Ammazza la vecchia col crik
La Vecchia si è avvicinata alla mia macchina mentre stavo parcheggiando, con il bagagliaio carico di sacchi della spesa come Babbo Natale alla vigilia.
Io me ne stavo pensando a come fare a portare su la marmocchia e tutta quella roba, tutti insieme appassionatamente, senza farmi prendere da un attacco fulminante di asma e enfisema.
Lei – vestaglia azzurra e capelli biondo cotonati alla moda delle zdaure bolognesi – era scesa a buttare il rusco* ( leggesi: pattume) e stava rientrando in casa, in uno dei portoni che affacciano su CondominioBandiera.
Si avvicina al finestrino e fa un sorriso alla frollina che stringe la sua bambola, seduta tranquilla nel suo seggiolino sul sedile posteriore.
“Che bella bimba…e come è buona!” dice la Vecchia.
Io sono ancora in auto e sto uscendo, un po’ perplessa. Mi sento invasa nel mio spazio vitale. Ma penso che è uno degli aspetti tristi della modernità.
“Ma avete ancora anche i due gattini?” chiede la Vecchia.
La mia perplessità aumenta. “Che cazzo ne sa sta vecchia dei nostri gatti?” penso, temendo un Grande Fratello condominiale.
“Ci conosciamo?” le chiedo. Giusto così, per metterla un po’ a disagio.
Perché non pensi che abbiamo stabilito un patto amicale. Che la Vecchia c’ha la faccia da zdaura pettegola e mi basta la Magda a spiare dentro le nostre finestre.
“Abito nel cortile anche io!” mi risponde tranquilla la Vecchia. Senza la minima esitazione. Senza alcuna vergogna.
“La vedevo quando scendeva coi gattini, mentre aveva il pancione. Poi sento sempre la bimba ridere…”
Sono a disagio.
“Chissà com’è contento il nonno Suocero!” prosegue lei. “Conosce NonnoSuocero?” chiedo io.
“Siamo cresciuti insieme!” mi risponde garrula.
Tiro un respiro di sollievo; forse sa tutti i cazzi miei perchè ha incontrato lui.
Ma lei mi dice candidamente che non vede NonnSuocero da anni; sa tutti i cazzi miei semplicemente perché si FA i cazzi miei.
Io apro il portello della macchina e tiro fuori i miei sacchi. La baguette dell’esselunga svetta come un dildo flagrante tra patate e cipolle.
La bambola indemoniata della frollina, quella che io chiamo “dei dieciComandamenti” (che un giorno vi spiego perché) ripete ossessiva le sue frasette con quella vocina da psicocicciobello che mette i brividi.
Lei mi guarda. Guarda la frollina. Guarda i sacchetti.
Io arranco per trovare la terza mano che avrei voluto acquistare insieme all’insalata e che ora mi tornerebbe tanto utile.
“Ma la bimba va all’asilo o sta con i nonni?” mi chiede. Le racconto brevemente un mare di fandonie, tranne la verità nudaecruda che frollina non va all’asilo.
Errore: grande e grosso errore.
Perché la Vecchia mette su – come un disco rotto che io sono immensamente stanca di ascoltare – la nenia populista.
“Si vedono tutti quei pachistani in giro. Tutti con 3 o 4 figli. E i figli dei pachistani vanno tutti al nido. Ci rubano il posto a noi i figli dei pachistani.!”
Potrei fare la trentenne compassata che si rende conto che di fronte all’ignoranza atavica com’è quella della Vecchia non esiste antidoto.
Potrei prendere i miei blacchi e entrare in casa, scalare la vetta per raggiungere il mio appartamento pieno di certezze progressiste.
Ma c’è mia figlia.
Lei è piccola. Certo. Lei se ne frega dei discorsi populisti delle vecchie, ora.
Ma non importa: mia figlia deve sapere che c’ha una mamma coerente.
Una mamma che si è un po’ stufata di giustificare i discorsi populisti dei vecchi perché sono vecchi. Si è stufata di compiangere la Magda perché è un’ubriacona e intanto lei getta offese razziste ai miei vicini esotici che hanno 12 anni facendoli piangere.
Perché poi tutta questa gente vecchia e populista e razzista e che però vota per Veltroni e il piccì quando c’era il piccì è furba. La Magda di fronte agli adulti non offende con frasi razziste nessuno. Perché ha paura.
La Vecchia, ne sono certa, non si permette di chiedere conto ai pachistani del numero dei loro figli e del perché vanno all’asilo al posto dei “nostri”.
E la vecchiaia non è una giustifazione abbastanza forte alla cattiveria gratuita.
Guardo la Vecchia con un pelo di stizza.
La guardo in quegli occhi azzurri come la sua vestaglia.
“Ha beccato male signora” le dico “io non sono razzista e non condivido le sue idee!”
Quando credo di aver trovato il modo per allontanare questa vecchia zecca, allora capisco che non c’è speranza comunque.
Continua. Continua con la storia dei pachistani.
Tento di non diventare troppo scortese ma non resisto.
“Mi scusi signora ma vorrei interrompere questa discussione. Sono le persone come Lei che rendono l’Italia il paese brutto che è diventato. E ora vado. Non tollero oltre che mia figlia ascolti queste stupidaggini!”
