Torno – di mommyblogging, Milano, bronchiti e altro
Sono tornata.
Una giornata intensissima. Prima di tutto la serata con Adele: una pasta al farro e una tisana (un tempo erano una montagna di sigarette e altrettante birre, che nostalgia!) e poi a nanna a raccontarci una delle nostre mitiche pornofavole. Quando abitavamo insieme, a Torino, c’era questa tradizione che ci piace perpetuare. Due personaggi che ci sono vagamente familiari vivono avventure assurde, a metà tra l’erotico ridicolo e lo splatter puro. E su tutto aleggia lo spirito della Pompineuse – che come un karma maledetto – perseguita le due eroine! Un racconto a due teste, con un inizio panzallariesco e una fine adeliana.
E mentre a Milano io bisbocciavo, la frollina a Bologna tossiva come un camionista e non voleva dormire.
Su ispirazione da Chiaretta – sorella di Adele – avevo preparato per la creatura un disegno. Una piccola iconografia che mi rappresentava in treno e poi in un’aula di università e poi a casa, a darle mille baci.
Con codesta opera d’arte il suo babbo è riuscito a farle passare un po’ di malinconia. Oltre alle 15 telefonate in cui lei si incollava silenziosamente alla cornetta e io dall’altra parte dovevo inventarmi storie e racconti e chiacchiere autistiche che sembravo un po’ Moretti in “Caro diario”.
Non so se c’avete presente, ma deve essere un po’ perturbante essere seduto di fianco a una, in treno, che usa le vocine e canta framartino al telefono.
Soprattutto se vai a Milano e il tuo vicino è un uomo d’affari che parla di miniereInAfrica e draft e pippette di questo tipo.
In Bocconi mi sono a tratti entusiasmata, a tratti incuriosita, a tratti fatta prendere da mille progetti a tratti spaventata: che io non so mica se sono così pronta a fare il target. Ma per i dettagli sentimentali vi rimando a Mammablogger e per quelli scientifici a MagazineLiquida (nel pomeriggio uscirà un mio articolatissimo).
Anticipo solo che ho conosciuto Mamma in corriera, Manager di me stessa, chiaretta , vita da strega e molte altre mamme che erano per me mitologia.
Ho pranzato con dei crackers al mais (che noi con i cromosomi farlocchi c’abbiamo qualche problema con le trasferte!) e un caffè d’orzo in un pitonatissimo bar del centro. Ho rivissuto il mio anno milanese passeggiando per Piazza Duomo e considerando che mi ricordavo benissimo come arrivare da lì in Bocconi.
Che poi io la amo la grande pera Milanese. La amo tanto. Che c’ho molti affetti. C’è il consesso, c’è Pinaccapì, la mia excognatina, il mio exfidanzato (anzidue!) e tanti ricordi dei tempi d’oro del mio sgaruppato Master.
Nel pomeriggio, tra una telefonata a Tino che oggi a fatto il papà a tempo pieno e ha portato la frollina dalla dottoressa (la quale ci ha improrogabilmente prescritto un antibiotico per i bronchi intasati dal catarro) e due passi, mi sono allungata fin alla redazione di Liquida: altro luogo mitologico.
Cioé in questi lavori che fai tutto da casa, con gtalk, uno l’ufficio lo percepisce come qualcosa che fluttua nell’aere e non sa bene ne’ posizionarlo ne’ immaginarlo.
Poi, si sa, noi gente di città piccole siam provinciali e a pensarli, gli uffici della operosa Milano, fanno sempre l’effetto che ti farebbe immaginare di andare a lavorare dentro alla Microsoft: un po’ una Silicon Valley de noi’artri. E invece tutti carini, simpatici e molto umani a Liquida. Non c’è solo l’algoritmo.
Per quanto riguarda il viaggio di ritorno dovrei scrivere un post a parte (forse un giorno lo farò) su come io abbia la percezione di assistere all’ineluttabile decadenza delle Ferrovie Italiane.
Cioè io ho fatto la pendolara settimanale prima e giornaliera poi per tre anni. Mica fichi. E allora che ero una studentella-stagista-malpagataprecaria prendevo sempre degli interregionali che – putacaso – oltre costare la metà di quello che costa un eurostar o un intercity, arrivavano sempre in orario.
Forse erano sporchi. Forse non andava mai l’aria condizionata e tutte le volte ti facevi la sauna d’estate e chiacchieravi con i pinguini d’inverno, ma almeno ti portavano a destinazione a cifre umane.
Ora diciamolo. Tra me e Tino, ultimamente non c’è stata una volta che il treno non sia entrato in stazione con minimo 20 minuti di ritardo.
20 minuti che se succedesse in giappone avrebbero già gambizzato il capotreno.
