Non sono una persona facile
Io non sono una persona facile.
Non sono nemmeno una che riesce a fare buon viso a cattivo gioco, che riesce a fregarsene o che riesce sempre a stare dietro alle cose pur di far contenti gli altri.
Non sono una persona facile: lo so.
Sono una che un giorno è molto allegra e molto propositiva e magari c’ha mille energie per fare tante cose e il giorno dopo c’ha meno energie, le piace farsi gli affari suoi e si mette in un cantuccio, senza riuscire a parlare molto con gli altri.
So anche che quando mi arrabbio divento cattiva, che le cose le dico in maniera molto chiara – ai limiti della ruvidità – e che a volte sono troppo polemica.
Però credo di essere una persona che ci prova a dare molto, che cerca di contribuire a far star meglio i suoi amici e che se può aiuta chi ha bisogno e vuole andare oltre il suo orticello.
Non mi riesce sempre. Ci sono delle volte, con delle persone che non è per niente facile, che per quanto uno faccia, si sente sempre di essere in debito, perché certe persone sono così, vogliono delle conferme continue e io le conferme continue non le so mica dare.
Probabilmente è genetico, probabilmente è caratteriale, ma io non sono brava a confermare, che ho dovuto convivere troppo con l’incertezza per assecondare gli incerti.
Ci sono poi delle volte che mi piacerebbe che le persone con cui trascorro il mio poco e preziosissimo tempo (gli eventi sociali, quando c’hai un bimbo piccolo, sono pochi e spesso risicati a tutto quello che ti si accumula nella settimana) fossero persone con cui parlare è piacevole, lo scambio è piacevole e che ci si arricchisce a vicenda.
Cose che – non so perché – a vent’anni capitano più facilmente ma poi passa il tempo e ci chiudiamo tutti al resto del mondo e vediamo solo la nostra piccola realtà e negli altri cerchiamo solo delle conferme a quello che sappiamo già, a quello che siamo già. Così nessuno si arricchisce.
E a me mi viene una gran tristezza. Una gran voglia di rimanere chiusa nella mia casa attaccata ad Internet e ai blog che sembra un paradosso, ma almeno lì ci trovo delle cose nuove, fresche, della gente che c’ha voglia di confrontarsi e di fare insieme.
Sembra un paradosso perché poi queste persone, che a parlarci ti dicono sempre “Io, io, io” e sembra che il mondo passi tutto dentro al loro ombelico, sono le stesse che se poi dici che hai un blog, se poi vedono che tu ci credi in questa condivisione sociale e nei suoi effetti benefici, si sentono messe da parte.
Quelli che ti dicono che racconti i cazzi tuoi su un blog e che quindi forse c’hai qualcosa che non va, che lo sottointendono che sei un po’ stronza perché a loro non dici le robe mentre poi le scrivi sul blog.
Queste persone qua che ce ne sono in ogni angolo, ecco queste persone qua sono poi quelle che se mai tu gli fai delle proposte, cerchi di coinvolgerle in cose che vadano oltre al nostro ombelico, alla mia pappacaccananna e al loro quotidiano manco si degnano di dire beo.
Manco si degnano di dirti “no grazie, mi interessa di più il mio ombelico”.
E alla lunga, quando c’hai poco tempo come me, si diventa abbastanza stronzi su queste cose e allora ti dici “porcavacca, c’ho 34 anni, non sono mica più una giovin pulzella. Porca vacca non ho tanto tempo per me e quel tempo per me, ecco, io lo voglio ben spendere, voglio sapere che torno a casa e mi sento migliore, che le persone con cui sto mi insegnano qualcosa o semplicemente ci possiamo confrontare.”
Questo dico ultimamente.
Ed è per questo che sto rimanendo sempre più sola nella mia vita reale. Che gli amici che ho si contano sulle dita di una mano e tutto il resto è chiacchiera di sottofondo.
Ma credo mi vada bene. Mi spaventa un po’ perché ho sempre creduto di avere molti amici e mi rendo conto che non è mica così.
E’ che io penso di essere diventata più sostanziale. Che mi interessa la ciccia, tanto a ballare non ho mica più tempo per andarci..
Io non sono una persona facile.
Volevo dirlo. Così lo sapete e non vi prendete un abbaglio.
Provo e riprovo a scriverti qualcosa. Ma tutto mi pare banale e inutile…Quindi ti dico solo che so cosa vuoi dire e che ti sono tanto tanto vicina!
