La scatola del tempo
Ieri volevamo fare l’albero di Natale. Tino ha fatto una prima immersione in cantina, scoprendo che pinne e boccaglio non bastano ad affrontare il caos indisciplinato di molte cose “cacciate lì” in attesa di una disposizione e così ha incoraggiato la sottoscritta a scendere nei meandri di Condominio Bandiera, armata di macete.
Io ovviamente non sono riuscita a trovare palle, palline e decorazioni, pur avendo sfidato il crollo strutturale di Monopoli e Puzzle degli anni ’70 e casse piene di non so che cosa.
Ma
mentre ero lì che cercavo, ravanavo, bestemmiavo creativamente, qualcosa ha richiamato la mia attenzione.
In un angolo sperduto di questo luogo degli orrori ho intravisto una vecchia scatola da scarpe.
Sopra la scatola ho intravisto la mia grafia, quella di me ragazzina.
Magia.
Emozione.
Un brivido lungo la schiena.
Un po’ di batticuore.
Ricordo ancora quel giorno in cui, dovendo decidere cosa fare del mio passato di bambina, decisi di regalare la maggior parte dei miei giochi al cugino fascio (che se lo avessi saputo, che sarebbe diventato uno con faccetta nera come suoneria, mai e poi mai) ma non ebbi il coraggio di cedere tutto.
Le cose più preziose, quelle che per me avevano significato qualcosa di importante, le rinchiusi in una scatola da scarpe e le ficcai in cantina.
Ricordo che pensai a quando avrei avuto quella bambina che avrei chiamato Sofia, perché al tempo volevo chiamare mia figlia Sofia e le scrivevo anche un diario a questa bambina immaginaria, raccontandole i miei 16 anni, e le avrei passato quei preziosissimi ricordi.
Non ci avevo più pensato. Tutto dimenticato.
Quella scatola ha affrontato parecchi traslochi con la sottoscritta, ha affrontato momenti di grande tristezza, momenti bui e momenti felici, fino a giungere con me alla cantina di Tino, ora nostra.
L’ho seppellita nella mia mente.
Poi qualche giorno fa i nonni hanno regalato a Frollina 5 puffi. Ve li ricordate i puffi? Come tutte le cose degli anni 70 stanno tornando di moda per cucchiaiare noi genitori che siamo stati bambini allora e farci comprare dei sostituti emotivi della nostra infanzia.
Io quando li ho visti, questi puffi, ho avuto un tuffo puffo al cuore. Che per me i puffi sono stato il gioco preferito. Costruivo delle case con le scatole da scarpe e il mobilio con il cartone e passavo giornate a popolare paesi di abitanti puffi e negozi puffi e così via.
E vedere che anche la mia bimba non voleva andare a dormire per giocare coi puffi e gli aveva organizzato delle avventure meravigliose, mi ha riempito il cuore di tenerezza.
Così quando ieri, mentre ero in cantina con il macete, non ho trovate le palle di natale ma ho aperto questa scatola,
potete immaginare l’emozione
di vedere 15 dei miei puffi preferiti, stretti abbracciati a due barbie, in mezzo al mobilio che usavo per la casa dei puffi, con i vestiti assortiti delle due barbie.
Una delle due era la mia barbie/uomo, quella a cui avevo tagliato i capelli corti e disegnato i baffi per farle fare il maschio, che a casa mia c’era questa regola che una barbie nuova arrivava solo se quella precedente era rovinata e così se volevo avere almeno una coppia, dovevo arrangiarmi in qualche modo.
Frollina è letteralmente impazzita.
Barbie Fior di Pesco è uscita dalla scatola del tempo con il suo abito della festa e i capelli legati in una lunga treccia. Puzzava di cantina, ma potete capire, se ne è fatte 3 dal 1989 ad oggi!
Puffo goloso (modello 1978 – fatto in Germania dell’Est!) ha fatto capolino, ricordandomi di quanto l’ho amato, lui che è stato il primo di una sudatissima serie e di paghette immolate alla passione dei puffi…
Con loro sono usciti dalla scatola mobiletti, vestiti di barbie e piccole cose che mi hanno aperto un varco spazio temporale. Credevo di averle rimosse e invece erano tutte lì, nella mia testa…
Ho lavato tutto prima del passaggio di testimone ma quell’odore di cantina – segno del tempo trascorso – un po’ è rimasto.
Ora anche la camera di frollina puzza un po’ di cantina, ma lei è felice.
E ieri sera ha voluto che sedessi tutte le barbie al bordo del suo letto e mettessi tutti in fila i puffi sulla sua cassapanca.
Pronti
dopo 30 anni
a nuove avventure!
Ommamma! E’ vero che ci si scioglie? Io non ho portato via nulla da casa dei miei proprio per il piacer edi vedre Belvetta e le nipo-belve giocarci quando siamo là.
