Gilberto
Gilberto è arrivato in una sera d’estate come questa. Avevo otto anni ed ero in vacanza a Cesenatico con mia nonna. Mio padre era venuto a trovarci e insieme eravamo andati a passeggio sotto al grattacielo.
In mezzo ai negozietti di mare, mentre camminavo per la via, è comparso lui.
Brutto. Di una bruttezza quasi imbarazzante. Questi occhi stortarelli campeggiavano sul suo muso di mastino napoletano: un peluche di quelli che non vorresti mai incontrare.
L’ho visto e mi sono innamorata. Mio padre mi ha detto “vuoi prendere qualcosa?” e io ho colto la palla al balzo e me lo sono portata a casa. Un canedipezza tanto brutto non poteva che avere un nome altisonante e così l’ho chiamato Gilberto.
Da allora, per moltissimi anni, Gil ha condiviso con me il letto e i viaggi e le lacrime.
Non potevo dormire se Gilberto non era accanto a me ed è stato così fino a poco prima di conoscere Tino, quando i miei amici erano già pronti a contattare la Neuro per questo strano rapporto simbiotico con un peluche.
Nel 1992 Gilberto è salito con me sul treno. Partivo per l’Inter rail con la Nora e Perfectgirl: il mio primo viaggio da sola. 30 giorni. 360mila lire. Tutta l’Europa nelle nostre mani e in quelle del mio canedipezza, ben adagiato sul fondo dello zaino Invicta acquistato per l’occasione.
Avevo il cuore in gola mentre il treno prendeva la strada per Monaco e sentivo un pizzicorino sulle braccia, di quelli che senti solo a 18 anni.
Le mie amiche mi prendevano per il culo per questa storia di Gilberto ma lui ben presto divenne la nostra mascotte: in ogni ostello arrivassimo si divertivano a nasconderlo e a mandarmi delle letterine minatorie delle più fantasiose con la richiesta di riscatto.
Qualche anno prima Gilberto era stato “rapito” anche dai miei compagni di classe, durante una gita, e lo avevo ritrovato su un campetto di basket di Inculandia, dopo che loro ci avevano giocato.
Qualche mese prima Gilberto aveva raccolto sul suo orrido muso tutte le mie lacrime, quando la storia d’ammore con Primmamore era finita e io non potevo farmene una ragione.
Un anno dopo sarei stata disposta a separarmi da Gilberto per inviarlo in ospedale, dove la Silvia lottava per vivere e alla fine trovò la morte, ma non me lo lasciarono fare, che uno in coma è tutto soggetto a una profilassi pazzesca e non è che puoi andare lì, accarezzarlo e lasciargli un cane di peluche che faccia la guardia.
Gilberto è venuto a Milano e anche a Torino. Non dormiva più con me ma continuava a riempire uno spazio nelle mie borse e accanto al mio letto.
Gilberto.
Non so come e perché, ma Gilberto è un filo d’Arianna che attraversa i miei ricordi, un ganglio tra gli eventi del mio passato e il presente.
Per cui stasera, quando Frollina accaldata durante il rito del prenanna mi ha consegnato tutti i pupazzi che ha nel letto, compresi Manolo e il CaneconleScarpe e Barbapapà che sono i suoi preferiti ma non ha voluto mollare Gilberto e anzi se lo è sbaciucchiato tutto, stasera
io
mi sono
commossa.
Sul serio
Il mio Gilberto si chiama Bobi e me lo ha regalato la mia nonna Rosina per il mio secondo Natale.
Il mio attuale Coinquilino ha preso il suo posto nel mio letto cinque anni fa, ma fino ad allora aveva dormito con me tutte le notti.
Sono stata indecisa per giorni e giorni e alla fine ho deciso di non portarlo con me a Toronto.
Qualcuno doveva restare a casa a fare la guardia e magari a consolare il povero Coinquilino tutto solo per 3 mesi.
Che c’è di meglio per un cane di peluche, e per di più brutto, dell’ essere amato senza limiti? I tuoi ricordi sono i suoi e ora sperimenta pure gli abbracci “salivosi”di Frollina. Cane fortunato! Lunga vita a Gilberto.
Luz
Ci credo che ti sei commossa ! 🙂 E’ successo anche a me quando Penny è arrivata con il mio topolino di plastica vecchio di 38 anni !
Certe cose mi sa che i bambini le sanno senza che si parli…e frollina ne è la prova vivente! belle che siete.
è la prima volta che commento e da pochissimo che ti leggo ma questa storia di Giliberto è davvero troppo tenera… chissà forse è un pò “magico” se vi ha conquistate entrambe 😀
e hai fatto commuovere anche me, razza di tenerissima carogna…
per tanti motivi.
non riesco a tenermi.
grazie.
Un racconto che ti fa venire voglia di avere un figlio/a…..e forse anche un peluche.
riesci a farmi ridere e commuovere nello stesso tempo.
un abbraccio.
Melo
ciao Panza.
E’ la prima volta che commento, ma parecchio che ti seguo. Questa volta però è stato più forte di me, perchè penso che se non avessi con me il mio Uffa, 26 anni di onorata carriera di canedipezza, alcuni momento difficili sarebbero stati ben più difficili. Baci a te, frolli e Gilberto.
Manu
Beh Panz…sono passato apposta per salutarti, me ne vado al mare…la zona la sai, se con tutta la famigliola ci capiti, fammi sapere! 😉
Che tenerezza … mi sa che è un po come per me vedere la mia cippoletta che coccola il mio pinocchio di gomma ormai trentaquatrenne , anzi corro a infilarlo nello zaino delle vacanze che non si può viaggiare senza …ciao…Ely
è strano quanto a volte degli “oggetti” riescono a muovere emozioni più di mille parole.
Il mio si chiama Chicco. E’ una lepre. Dorme ancora con me. E dire che sono grande, no?
Ti stringo forte,
Lilli
Anch’io da piccina ho amato tantissimo un cane di pelus che purtroppo potevo vedere solo da lontano,nn è mai stato mio.. lo chiamavo bau bau pancia… ne ero davvero innamorata,l’ho portato nel cuore sempre….ora che sono grande però mi sono rivalsa ho in casa due meraviliosi barboncini veri, che amo e tratto come persone sempre nel rispetto degli altri
baci margherita
sai cosa mi viene in mente con il nome gilberto?? ti do la rissposta: mi viene in mente 1 ragazzo bellissimo di cui io sono innamorata!!!!
Il mio amore si chiama orsonello…è il mio peluche preferito è un orso che mi ha regalato il mio papi quando avevo 2 anni e mezzo ora che ne ho 17 sono fiera di dire che lui è ancora con me al mio fianco testimone di mille e mille episodi della mia vita…dall’operazione alle litigate al trasferimento…
Orsonello I love U