Anch’io, come laconiglia, cerco una risposta non banale e non la trovo … credo che nessuno di noi sia “facile” … ognuno di noi ha i momenti di allegria ed i momenti in cui ha solo voglia di starsene racchiusa a guscio … ti conosco “virtualmente” e credo tu sia una bella persona, con i suoi “alti e con i suoi bassi” … e mi piaci così 🙂
Anche le mai amicizie reali si sono un po’ diradate … la mia vita sociale è un po’ cambiata, anche se non mancano le cene, le uscite, ecc … ma va bene così 🙂
Un abbraccio forte
anche a me mi dicono sempre che non sono una persona facile, difficile da gestire, un buldozer perchè dico troppo le cose in faccia e non digerisco ciò che non mi va…
perchè quando credo nelle cose vorrei farle arrivare a più gente possibile, e vengo anche tacciata di poca diplomazia e di voglia di pubblicità…ma io ho messo lo stesso impegno sia quando lottavo per il commercio equo, contro le multinazionali e lo facevo gratis sia adesso che vorrei far arrivare qualche bel contenuto anche tramite questo lavoro che passa anche per l’odiata e bistrattata tv.
aiutiamo pandora a roma a trovare le volontarie mamme che aiutano altre mamme. andate sul loro sito pandoracoop e fateci arrivare amici e amiche.
grazie
bt
Tu sei brava con le parole,riesci a mettere un mondo in un post.Io provo quello che descrivi da quando son restata incinta…ero molto “integrara”,uscivo spesso con le “amiche”,poi c’è stato il salto nel buio con la Diddi e tutto è cambiato.Le amiche ci sono,qualc’una l’ho persa un pò per strada,ma forse fra qualche anno io sarò più libera e loro saranno incasinate con pappe e pannolini.Bisogna pazientare e cercare di capire anche gli altri,poi gli stronzi egoisti ci son sempre e quelli e meglio perderli che trovarli!
Cara Panz, caspita quello che hai scritto sembra il ritratto della mia situazione. Mi sa che siamo uguali, la pensiamo allo stesso modo per questo capisco perfettamente i tuoi pensieri e mi trovo bene nel tuo blog.
Spesso mi soffermo a riflettere anche io sul perchè la mia vita è priva di amicizie vere profonde interessanti e del perchè poi mi sento più amica di persone come te che non conosco personalmente (peccato!) e non mi conoscono ma di cui leggo cose intelligenti e interessanti. Forse perchè dovendole scrivere non ci si perde in parole inutili ma si va nel profondo e si bada alla sostanza del discorso senza per forza tralasciare il frivolo ma non sciocco che aiuta ad allentare la tensione che la vita ogni tanto ci butta addosso. Non lo so se abbiamo qualcosa che non va perchè ci affidiamo a questo genere di comunicazione forse un pò impersonale e asettico, posso solo dirti che a me, come credo a molte persone che ti leggono, fa molto piacere condividere pezzetti e pensieri della tua vita e per questo ti ringrazio.
Buona giornata.
Stefania
Panz cara,
io penso che il numero di amici non conta, come il numero di storie che una ha avuto durante la sua vita.
Ciò che conta è l’intensità di ciò che si vive, della maniera in cui ci si confronta.
Io stessa ho poche amiche ma buone. Ma con poche racconto i miei momenti di down, perchè quel poco che ho per loro lo voglio passare in allegria.
Per questo mi piaci!
eh sì, non sei per niente facile… :-p
Mamma mia quanti spunti!
Per cominciare, penso sia assolutamente naturale, direi fisiologico, che con l’età le frequentazioni si diradino.
Ho scritto “frequentazioni” non per caso, perché in fondo le amicizie vere penso che siano pochissime lungo tutto l’arco della vita, specialmente se non si è faciloni e superficiali.
Poi magari della “verità” di alcune e della occasionalità di altre ci si accorge posteriormente, ma resta il fatto che, nel loro profondo, sono sempre state pressoché tali.
Fermo restando anche il fatto che con il tempo possono cambiare gli interessi e gli obiettivi, e subentrano altri impegni e così via.
Ma i legami saldi e profondi, basati su una condivisione umana, dovrebbero restare.
E si sa che una cosa sono le occasioni per divertirsi, un’altra cosa sono i legami più seri.
A volte si tende a confonderle. Specie quando si è più giovani. E resta comunque il desiderio che queste due cose possano trovarsi insieme. Ma non sempre (raramente?) è così. Anche per i motivi ricordati sopra.
Che poi con l’andare dell’età si tenda sempre di più a chiudersi, è un altro dato purtroppo comune.
Anche qua subentrano varie motivazioni, tra cui il placarsi dello spirito tipicamente giovanile di scoperta e di ricerca, il sistemarsi, una oggettiva mancanza di tempo (e di energie).
Ma a volte per l’arricchimento e la ricerca subentrano altri canali.
In questo la rete e il social networking sono un grosso soccorso.
Certo, la cosa più importante è non perdere lo spirito.
È la nostra stessa società, del resto, a chiedere che ora i genitori, per esempio, non smettano mai di apprendere e di tenersi aggiornati, pena la schiavitù nei confronti dei figli..
In ogni caso, fatalisticamente, per me la chiusura e comportamenti simili sono comunque inscritti in potenza nei caratteri, e a volte basta poco per farli esprimere e fuoriuscire e molto di più per contrastarli; lo stesso vale per gli spiriti aperti e che sanno mettersi continuamente in discussione.
Per concludere, qualche volta però bisogna che tu venga con me, Tommy ed Erica (e chiunque altro voglia aggiungersi) a qualche bel concerto indie-rock, o di altra bella musica.