Io come Roccia ho lasciato tutto da mia mamma. Ella, però, l’infingarda, quando io sono “uscita di casa” sposandomi, ha pensato bene di sgombrare il campo regalando tutto (e di più) a persone non bene identificate.
Così la nana, fortunatamente, gioca con le barbie di mia nipote. Meglio di nulla…
@bismama: il cadavere della tua nubiltà ancora non puzzava e lei aveva già sgomberato il campo? 😉
Questo natale salteranno fuori le mie vecchie Lego. Grazie Panzallà.
pensa che io ho dato via tutto. tutto. avevo miliardi di giocattoli, la collezione intera dei puffi (hai presente quell’enorme negozio di giocattoli nel paesello? o per lo meno, io lo ricordo enorme. ecco, quel negozio si è arricchito con me), barbies, cicciobelli, pelouche. tutto dato via “che tanto vuoi proprio che io abbia una figlia? e che a suddetta ipotetica figlia piaceranno ancora ste cianfrusaglie? chissà con cosa giocheranno i bambini del futuro”.
con cicciobello e coi puffi,ecco con cosa gioca quell’ipotetica bimba del futuro. solo che li ho dovuti ricomprare.
@lorenzo: tino si è rimesso a giocare con i lego e sta costruendo aerei e astronavi per frollina. ne abbiamo un puff (di quelli degli anni 70) pieno e quando – come ieri sera – capita che si rovesci è un delirio!!!! penso che troverò lego per i prossimi 30 anni…;-9
@bà: oh si che mi ricordo il negozio…mia mamma doveva legarmi come i cani e lasciarmi fuori ad aspettare.
Che bei ricordi….fanno tornare bambina anche me. Anzi mamma/bambina. Grazie
Panz anche tu vittima di parentame risparmioso , anche io col trauma della Barbie unica e pure quasi calva , mi consola sapere di non essere l’unica … per il resto mi sa che devo fare un giro in solaio anche se la mamma risparmiosa ha già in parte colpito e la mia Cipollina sta giocando con la mia culla delle bambole e il mio indimenticabile Pinocchio che bei ricordi 🙂
Questo post mi è piaciuto un sacco, mi hai quasi commossa!!!!
Pagherei oro per riavere alcuni dei miei giocattoli di quando ero bambina, e invece mia madre ha fatto piazza pulita (mi vien da piangere) ma sto rimediando, al limite del feticismo, conservo qualunque cosa che per i miei figli adesso ha una grande importanza, con la speranza che un giorno possano ri-vivere un emozione come la tua 😀
Una gran tenerezza, nel leggere il tuo post.. Perchè ho rivissuto domenica quella stessa emozione, trovando nel baule dei miei giochi, le gommine, quelle tutte colorate e profumate, che noi ragazzine collezionavamo con tanta dedizione (e guai ad usarle per cancellare!!). Tra poco finiranno nel calendario dell’avvento di mio figlio, ben sapendo che in pochi giorni verranno morse, sputate, vandalizzate coi pennarelli, o, nella migliore delle ipotesi, dimenticate in un astuccio. Il ciclo continua.
Ah, anche le mie hanno perso il profumo originale, scambiandolo con l’odore della canfora..
In 41 anni ho cambiato …mmmh …15 case? di cui almeno la metà con i miei genitori. Per intenderci,nella casa dove loro abitano ora io non ho mai abitato. Una famiglia drogata di traslochi, dedita allo scatolone, alla ricerca di cantine e soffitte sempre più capienti.L’anno scorso mi sono messa in testa di cercare il vecchio giradischi e i dischi in vinile, quelli che da ragazzina ho consumato. Ho dovuto fare i conti con la classificazione degli scatoloni, fatta da mio papà:
1) scatola con scritta “attrezzatura bagno” – conteneva i pattini da ghiaccio di mia mamma bambina. Mah.
2) scatola con scritta “giardinaggio” – lampadari da cucina orribili (forse la scritta suggeriva di dar loro degna sepoltura in giardino).
3) scatola “libri e quaderni” – documenti di vario genere, totalmente inutili
Trovare il giradischi è stata un’impresa! Andata a buon fine, ma che fatica.
Quest’anno volevo tanto ritrovare i fiammiferini, fiammiferino è anche il nick del bimbo che aspetto, per cui mi sembrava imperativo trovarli! Certamente sono insieme ai puffi.
Ma non se n’è trovata traccia. A quale scritta dovrei fare riferimento?
Mi hai emozionata con questo post. Io una scatola del tempo non ce l’ho perché ho lasciato tutto a casa di mia madre, proprio per non perdere qualcosa nelle decine di traslochi che ho fatto, da città a città, nei miei 35 anni di vita. Ogni volta che andiamo a farle visita, mia figlia prende qualcuno dei miei giocattoli. Così, abbiamo già portato via due barbie accessoriate di abiti, scarpe e borse; una culletta in ferro per le bambole ovviamente; e il mio bellissimo libro illustrato di Pinocchio.