A Natale adotta un estraneo anche tu
Da Natale 2009 |
Quest’anno il giorno di natale a casa Panzallaria è stato meno impatattante del solito. Come qualcuno di voi sa, esattamente un anno fa tra me e i miei suoceri si sono rotti gli ultimi cocci di rapporto, quando una mattina la terribile nonna si è svegliata e ha cominciato a accusarmi di ogni nefandezza, in primis di picchiare mia figlia.
Quel giorno di gennaio decisi che era tempo di piantarla e che da quel momento avremmo giocato alle regole di Tino e mie, che non potevamo certo permettergli di inquinarci la vita con la loro ansia di possesso nei confronti della bimba e che non sarei più passata sopra alle mille angherie solo per pace familiare, dato che erano loro i primi a non avere la minima cura dei nostri sentimenti e del nostro ruolo. Mia suocera, durante una lunga discussione con il figlio ha chiaramente detto che non ha nessuna fiducia in noi come genitori e che (cito) “frollina ha lo sguardo spento a causa nostra” per ciò direi che i confini erano abbastanza chiari.
Da quel giorno non sono più stata a pranzi familiari e le frequentazioni di nostra figlia sono avvenute secondo le nostre regole di buon senso e ogni volta che – avendogli dato un dito – si sono presi il braccio, li abbiamo sempre stoppati.
In un anno, dopo i primi 6 mesi in cui mia suocera non voleva nemmeno vedermi e quando parlava di me le usciva lava di rabbia dalla bocca, abbiamo trovato un nuovo equilibrio.
Se Tino vuole vederli va a pranzo da loro con la bimba e io me ne resto a casa, mi faccio un bagno o scrivo e mi riposo, guadagnando tempo utile per rigenerarmi.
Io sono gentile ma sempre molto ferma e di fronte alla rinnovata ipocrisia della nonna, mantengo con lei un rapporto estremamente freddo e formale. Lei sta tentando (pur pensando che io sia un’imbecille) di reimpostare il nostro dialogo sulla falsità old style ma io non sono proprio capace e così – molto serenamente – si è giunti a una nuova e più sana convivenza.
A Natale però, di comune accordo, abbiamo deciso di pranzare insieme a casa nostra. Mi sembrava giusto nei confronti di frollina e Tino. La bimba li adora e loro – se non gli lasciamo troppo spago – sono molto carini con lei.
Non è che attendessi con ansia quel momento ma la scelta di rimanere da noi e dunque, con la scusa della nanna pomeridiana della prole, salutare tutti a un orario decente, mi sembrava più che congrua.
Lei avrebbe preparato il primo, noi ci saremmo occupati della pietanza. Frollina sarebbe stata contenta e io avrei timbrato il cartellino (che diciamolo, per me il Natale è fondamentalmente un cartellino da timbrare, anche se per la verità con una bambina felice di scartare i regali, i parametri un po’ cambiano).
Ma.
Ma nell’organizzazione svizzera e paracula della sottoscritta è intervenuto un elemento di novità che ha DECISAMENTE migliorato la giornata.
La sera prima ci ha chiamato il Cuoco Informatico, un caro amico di Tino, per farci gli auguri e ridendo e parlando è venuto fuori che quest’anno avrebbe raggiunto i suoi genitori in Abruzzo solo il 26 dicembre.
“Perché non vieni a pranzo da noi?” gli ha chiesto allora Tino, che insieme a me nutre questa profonda fiducia nei momenti conviviali e per il quale vige la regola dell’aggiungi un posto a tavola, sempre.
E così, felicemente, il Cuoco Informatico è stato ospite del nostro desco natalizio apportando una bella ventata di buon umore, di educazione, di conversazione frizzante.
Roba che potevamo sembrare la famiglia del mulino bianco! Ogni tensione è stata spazzata via dalla sua presenza, dalle sue ricette (inutile dire che la terribile suocera ha avuto anche qualche argomento di conversazione che con me non può avere) e ci si è tutti mantenuti su un livello di estrema civiltà che a tratti poteva anche sembrare affetto 😉
Frollina era felice. Si è svegliata al mattino convinta di aver visto Babbo Natale e le renne, nella notte, parcheggiate nel nostro salotto.
Una renna pare che abbia i denti a sciabola come la tigre dell’Era Glaciale.
Ha scartato una montagna di regali da farne indigestione (alcuni erano stati riciclati dal compleanno, glieli abbiamo calmierati perché se no è veramente troppo!) e si è lanciata in balli e danze con la gonna di tulle da principessa che le ha fatto mia mamma.
Alle 14 e zero, zero abbiamo salutato tutti, che era ora del pisolino.
Alle 15 e zero, zero in casa Panzallaria si ronfava. Quando ci siamo svegliati abbiamo guardato Topolino e Paperino in dvd, tutti quanti stesi sul divano e senza che nulla di grave fosse accaduto, abbiamo raggiunto eroici il giorno seguente.
Niente piatti o bicchieri che volano. Niente gastrite. Niente recriminazioni o mezze frasette dette giusto per colpire il mio ego di mamma. Tutto liscio come una lastra di ghiaccio. Ma senza rompersi il braccio.
Così con Tino ci siamo detti che d’ora in poi, ogni natale, adotteremo un estraneo (alla famiglia) che ci regali una serenità così inaspettata.
Come abbiamo fatto a non pensarci prima????
In fondo lo dice anche il nostro Presidente che
L’amore
Vince.
è sempre bello invitare un estraneo che porti serenità in famiglia, se vuoi il prossimo natale mi autoinvito a casa tua 😉
bacioni
fra
Noi lo facciamo da sempre. Ho degli amici “senzafamiglia” che invito puntualmente a Natale e mia madre è felicissima di poter ingozzare una persona in più!
Meravigliosa descrizione.
Mi ha fatto sorridere tanto.
Auguri ritardatari a tutti voi
Chiara
auguri buon anno Panz ! buona serata Petra
Verissimo, davanti gli estranei uno cerca di dare il meglio di sé. ma voi avete un amico cuoco informtico per di più abruzzese e NON ME LO PRESENTI?
Credo che ti ruberò l’idea per il prossimo Natale!!!!