Che i concerti non finiscono tardi. Peraltro.
All’Estragon, o al Locomotiv.
Questa estate in Piazza del Castello a Ferrara…
Cara Panz, sarai pure difficile, ma guarda quanto puoi dare agli altri!!Io sono una che sta dall’altra parte come dicono le mie amiche sono una facile, accogliente, fondamentalmente una che crede nel detto “vivi e lascia vivere”..ma se non mi lasciano vivere poi non è che riesca ad incazzarmi..è la mia natura, forse dall’età dello svezzamento e non ci posso fare molto..non credo che tali caratteristiche siano pregi o difetti, credo che il modo di essere di ognuno debba esplodere e fare il suo corso, perchè sai che palle sennò..io ringrazio il cielo che ci siano persone come te!
BACI
cara panz,
io ucivo tutte le notti e tornavo a casa tardi.
bevevo birre al mattino all’angolo della strade e parlavo con tanti…
però,forse perchè un pò più grande di te,già sapevo bene che le frequentazioni e le amicizie erano cose diverse..le frequentazioni erano tante tante,le amicizie solo 2/4.
poi è nata giorgia.
e le cose sono rimaste così..le frequentazioni sono pressochè sparite,le amicizie sono rimaste:poche,solide,costanti,vere,serene.pazienti.
tutto il resto è noia.
epperò epperò è successa anche una cosa bella dopo giorgia: nel mezzo delle frequentazioni nannapappacacca,sia reali che virtuali, sono nate delle simpatie e delle sorellanze…chissà,magari un giorno ci sarà anche una amica tra loro,una amica nuova.
intanto,spesso,mentre ti leggo,penso a te come ad una amica…una amica virtuale e immaginaria,trasparente e immaginata.
sai,lo spirito conta,sente,si esprime..e pensa a te come ad una persona cara.
un abbraccio
angela
Questo post avrei potuto scriverlo io. Di anni ne ho 26 ma la sostanza nn cambia…
che poi,a pensarci bene panz…alle volte il conforto più grande mi arriva proprio dai blog e dai bloggers, che da quelle persone che mi stanno intorno e dicono di essermi amiche…
Vedi che ti rispondono tutti quelli che in un modo o nell’altro la pensano/sono come te? Quindi non sei strana tu, un problema ce lo siamo tolti.
Il punto me l’ha spiegato bene l’amica Flavia. A lei è venuto improvvisamente un tumore e da allora, anche se curatissima e guarita, ragiona in termini di tempo che le resta.
Abbiamo un’età, siamo in grado di fare un bilancio di quello che siamo riusciti a fare nella prima parte della nostra vita e adesso ci confrontiamo con quello che ci resta da fare. se siamo un pelino, creative, propositive, ambiziose, ci rendiamo conto che tempo per le pippe mentali (degli altri) non ne abbiamo più.
per qunto mi riguarda ho sempre vissuto secondo il detto meglio sola che mal accompagnata. E guarda un po’più sono coerente a ciò, più sono ben acompagbata sia nella vita reale che in quella virtuale. E vogliamo poi smetterla di parlare di virtualità? Io, tu, chi ti risponde, siamo persone vere ed autentiche. Il web è come il telefono: ti permette di essere in contatto con altri quando non hai tempo e spazio per andarci di persona e guardarle negli occhioni. Com web e e-mail sparisce anche la necessità della contemporaneità, lo fai quando hai tempo e si gestiscono meglio più cose.
Certo, dispiace che la tua amica scriva sul blog a perfetti estranei invece di venirsi a prendere un caffé con te. Siamo umani. Ma se pensi che quel blog è scritto per te, per quelle volte che non c’è tepo di prenderselo il caffé, la cosa cambia.
A proposito, il 26 febbraio cambio un treno a Bologna. Tu come stai messa quel giorno, per un caffé?
Ciao,
Ba – Mammamsterdam
@mammaamsterdam: il 26 febbraio farò in modo di esserci e ci prendiamo il caffè, che bello!!!! ti scrivo mail personale così ci accordiamo per bene!
Cara Panz, secondo me è la vita che è così. A meno che tu non abbia una paccata di soldi per pagarti baby sitter a go-go e uscire quando vuoi.
Però, a me è successa anche un’altra cosa, e cioè appena ho avuto un po’ di tempo e stato d’animo di riprendere a contattare amicizie che per la forza degli eventi non erano più quotidiane, ho ritrovato quello che avevo lasciato intatto. Cioè l’affetto, l’empatia, la voglia di fare cose insieme, di nuovo. Poco importa se so che il film “cafè Portofino” forse non lo scriverò mai con la mia amica o che la prossima volta che mi libererò per andare al cinema sarà tra un anno.
Noi abbiamo fatto delle scelte. Ma quello che abbiamo costruito nel corso degli anni, se è stato fatto in un certo modo, e non vedo ragioni perché per te non sia così, ci resterà come patrimonio nel cassetto, da riprendere quando avremo voglia. Se avremo voglia!