Qualche risorsa in Rete per fare Rete e far sentire lo sdegno
Secondo me dovremmo fare una ricerca accurata se esistano o meno iniziative in Rete (e nella realtà) che concretamente diano voce al nostro sdegno e alla voglia di intervenire per contribuire a cambiare un processo culturale ormai avviato che sta naturalizzando un concetto di donna-oggetto e donna-mignotta che ci svilisce tutte pur essendo solo di poche. Ricordiamoci che quello che passa dalla televisione e quello che fa chi ci governa e dovrebbe essere di esempio impronta di se’ l’abito mentale della maggioranza.
Io sono disponibile a impegnarmi sia per diffondere suddette iniziative con tutte le mie forze, sia a contribuire operativamente.
Ecco qualche post/articolo che ho trovato. Man mano che approfondirò le ricerche incremento, chi ne ha voglia può fare uguale nei commenti:
- Loredana Lipperini – L’ordine del discorso
- Trentenni, generazione rapinata: ma loro perché non si ribellano? (L’Unità)
- Il corpo delle donne
- Appello di donne alle first ladies: non venite al G8 – Micromega
A livello di iniziative, a parte l’appello che sarebbe bello approfondire e allargare, non ho trovato molto.
Cosa si potrebbe fare?
Io vado subito a scrivere alla Lipperini: magari se riusciamo a coinvolgere qualcuno con una certa visibilità si riuscirà a fare qualcosa che abbia un effetto.
ci sto pensando seriamente, la cosa mi piace molto… secondo me dovrebbe essere qualcosa in cui la quantità conta moltissimo, in cui si veda che siamo veramente tante tantissime a essere schifate. Qualcosa in cui anche chi non ha mai la possibilità di parlare possa farlo, anche solo per poco… In fondo è vero, non è un fenomeno di adesso, esiste da quando eravamo bambine e ci imbottivano di pubblicità vomitevoli per rincretinite sulle reti mediaset, tra un cartone e l’altro (stesso dicasi per i maschi)… ora il modello è “sceso in campo”, pretende di diventare univoco e chi non ci sta è comunista, giustizialista, snob e si sprecano le etichette vuote per coprire i contenuti.
Ma tra tutte quante donne in gamba conosciamo? Ci vogliamo contare?
Ciao Panz!
Che ne dici di fare un salto al pollaio? C’è un premio da ritirare 🙂
baci
Tra mignottismo naturalizzato e 30enni che non si ribellano non saprei dire cosa mi fa salire di più il mal di pancia.
In ogni caso sì, non si può davvero più peccare di omertà e aspettare che qualcun’altro ci pensi.
Io ci sto! Qualunque ‘cosa’ prenda forma.
Vado a cercarmi il libro e a farmi ribollire ulteriormente il mal di pancia, magari partorisco ‘qualcosa’.
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article4371
Dacci un’occhiata, è interessante.
Io proporrei un’associazione no-profit che crei “cultura” (cartoni animati, giornalini, giochi) per educare i nostri figli e che crei pressione per far cambiare l’immagine della donna nelle pubblicità, sarebbe già un inizio, non credi?
Internet ci può aiutare molto in questo.
donna mignotta e stop. Ricottaro e stop.
Sono questi i modelli in voga ed il voto alle elezioni passate e recenti lo dimostra ampiamente. Purtroppo.
Si può fare molto : a partire, concretamente, dalla propria vita.
panz, sei sicura che si tratti solo di un problema che riguarda le donne? è tutta la società civile che è in scacco. sono i giornalisti che hanno abdicato alla loro missione (vedi il caso del tg1). è un’opposizione che sta a guardare. in questa battaglia ci dobbiamo stare tutti, uomini e donne, quelli che ancora credono alla democrazia. se ne facciamo una battaglia di genere non andiamo da nessuna parte. IMHO
Giuliana, hai ragione quando dici che il problema non è solo la condizione della donna: ce ne sono tanti altri e tutti molto gravi. Però è anche vero che la situazione della donna resta uno dei problemi, in mezzo agli altri, e a mio avviso è in rapido peggioramento.
Penso anche che se riuscissimo a far prendere coscienza a tutti di come le donne siano oggi umiliate in mille modi diversi, risolveremmo parzialmente anche alcuni degli altri guai, o per lo meno ci metteremmo sulla strada giusta per farlo. Io sono fermamente convinta che quello che manca a molti italiani oggi (uomini o donne che siano) sia la presa di coscienza, la piena comprensione di quello che sta davvero succedendo: se riuscissimo a smuovere le acque in questo senso sarebbe un gran bel passo avanti. E anche riuscire a organizzare il dissenso, che dalla maggior parte dei media è bellamente ignorato, e a dargli voce, mi sembrerebbe un ottimo risultato.
Se realmente riuscissimo a trovare delle azioni per portare avanti questa opinione, non c’è dubbio, io ci sarei e per questo ti lascio il mio consenso e nel mio piccolo faccio quello che posso per farti leggere, ma alla luce di quanto scarso senso di partecipazione civica gira, ho dei seri dubbi sulla fattibilità.
Nella mia vita quotidiana cerco di vivere con coerenza e in particolare cerco di crescere i miei figli, un maschio e una femmina, in opposizione ai valori ricorrenti. Sai però cosa temo di più? Di essere in minoranza.
Nella mia casa non si parla e soprattutto non si vivono situazioni di i maschi sono/fanno…le femmine sono/fanno eppure questi discorsi e queste situazioni le portano loro a casa. Questo mi suggerisce che nelle scuole, nei giardini, nelle palestre, nelle feste il linguaggio comune è diverso dal mio. E’ scoraggiante ma non mi arrendo sperando che non siano loro a ribellarsi.