare a dormire dopo aver suonato tutta notte e si sentiva un vocio continuo e anche un po’ imbarazzato: parlavano tutte di lui, ne era certo.
Il dottore arrivò in fretta, perché la notizia aveva fatto il giro di tutta la galassia. Gli fece spalancare la bocca e tutto era a posto. Gli misurò la temperatura e il termometro si spaccò così che entrambi tirarono un sospiro di sollievo perché voleva dire che anche quella era nella norma.
L’esimio professore, specialista in medicina universale, si grattò la testa senza capire cosa stava succedendo.
Dopo aver osservato la situazione e preso tutte le misure, confermò che i lati del sole erano uguali e chiamò in suo aiuto una famosa Stella del Cinema che oltre a recitare tutte le sere nel cielo, era anche una artista, molto conosciuta per i suoi quadri astrali.
L’artista e Stella del Cinema arrivò con il pennello, il cavalletto e la tela e dipinse lo strano fenomeno.
Il tempo passava e il Sole era molto in pena perché si vergognava a farsi vedere così da tutti i suoi amici.
L’artista si consultò con il medico e decisero di interpellare le 12 costellazioni dello Zodiaco che in quanto a stranezze erano quelle più abituate.
Lo Scorpione scosse la testa e disse:
“Sto valutando tutti i dati a nostra disposizione e mettendoli sulla Bilancia, a occhio e croce qui c’è di mezzo un piccolo umano!”
“Un piccolo umano?” chiese spaventato il Sole.
I Gemelli, che erano due marmocchi birichini, cominciarono a ridere e confermarono che entrambi si erano consultati anche con l’Ariete ed erano arrivati alla stessa conclusione.
Il Sagittario, esploratore dei mondi, andò a casa a prendere il cannocchiale e in effetti videro che sulla Terra c’era un Paese chiamato Italia dove c’era una regione chiamata Emilia Romagna dove c’era una città chiamata Bologna e una casa con le finestre verdi e dentro alle finestre verdi una stanza con i muri azzurri e tra quei muri azzurri un tavolino con sopra le figure e seduta su una seggiolina, appoggiata a quel tavolino, una bambina di nome Frollina che aveva disegnato un sole QUADRATO e poi aveva riposto il disegno nella sua scatola della fantasia e il disegno, per la magia della fantasia e il vento che alla notte soffiava forte, era volato nel cielo ed era arrivato in alto e aveva contagiato il Sole mentre dormiva.
Perché la fantasia può essere contagiosa più del morbillo!.
E così, ecco svelato il mistero: al Sole gli era presa la QUADRATERIA che era una malattia che i piccoli umani passano agli Astri e non esistono vaccini, bisogna solo aspettare che passi.
Nel frattempo ci si può sempre godere la vita che certe volte avere degli angoli aguzzi come quelli che ti escono fuori con la QUADRATERIA non è mica un peccato mortale e dopo tanti anni, cambiare forma aiuta a vedere le cose in modi nuovi e inaspettati!.
Ma come fai a tenermi incollata fino all’ultima parola??? :DDD
Che bella!
Francesca è bellissima questa storia! Anche io e il Vikingo da qualche mese a questa parte ci divertiamo ad inventare storie insieme quasi ogni mattina mentre andiamo a scuola. Però vorrei farti una domanda: ma il linguaggio che usi Frollina lo capisce, o questa è una versione rivista e corretta? Io con il Vikingo non potrei mai usare parole quali quadri astrali, esimio o guardia medica. Lo chiedo sul serio perché io sono sempre un po’ preoccupata dello sviluppo dell’italiano del mio piccolo bilingue (che però a questo punto ha già 6 anni!). Poi se ti andasse di passare da me a leggere la mia storia e a lasciarmi un commento mi farebbe molto piacere, non ti lascio il link per non spammarti 😉
cara Serena, questa è un po’ rivista. Se gliela leggessi, la leggerei così, spiegandole magari il senso di qualche parola, ma quando racconto assolutamente uso termini dell’oralità. grazie dei complimenti, davvero 😉
che ridere, anche giulia disegna soli quadrati. ma perché??? bella la storia, la leggerò con lei
Ecco cos’è che mi prende certe volte anche a me: la quadrateria! Bellissima storia Francesca!