Ma a parte questo: che io sono italiana e mi sono già adeguata alla cosa, vogliamo parlare della perversione della stazione di Milano??? stanno facendo i lavori per ampliarla e probabilmente farla diventare un Polodiqualcosa, io non lo so, ma nel frattempo trovare la biglietteria equivale a intraprendere una caccia al tesoro.
Se devi fare il biglietto e ti trovi in questo periodo nel capoluogo lombardo, meglio che ti premunisci di cartina. E non ti spaventare se ti indicheranno di passare attraverso il magma terrestre e infilarti in un buco scavato nel terreno.
Non è una candid camera. Dopo 15 kilometri di camminacammina lestolesto ti ritroverai all’ambita biglietteria. Poi, se sarai fortunato, potrai fare come me: renderti conto che nel fare quei 15 kilometri hai perso un sacco di tempo e il treno è in partenza, telefonare a tuo maritocompagnoamanteamico e farti prenotare on line il biglietto, con notifica sul cellulare, come le vere persone di mondo!
Se poi ti dovessi trovare a rifare quei 15 kilometri che ti separano dalla biglietteria ai binari e ti accorgessi, come la sottoscritta, che tutti i tappeti mobili vanno nella direzione contraria alle indicazioni e quindi non puoi che fare l’ennesimo giro a vuoto, non ti spaventare: stanno lavorando per te.
Perché a noi italiani, si sa, non ce ne fotte nulla se il treno è in ritardo, se ci sono disagi lungo la linea e se il biglietto è un’utopia. A noi italiani non ce ne fotte nulla se spendiamo quanto per andare in India (A/R) in volo per fare Milano Bologna.
A noi italiani quello che importa è lo stile e potete stare certi che di stile, la nuova stazione, i nuovi treni superveloci e tutte quelle robe lì ne avranno moltissimo.
Ma i servizi per la middle class? per quei poveretti come la sottoscritta che se anche ci impiegano 2.30 ore per arrivare in Lombardia gli va bene, basta arrivare e avere un minimo di prezzi equi e un posto in cui appoggiare il deretano certi che saremo a destinazione all’orario previsto?
Io a volte, anche se sono italiana e dunque fashion, queste domande me le pongo.
Oltre a:
ma perché mia figlia si deve ammalare SEMPRE quando abbiamo deciso di partire per una minivacanza del ponte di immacolata?
perché la bronchite si accanisce contro di noi?
però giuro: non ditelo a frollina e tino ma per me sono state 24 ore rigenerantissime! 😉
panz, che piacere è stato conoscerti! un concentrato di energia al farro! spero che ci incontreremo ancora: sai, ci sono cose che bisogna guardarsi in faccia 😀
Cara Panza,
arrivo giusta giusta a smentirti visto che il trenino regionale che doveva portarmi dal mio paesino di campagna alla pseudo-città dove avrei dovuto prendere l’eurostar per Milano ha ben pensato di fare ben 55 minuti di ritardo praticamente non annunciati e quindi il mio ES in perfetto orario era già bello che andato e io me ne son tornata in ufficio con le pive nel sacco e la coda tra le gambe. E io che avevo pure posticipato di un paio d’ore il rientro per approfittare del capoluogo per un po’ di shopping… non mi sento per nulla fashion in questo momento, solo molto incazzata.
Con tutto che il biglietto manco me lo rimborsano visto che ho richiesto l’annullamento dopo che il treno era già partito!
Ti sento davvero entusiasta! Sono contenta che questa esperienza ti abbia rigenerato
Un bacio e in bocca al lupo per i tuoi nuovi progetti
Fra
brava frò!
Boohoohoo. Però – sniff – sono contenta che vi siate divertite anche se io non c’erao (e aridajje, la diva che sono).
Sono particolarmente contenta per te, perché hai constatato che: se non ci sei, anche la Frollina bronchitica ha chi si occupa plendidamente di lei (e della tua prenotazione).
Che ci si può rigenerare anche lavorando.
Però la prossima giornata libera vai anche alle terme, OK?
Bacioni e adesso vado a leggermi i resoconti.
epperò epperò…
la prossima volta vieni a cena nel mio risto?
baci baci sono felice che sei più serena..
angela
Ciao Panzallaria!
Finalmente ti trovo…
Scusa eh ma in sto periodo sono un po’ rimbambita…
Beh giornata piena eh? Spero Che la Frollina stia meglio!!!!
un abbraccio
Sono contenta che il mammacalendariodellavvento abbia funzionato anche per la Silvietta.
E sui treni… beh, Adele ti avrà raccontato le peripezie dell’eurocity la scorsa settimana.
Una volta amavo anche io i treni. Ma crescendo mi è passato il masochismo. baci