Piazza Nettuno
Per la rubrica Curiosità bolognesi con questo post voglio aiutare il turista spaesato che è appena riuscito a uscire dalla Hall dell’albergo facendosi “dare il tiro” a conoscere meglio il carattere e l’inclinazione del mio popolo, goliardico fin dal 1088 (anno della fondazione della nostra locale Università) e la cui città regala angoli di assoluta meraviglia architettonica.
Dunque oggi si fa i seri e si parla di architettura e in particolare della statua del dio Nettuno che dimora nell’omonima piazza (lato Piazza Maggiore) e che nasconde qualche piccolo e peccaminoso segreto.
L’imponente omaccione del mare, tutto muscoli, sirenette che si strizzano le tette e putti marini che ne difendono l’incolumità insieme a lucci pinocchieschi è davvero un bel pezzo di omarello. Se per esempio ti ci metti sotto e lo guardi dal basso verso l’alto di certo ti accorgerai che ha un fisico tonico e tornito come se facesse fitness tutti i dì.
Un uomo di tanta prestanza metterebbe scalmane e pruriti sessuali in ogni donnino che si rispetti e che gli passi accanto, non fosse che in tutta quella esuberante nudità fatta di natiche tornite e trapezi bronzei qualcosa di estremamente sproporzionato salta all’occhio, facendo scemare qualsiasi pensiero sconcio e libertino fin nella più navigata delle amanti.
Il pisello di Nettuno è piccolissimo: sembra che in tutta la sua sprizzante virilità maschia qualcosa abbia dimenticato di crescere e si mostri tal quale a quello di un neonato.
Una cosa inquietante che getterebbe nello sconforto qualsiasi uomo e a cui sarebbe difficile porre rimedio anche nelle caldi notti della romantica primavera dell’amore.
Perché tant’odio nei confronti di un dio che deve dominare con il suo tridente e con la sola forza della sua imponenza mari e acque tutte dell’orbe??? Perché umiliarne fin a questo punto gli attributi???
E’ presto detto: il caro Gianbologna che ne ha scolpito le fattezze, da uomo d’onore e di senso certo non avrebbe voluto deridere così tanto il dio greco dell’acquagym; esso però viveva e lavorava in tempi bui (metà del 500) e Bologna si trovava proprio nel cuore del bigotto Stato Pontificio e così gli fu imposta una censura metrica e non potè mantenere le proporzioni del caso.
E fin qua niente di strano o diverso da quanto accaduto nella stessa epoca per molti altri “Peni artistici e architettonici”, non fosse che il Gian era un furbacchione e non si diede per vinto, volendo onorare la struttura fisica da dio greco del Nettuno.
Come potrete notare da questa immagine dettaglio (fonte Wikipedia)
Nettuno tiene una mano alzata e un dito puntato verso il cielo. Ebbene, da un particolare punto della Piazza – contrassegnato da un tombino che si trova proprio all’attaccatura delle scale che conducono in Sala Borsa, accanto a Palazzo Re Enzo – guardando il Nettuno davanti e sulla propria sinistra, quel lungo e esuberante dito giocherà a voi onesti e pudici turisti un bello scherzo da prete intrattenedovi con fantasie peccaminose per le femminucce e invidie involontarie per i maschietti.
Come ben sanno i bolognesi, esperti nell’arte culinaria e godereccia, è il ripieno che fa i tortellini e ogni buon ripieno ha i suoi segreti.
Venite a trovarci gente: qui da noi ci sono statue che riescono a essere fallocentriche pur se sottodotate, chiese incompiute ma magnifiche e donne e uomini che vi danno il tiro anche se non vi conoscono.
O come dice il mio amico veneto: xe soto la pansa ghe xe la sostansa.
Mi sembra quasi di rivedermi col naso freddo la carrozzina della frolly li vicina e gli occhi verso il magico dito del nettuno…come mi manchi!
Le fattezze del Nettuno che mi hanno sempre affascinato, mentre mi angosciano da morire le “sirenette che si strizzano le tette” … ahi! Ma ci pensi che male!? Se le costringono da morire … Tutte le volte che ci passo davanti non posso guardare senza sentire un certo dolore.
Saluti&Baci da Toronto!
Ma dai! Questa è assolutamente fantastica.
Devo proprio ricordarmene la prossima volta che torno a Bologna!