La prima fiaba per frollina: la vera storia del tonno Maronno
Dato che mi avete sfidata (oppure l’ho fatto da sola, non mi ricordo), posto una delle fiabe che racconto alla frollina, liberamente tratta dal mare che le ho composto sul muro.
Per bambini vegetariani.
LA STORIA DEL TONNO MARONNO
Il mare che circonda l’isola di Kukumba è chiaro e limpido come certe notti d’estate. Un mare caldo e tranquillo che ci potresti camminare a piedi e se ti ci metti di gran lena, allora forse arrivi perfino in Australia.
Il mare che circonda Kukumba si chiama Frollo, in onore della dea Frollina, magnifica e perfetta icona di bellezza biscottata.
La dea frollina protegge i raccolti dei kukumbiani ed è a lei che si offrono le torte Margherita e i succhi di frutta alla pesca. Una volta all’anno i kukumbiani salgono sul MonteSole con una scorta di torte – cucinate appositamente dalle loro nonne – e le offrono alla dea Frollina, di volta in volta impersonata da una bambina del paese, che deve mangiare tutte le torte in una notte.
Nel mar Frollo ci sono tanti pesci. Sono colorati e di dimensioni diverse. Tartarughe marine convivono con enormi meduse e spugne rosse e gialle nuotano al fianco di maestosi delfini azzurri.
Nel mar Frollo, di giorno, i bambini giocano felici e sguazzano in mezzo ai pesci che si lasciano ammirare per la loro bellezza. Alcuni delfini fanno a gara per chi avvicina prima un bimbo, altri se ne stanno per i fatti loro, perché non tutti i delfini sono socievoli e ci sono quelli che amano nuotare da soli.
Ogni tanto arrivano anche dei tonni. In batterie di 6 o 7, tutti insieme, nuotano in maniera molto ordinata, tagliando la traiettoria dei delfini.
In generale, bambini e pesci non hanno nemici. Convivono amichevolmente e a nessuno verrebbe mai in mente di mangiare un pesce, a nessuno verrebbe mai in mente di pungere o fare male ad un bambino.
Però ci sono delle eccezioni.
Per esempio, ci fu un periodo in cui nel Mar Frollo arrivarono i Grissini Torinesi, acerrimi nemici dei tonni.
I Grissini Torinesi sono lunghi e scattanti, anche se non riescono a baciarsi i piedi perché stanno sempre rigidi, come se qualcuno li avesse inamidati prima di stirarli. I Torinesi hanno un fissa, una di quelle fisse che non li fa mica dormire alla notte: devono spezzare tutti i tonni che incontrano sulla loro strada, li devono ridurre in polpette, inscatolare e spedire sulle tavole degli italiani.
E’ una specie di mania la loro. Sembrano programmati in serie. Proprio perché all’istinto animale non ci si può opporre.
E quando arrivavano i Grissini, nel Mar Frollo si sentivano tonni tremare. Tremavano così forte che sembrava quasi che una potente scossa di terremoto facesse ballare le barchette che girano per il mare.
Dal momento che le incursioni dei Grissini erano diventate roba quotidiana, Tonno Maronno – un giorno di luglio – decise che doveva trovare una soluzione per non essere inscatolato.
Perché era già toccato a parte della sua famiglia e non è bello quando ti inscatolano la famiglia.
Si rivolse allora a Mino il delfino, noto per la bravura nel salto doppio carpiato e per una erre moscia davvero insopportabile.
Si presentò presso lo scoglio di Mino con un’idea, una di quelle idee che possono cambiare il corso della tua vita, dal gran che sono geniali!.
“Mino” disse Maronno, con la voce supplichevole “tu mi devi aiutare. Questa storia dei grissini ci sta distruggendo, non se ne può più, io devo fare qualcosa! Lo sai che non lontano da questo atollo io tengo famiglia? Mi hanno mandato qui per motivi di lavoro, ma loro mi aspettano, ho due tonnetti piccoli e carini che vogliono riabbracciare il loro babbo, spinneggiare con me, nuotare in compagnia del capo famiglia. Se continua così ci stermineranno tutti, quei grissini malefici!”
“e io cosa ci posso faRe?” chiese Mino, poco interessato alla cosa, tra un salto e l’altro.
“insegnami a fare il delfino! Non siamo tanto diversi tu ed io. La grandezza più o meno c’è, il portamento pure. Magari devo lavorare un po’ sul colore della mia pelle, ma se imparo a fare qualche salto e a parlare come te, con quella erre così…così…affascinante, ecco, sono sicuro che i Grissini mi scambieranno per un delfino!”
