Benvenuta nel mondo dei grandi Panz!

Sveglia alle 6.30. Doccia. Vestizione. Caffè. Gattina che vomita: benaugurio mattutino.

Preparo la borsa con spazzolino, fazzolettini, tutto ino ino per una giornata fuori casa. Ci infilo dentro 5 kili di cancelleria – che lo sappiamo, alla panz ci viene uno sturbo per la cancelleria – e esco.

Come al solito mi sono dimenticata di pettinarmi.

Autobus e Ipod. Caldo soffocante da adolescenti compattati che vanno a scuola: zaini tossici che ti colpiscono lo stomaco ogni frenata. “Oggi non si entra, ragaz. Facciamo fuga”. Da millenni gli stessi discorsi tra studenti e ogni volta, te che li fai, ti senti un avanguardista comunque. Chissà com’è.

Scendo e guardo l’orologio. Ho perso la coincidenza con la navetta che mi porterà a Greppilandia, dove lavoro. Abbarbicata sulla dolce collina di Tortellinicity.

‘Spetto il bus e intanto ascolto delle canzoni che non vi dico, che fanno parte della compilescion di noi ignorantoni musicali, ma a me mi piacciono molto e mi aiutano a partire in quarta.

Sulla navetta guardo fuori dal finestrino. Le case dei ricchi in centro, le case dei ricchissimi sui colli. I suv che portano a scuola bambini biondi e pettinati (loro si ricordono, mica come la cialtrona della sottoscritta!) e dopo un po’ arrivo a lavoro.

Lavoro, progetti, gente da conoscere, cartellino, pass, economato, mensa, discorsi belli, gente da conoscere, corridoi in cui perdersi, cancelleria da posizionare, post it da attaccare, password da imparare, gente da conoscere, lavoro, progetti, idee, numeri di telefono, appunti, idee, lavoro, progetti, gente.

Alle 15.30 ritorno a prendere la navetta.

Alle 15.50 sono scesa da Greppilandia verso Tortellini city town. Mi chiama la mamma della Malta per sapere com’è andato il primo giorno. Sono stancherrima. Erano 3 anni e 8 mesi che non uscivo di casa.

Praticamente un’eremita professionale.

Alle 16.20 sono sotto villaborghese. Salgo, mi cambio, mi disvesto e rivesto corro a scuola a prelevare Frollina. Arrivo trafelata che vorrei solo che ci potessimo sedere, lei ed io, a prendere un caffè. Magari fare due chiacchiere ma anche no.

E invece la mia prole giovane e entusiasta della vita  e piena di energie e sporca fino alle orecchie, con il moccolo costante, mi guarda, mi salta addosso felice di vedermi e poi mi chiede: “Andiamo al parco?”.

Andiamo pure. ‘Spetta che prendiamo il giacchin…zio canta tuo padre, oh Frollina. Ci ha proprio un avversione per i giacchini, come se non sapesse che poi alle 7 di sera, in bicicletta, viene freddo!

Torniamo a casa, prendo giacchino e succhino e andiamo al parco.

Che è una specie di incrocio tra un Zanzarificio e Calcutta. Affollato di cinni (leggi: bambini).

Paghiamo entrambe il nostro tributo di sangue: ma come cavolo è che il primodiottobre sia ancora pieno di zanzare???

Frollina flirta con FacciaSimpatica, suo amico di scuola. FacciaSimpatica la insegue ovunque, la chiama entusiasta e si lascia andare anche a un commento galante. Mentre sono incastrati dentro a un arbusto carico di fascinazione (e presumibilmente pidocchi) lui la guarda e se ne esce con un: “Ma lo sai Silvia che sei bellissima?”.

Roba che cuore di mamma si gonfia di tracotante vanità.

Torniamo a casa che c’è da fare il bagnetto, c’è da far di cena, c’è da rimettere un po’ apposto, c’è da pulire il vomito della gattina (che si è messa a vomitare come nell’Esorcista, in questi giorni) e c’è da ricordarsi il proprio nome, le generalità e tutto il resto.

Alle 23.30 sono a letto. Alle 23.31 Morfeo si sta già prendendo cura di me.

Alle 23.30 e 10 secondi penso:

“Benvenuta nel mondo dei grandi, Panzallaria!”