Il topo

Non abitano più nell’appartamento di sotto da anni.

Noi ci siamo dotati di una canna da pesca per raccogliere i miei reggiseni e tutto ciò che cade nella terrazza fantasma ad ogni stendaggio.

Abbiamo anche fatto presente.

Fatto presente che a Bologna, una casa vuota, così, fa proprio tristezza: con tutti quelli che hanno bisogno di un tetto.

Fatto presente che se – per esempio – con le perdite che avevamo in casa sono stati fatti danni, forse era il caso di controllare che abbiamo avuto i muratori in casa tre mesi e potevamo porvi eventuale rimedio.

Niente.

Silenzio stampa. Assoluto. Cristallino.

Fino ad una settimana fa.

Mentre stendevo ho notato qualcosa tra l’accumulo di foglie e sporcizia, nel balcone sottostante.

Ho notato un musetto rosa.

Pelo, tanto pelo grigio.

Zampine: ho visto zampine e coda lungherrima.

Un topo. Un orrido e schifoso e rivoltante topo morto.

Morto tra le foglie. Chissà da quando. Venuto da chissà dove. Chissà in quale stato di decomposizione. Mi sono vista come in una scena di quelle scientifiche di CSI, con i miasmi che salgono (colorati d’azzurro per l’occhio del telespettatore) e noi tutti morti stecchiti per qualche orrenda e atroce malattia dei topi.

Ho chiamato Tino. Gli ho detto di chiamare l’Igiene, chiamare. Gli ho detto di farsi sentire, sentire. Questa volta non passa. No, proprio no.

C’era Adele. Che ha concordato con me che il topo era proprio brutto.

“guarda! si vede anche la coda…ma che schifo!!!” mi ha detto.

“come cazzo è salito. oddio, aiuto. siamo infestati dai topi! bisogna subito organizzare una riunione di condominio urgente!!!” ho detto io al tramonto del 14 agosto.

Poi Tino ha preso la canna da pesca. Voleva vedere dice. Io mi sono opposta. Con Adele lo abbiamo guardato come se fosse il re dello schifo: un uomo incurante dell’igiene e della sicurezza della sua famiglia.

Io borbottavo. La mia casa. Villa Borghese non si merita questo.

Tino, testardo ha usato la canna da pesca: zitto, zitto, cheto, cheto.

E questa cosa che lo vedete anche voi, proprio un topo pare, si è rivelato un gomitolo di peli.

Peli.

I nostri gatti probabilmente che tino spazzola in terrazzo!

Peli.

E io che volevo chiamare l’Igiene.

Un casino volevo fare.

Per dei peli.

Okkei che sono malata, che c’ho la testa in acqua, okkei tutto. Ma ci pensate la scena????

4 commenti
  1. Trasparelena dice:

    Dai sarebbe stato divertentissimo!!! al pensiero di un topo all’appartamento di sotto altro che l’Igiene, io direttamente il 112 facevo! E già che c’ero pure il 118!!!
    Stai meglio? dagli ultimi post un po’ sembrerebbe… speriamo!
    baci grandi

  2. madamefall dice:

    MAròòò però come ti capisco!
    io poi avrei fatto il danno e dopo sarei stata costretta a rimediare un topo vero morto per non ammettere lo smacco!
    perchè davanti all’errore si nega, sempre, anche l’evidenza…
    giusto?!?

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  1. L’invasione degli ultracorpi: scarafaggi e blatte. E la colpa di chi è? « Panzallaria – blog di panza ha detto:

    […] sotto, circa 8 anni e mezzo dopo che essere umano aveva messo piede in quell’appartamento (e questa foto dell’anno scorso dà conto della situazione nel terrazzo, per esempio), finalmente la situazione si è sbloccata e sono cominciati i lavori di messa a norma […]

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