“ah, ah, ah” cominciò a ridere Mino, mentre Maronno gli rimaneva piantato davanti senza muovere un muscolo.
“tu credi che basti impaRaRe a faRe due salti per diventaRe un delfino??? Ci vogliono anni di allenamento e un poRtamento che voi altri tonni vi sognate! Non è mica uno scheRzo fare il delfino eh? PeR esempio: tu sai giocaRe con una palla sul muso? Sai accaRezzare i bambini che fanno il bagno con la delicatezza oppoRtuna per non fargli male? Non credo.”
“Mino, ma è questione fondamentale per me, non essere cattivo, insegnami, insegnami, ti prego!” pregava Maronno.
Andarono avanti così per un’ora, fin quando Maronno non riuscì, finalmente, a fare breccia nel cuore di Mino.
“Ti insegneRò” disse il delfino “a patto che tu mi fai faRe una nuotata nel vostro maRe segReto.”
“Quale mare segreto?” chiese il tonno, con tono allarmato.
“dai MaRonno, non faRe lo gnoRRi, lo so che voi tonni vi siete costruiti una specie di piscina dove ogni tanto andate a sguazzaRe e dicono che sia una sensazione bellissima, che ti lasci una pelle tutta liscia e profumata…non faRe l’egoista!”
Maronno che aveva capito fin da subito dove voleva andare a parare il giovane delfino, si avvicino con circospezione e – facendo un occhiolino talmente sgraziato da sembrare uno a cui è finito un bruscolino in un occhio – fece segno che si, lo avrebbe portato nel loro luogo segreto, ma non doveva dirlo a nessun altro.
Così iniziarono le dure lezioni di delfinato, davanti agli occhi attenti e curiosi degli altri abitanti del Mar Frollo.
Il dottor Spugna sembrava abbastanza preoccupato da questa ansia di spersonalizzazione di Maronno, mentre la tartaruga Michela trovava che il delfino fosse un po’ presuntuoso nell’insegnare i suoi segreti al tonno.
Dal canto suo Maronno si impegnava molto. Non saltava una lezione e spesso si allenava anche da solo, dopo il suono della campanella.
In due settimane fu in grado di fare il salto carpiato delfinesco. In altrettanto tempo acquisì la erre rotante di Mino.
Solo i giochi con la palla gli risultavano un po’ difficili, ma come disse anche Mino, nemmeno molti delfini ne erano capaci, per cui si poteva già essere soddisfatti così.
La prova del nove del tonno Maronno avvenne il venerdì successivo alla fine del corso.
Il venerdì i Grissini Torinesi venivano sfornati a frotte, per invadere il Mar Frollo. E mentre gli altri tonni scappavano disperati, Maronno decise di affrontare la sorte e di mettere alla prova le proprie capacità delfinesche.
Si fece spruzzare di inchiostro scuro da Polimena, la polipa del piano terra, tanto da nascondere il suo color tonno, tanto riconoscibile da Grissini affamati e violenti.
Poi si esibì nel suo primo salto carpiato triplo con capriola in aria. Un esercizio di stile che era valso a Mino il secondo posto nei campionati regionali di salto in alto e che aveva saputo tanto bene insegnare all’ormai amico tonno.
Mentre svolazzava nell’aere tenendo il respiro, che i tonni mica sono come i delfini che anche fuori dall’acqua stanno bene, ripeteva a se stesso “sono un delfino, sono un delfino, sono un delfino” e intanto sentiva il cuore fare più rumore di una petroliera che entra in porto.
Tutti i grissini si erano fermati a guardare l’esibizione, lasciando perfino scappare molti dei tonni che avevano già messo all’angolo e insieme a loro c’erano tutti i mansueti abitanti del Mar Frollo.
Maronno aveva il cuore in gola, sapeva bene quanta importanza avesse questa esibizione. Ad un certo punto, da una barca, una bambina alta 90 centimetri, in piedi su di uno sgabello posizionato sul ponte, cominciò a ridere, di una risata cristallina. Rideva e batteva le mani entusiasta. Rideva e batteva i piedini sullo sgabello. I lunghi capelli dritti in testa svolazzavano al vento e lei non riusciva a smettere di ridere e battere le mani.
A quella vista, davanti ad uno spettacolo tanto divertente, anche i Grissini, sempre così ingessati e violenti, cominciarono ad applaudire alla esibizione del delfintonno Maronno.
