Scuola materna
Ieri ci è arrivata la comunicazione.
Erano giorni che al nido della frolla si rincorrevano voci sul fatto che l’incremento demografico dei nati del 2006 ha causato grossi problemi nell’inserimento di tutti alle materne del mio quartiere.
Tutti a procreare negli stessi mesi, tra i campi di pallone e la madonna!
Ero terrorizzata. Perché se non prendevano la frolla alla materna, la mia carriera, una qualsiasi carriera, avrebbe subito un colpo ferale.
Probabilmente mortale sto giro.
L’hanno presa.
All’asilo che avevamo segnalato come ultima scelta.
Perché non me ne hanno parlato splendidamente. Perché ci siamo abituati strabene al nido e mi sarebbe davvero piaciuto rimanere nella stessa struttura, dove c’è anche un’ottima materna.
Ma così è.
Molti bambini non sono stati proprio presi. A noi ci è andata di culo a questo punto. Le mamme non lavoratrici sono state fortemente penalizzate. Come a dire: se non lavori sei una privilegiata e non – invece – una che subisce le infamie della crisi.
Bambini che hanno frequentato l’ultimo anno di nido e da settembre si ritroveranno a casa o – stipendio di papà permettendo – in scuole private che non per tutti rappresentano una buona scelta.
Secondo me è abbastanza agghiacciante.
Lo so che non è colpa del Comune. Ma puttana eva. E’ possibile che l’incremento demografico provochi tanto scompiglio? In uno dei quartieri meglio organizzati di Bologna, tra l’altro.
Mi chiedo se anche questo non sia uno dei tanti aspetti inquietanti della privatizzazione dell’istruzione. Mi chiedo molte cose.
Intanto mi piange il cuore per i compagnucci di frolla fuori dalle porte della scuola materna.
Poi mi sono affezionata. Diciamolo. Questa classe è splendida, la gita a Venezia mi ha convinta ancora di più che ci sono delle belle persone tra i bimbi e tra i loro genitori e mi spiace un po’ perdere il gruppo.
Al nido di frollina si fanno delle cose molto belle e si vede che stanno bene i pupetti. La settimana prossima andranno a mangiare la pizza da soli con le maestre. Mi viene su una tenerezza quando ci penso…poi ci sarà la festa con la gara della torta più bella (non importa, grazie a dio, che sia commestibile) e i sabato aperti con i genitori che suoneranno (che c’abbiamo anche un vip nel gruppo ;-)) e faranno cose per allietare il tutto.
Lo so già
Quando arriva il 30 giugno
mi troveranno incatenata al cancello
a piangere
mentre mia figlia sta già pensando a tutte le meraviglie che l’aspettano nell’estate…
anche da noi c’è stato il boom demografico nel 2006, e infatti nell’asilo di bacino non ci hanno preso, però ci han detto “tranquilli, vi prendiamo nella sede distaccata scomodissima del centro del paese, dove per andarci in macchina devi fare quasi un ora di strada a causa del canale e del traffico mattutino e poi parcheggiare in capo al mondo che forse a piedi facevi prima”
per fortuna che l’avevo pre-iscritta anche vicino ai Traspanonni dove l’han presa (asilo statale, peraltro, mentre quello di bacino – comunale – probabilmente ci costava pure di più).
Assurdo. Frequentare il nido e poi ritrovarsi a casa alla materna, davvero assurdo e inconcepibile. A Bologna, poi. Non a Salerno o Taormina (non perché questi luoghi abbiano meno diritti ovviamente, ma perché purtroppo ci abbiamo quasi fatto un po’ l’abitudine che al sud spesso queste vicende sono routine). Agghiacciante davvero. Questi sono i post che davvero non dovrei leggere, perché mi rovinano la giornata. O forse farei meglio a dire la vita 🙁
che cosa assurda. Bimbi che hanno frequentato il nido, che hanno iniziato quindi un percorso, che dall’anno prossimo non potranno proseguire. E questo perchè le mamme non hanno un lavoro. E’ una cosa bella triste.
Panz, anche io mi incatenerò al nido della iaia e piangerò tanto l’ultimo giorno. Invece lei già dice che andrà alla scuola dei grandi, non più coi piccoli.
In Olanda esiste la possibilità di aprire un asilo in casa, basta che non ci siano più di 4 bimbi, compresi i propri. Quindi molte mamme si sono inventate così un lavoro.
Ovviamente devono seguire dei corsi e adempiere a tutta una serie di regole, che si riferiscono anche alla sicurezza dei mobili e aredi interni. però sono imprenditrici e pagano le tasse.
Una cosa del genere sarebbe tanto bella e utile anche in Italia, ma figurati se non la trasformerebbero in un incubo burocratico.
Ma come? Il passaggio dal nido alla materna non è automatico? Con Vittoria è stato così. Comunque anche a Milano esistono gli asili di condominio, mi pare che si chiamino così, e la mamma di una compagna di Vittoria ne gestisce uno purtroppo sono poco diffusi e spesso è difficile venirne a conoscenza.
Stefania
gli asili in casa esistono anche a Bologna e infatti le mamme (tante) dei bimbi rimasti fuori stanno tentando di autoorganizzarsi. con grande amarezza.
anche qui eravamo convinti che il passaggio fosse automatico ma purtroppo pare non ci siano abbastanza asili
e siamo in emilia romagna
panz, noi siamo stati presi nella nostra 4 scelta, quella che ci piaceva meno, ma che abbiamo messo per non rimanere fuori, mai immaginando ci avrebbero preso in quella li. Eppure pare che siamo riusciti a entrarci solo perchè abbiamo un altro minore in casa. Che per fortuna è nata in tempo, prima della domanda. Bisogna far un secondo figlio perchè il primo entri alla materna? robe da matti
Domanda: ma se le mamme non possono cercare lavoro perchè hanno i figli a casa causa mancanza posti a scuola, come fanno a diventare le lavoratrici per le quali un posto a scuola, con pazienza, si trova?