Prendo le mie borse che lei sta ancora inveendo. Penso che forse ho esagerato. Che forse avrei potuto lasciar perdere.
Penso anche che arriva un momento, nella vita di una persona, che lasciar perdere equivale a dare un cattivo esempio ai propri figli e mettere sotto le scarpe la propria dignità.
Ora non mi resta altro che capire esattamente qual’è la finestra della vecchia e allestire un bello spettacolino di culi all’aria per procurarle uno choc tale che la smetta di guardare nella nostra direzione.
ah, da voi va di moda il pachistano. Qui è il “magrebino” in genere.
sui bambini e asili/scuole mi fa paura il fatto che ora tanta gente dica che, con tutti gli “extra” che ci sono, bisogna mandare i bimbi alla scuola privata (leggasi suore/preti) perchè altrimenti non impareranno niente.
Se il maggior afflusso di gente migliorerà la situazione delle scuole private ci sarà almeno un aspetto positivo della vicenda (e ne conosco di quelle che ora sono davvero un ricettacolo di gentaglia). La cosa divertente è che la gente per la scuola privata è disposta a pagare cifre assurde, ma veramente assurde, del tipo che se uno della coppia smette di lavorare per “badare” ai bimbi probabilmente risparmia e mette pure da parte qualcosa!
Mi dispiace tu non abbia vinto, ma sono certa che la serata la porterai nel cuore per molto tempo.
Avrei voluto esserti più vicina, ma siamo state in ospedale tre giorni. Ora stiamo bene, abbiamo testato l’ospedale pediatrico e ci simao presi un bello spavento, ma ora Pulcetta è più attiva che mai.
Un abbraccio grande, Lillibeth
PS= sulla mia pelle esperimento il razzismo ogni dì: e perché sono immigrata, e perché ho un nome “strano” e perché vivo in un quartiere di gente snob, che crede che il suo giardino sia il mondo e tutti gli altri vadano sulle zucche.
Sono cose belle da sentire..mantieni la calma e fai quello he devi..diffondere il verbo del sorriso e della dignità umana ovunque ti capiti!
Un abbraccio
Quando non prenderanno Meryem al nido avrò la prova provata che non basta essere figli di extracomunitari… e magari la gente finirà di rompermi le palle con questa frase!
A Torino avevo una vicina di questo tipo, che controllava anche a che ora rientravo e con chi.
Una sera mi sono messa sotto la sua finestra, in macchina con due amici maschi, e abbiamo fatto finta di trombare, facendo oscillare la macchina e appannando i finestrini a suon di mugolii e urletti.
Non mi ha più chiesto nulla. Chissà perchè? 🙂
Complimenti. Alle volte per non dover sopportare tutto il resto che ne consegue, ti viene più voglia di dire sìsìsìsìsìsìsìsìsìsìsì fino a quando nn si riesce a defilarsi, tu invece hai voluto affrontarla ed essere coerente a beneficio (futuro, forse) di Frolly. Brava. Mi piaci sempre di più.
Hai fatto bene a darle un freno. Io ho lo stesso problema ma purtroppo, visto che l’ignoranza non fa distinzione di età, è proprio la giovane mamma di un compagno d’asilo di Ciappina a sparare peste e corna su tutti questi extracomunitari. E poi gira col SUV. E poi veste firmato. E poi hai mai visto il papà di Asheraf sul SUV???? che tristesa….
ahahahah grande frò, mi hai fatto sbragare dal ridere!
e se non la more -come nel tuo caso-???
mamma come le odio quelle sdaure lì… e ce ne sono…
Povera vecchia. Sola e niente da fare, abitate nello stesso cortile e tu nemmeno la conosci di vista. Offesa da un’interesse umano, non mi pare dalle sue affermazioni che vi spiasse a più non posso. Gatti e una bambina? Cavolo, deve aver passato la vita a spiarti per scoprire certi segreti…
Fai la superiore per un’affermazione sui pachistani, prima esprimi la tua superiorità contro “una vecchia di atavica ignoranza” e poi le sputi addosso “io non sono razzista come lei”. Per la tua bambina. Brava cucciola. Viva la coerenza
sto zitta, lascio rispondere Panza. Ma ce ne avrei di cose da dire…..
Posto il mio primo commento sul tuo blog ( un po’ tardino eh ? ma sto leggendo tutto dall’inizio ).
Sto post mi ha fatto davvero incazzare. Nella prima parte.
Ma insomma , ma possibile che tu non hai un minimo di tolleranza ? Non ce l’hai. O meglio ce l’hai solo verso chi hai deciso di essere tollerante e aperta . Sta vecchina ( con tutti i suoi difetti ) si avvicina a fare un complimento alla bimba, a dire due parole perchè magari sono le uniche che scambia nella giornata, magari vorrebbe avere una nipotina e non ce l’ha, magari ti guardava mentre avevi il pancione e scendevi con i gattini e le facevi tenerezza … e tu ti infastidisci perchè entra nel tuo spazio vitale ? perchè si fa i cazzi tuoi ? Io rimango davvero perplessa sai ? E che male ha fatto santocielo ?
Magari è una vecchia rompiscatole impicciona e dirazzista ( solo lei ? ) ma il beneficio del dubbio non glielo vogliamo proprio dare in partenza ? Ma non ti accorgi che hai agito tu per prima in base al tuo pregiudizio ?