Si sciolsero anche un bel po’, tutti quanti. Decisero che era giunta l’ora di finirla con quelle lotte intestine tra Grissini e tonni e che non ne potevano più di tutta quella violenza.
Non avevano più voglia di essere sfruttati dalle tonnare per l’inscatolamento e il Mar Frollo, in fin dei conti, era un posto troppo armonioso, troppo bello per essere piegato ad eventi tanto tristi.
Lasciarono scappare tutti i tonni che avevano già catturato per spezzarli e aprirono un panificio in proprio, sfornando ogni mattina calzoni farciti di alghe e tortine di pomodorini di mare.
Maronno si accorse di essere un attore di qualità e intraprese una carriera luminosa che lo porta tuttora per i mari del mondo e per gli acquari delle grandi città, dove si esibisce di fronte a entusiaste folle di bambini felici.
Questo non prima di aver condiviso con Mino, maestro di vita e delfinitudine, il segreto del mare dei tonni.
Un giorno di fine settembre, Maronno condusse Mino in un luogo a cui era negato l’accesso di tutti gli altri pesci e Mino potè godere dei benefici del Mare segreto dei tonni, dove la pelle si rigenera e si nuota che è un piacere. I due eroi passarano infatti un’intera giornata insieme, a ridere e scherzare, mentre sguazzavano felici nel mare di olio extravergine di oliva, habitat naturale per tonni di tutte le specie.
Panz, sei veramente eccezionale. Vorrei essere una frollina anch’io per sentire queste storie alla sera!!!
Secondo me potresti anche scrivere un libro con le fiabe per la frolli…
come sempre sei incantevole.
Un abbraccio, Lillibeth
ma è meravigliosa…
Bellissimaaaaa! Sempre pensato che i delfini fossero i fighetti del mare
Hehe…sei uno spettacolo…
Però a me fra grissini e tonno sott’olio e calzoni farciti mi è venuta una fame…!
Altro che fiabe della buonanotte!!!
Mi verrebbe da spezzare una lancia (o un grissino?) in favore dei Torinesi che, in quanto esseri umani, sono la migliore famiglia acquisita che si possa avere e, in quanto grissini, quando vengono dalla panetteria giusta sono proprio buoni… 😉
@chiara: in effetti questa mia fiaba risulta un po’ ghettizzante nei confronti dei grissini che – in particolar modo torinesi – spesso sono loro che fanno una brutta fine sulle tavole degli italiani…
un giorno, forse, verrà fatta giustizia. per tutti i tonni e i grissini del mondo
(e qui parte una musichetta strappalacrime)
Potresti scrivere un libro di fiabe, sei bravissima!!!
E la medusa Manuela? A quando uno script che la vede protagonista!??! 😉
Belle le fiabe nel mare della Frolli! Brava e dolce mamma Panz!
sonia
Ma quanto sono belle le tue storie Panz? Frollina è fortunata ad avere una mamma come te.
Panza se non consideri seriamente l’idea di scrivere un libro ..(anche non di fiabe , te lo dissi gia’ tempo fa’) ti sequestro e poi faccio come “Misery non deve morire”, finche’ non produci un bel librone.
Tu non solo sai scrivere, ma sei anche dottata di una grande affscianante fantasia e non sarebbe una bella cosa?
POi quando andrai ospite di programmi televisivi dirai: se sono qui e’ anche merito di una mia amica di blog che blah blah blah”
OK mi sa che ho reso l’idea.
Un bacione
Pardon: DOTATA ( dottata? piena di dots? )
@slim: grazie! e grazie a tutti per i complimenti. sono già in cantiere altre storie, tipo quella della Medusa Manuela e dei problemi che la affliggono e quella di madre e figlia che scava, scava (ispirazione liberamente tratta da un vecchio post di Lilibeth) arrivano in Australia e vengono a trovare proprio te, amica di blog a testa in giù…
e poi altre robe più serie.
insomma, tra un po’ chiudo il blog, pubblico tutto e lo vendo.
😉 quelle robe simpatiche da blogstar nostrana italiota…
ovviamente sto dicendo per scherzo
anche perché ho cercato e non lo voglion nemmeno per due soldi questo blog qua e allora, se non riesco nemmeno a rientrare dei 35 euri annui che dò ad aruba per il dominio, che gusto c’è a chiuderlo?? 😉
ma è una meraviglia! complimenti! ti scopro con grandissimo piacere!