Il guardaroba
Domenica, lesta lesta di buon mattino, mi sono messa all’opra.
Udite, udite: ho svuotato e riordinato l’armadio della frollina, che mi sembravo mia mamma!
Perché ultimamente, a dirla tutta, non facevo altro che ravanare tra tutine da un mese, pantaloni da tre mesi e bavaglini da neonati per trovare un vestito decente da indossare a mia figlia che – nel frattempo – è cresciuta e sta per scollinare il traguardo dell’anno!
Ho piegato con cura tutti i vestitini (che io continuavo a lavare, brava scema!) e li ho divisi per genere.
Da una parte ho messo le cose smaccatamente femminee, in tutte le tonalità di rosa possibili e immaginabili – che se hai una figlia femmina il rosa sembra un must – e dall’altra le cose unisex.
Poi ho infilato in uno scatolone – come in un reliquario – i vestitini a cui sono più affezionata, quelli che mi ricordano delle cose. La tutina che le abbiamo messo appena è nata, quella che le stava come un abito più grande di due misure e ora mi sembra minuscola e i regalini che mi hanno significato di più.
Tipo la serie di enne maglioni che mi ha confezionato mia nonna, vecchia, cieca e sordicchia. Che sono un po’ tutti strani (a mio cugino ne fece uno che aveva le braccia talmente lunghe che anche ad un polipo avrebbero dovuto rivoltargli le maniche!) ma fatti con molto amore da una bisnonna vecchierella.
Il resto lo voglio regalare.
Le cose unisex le ho portate ieri ad una ragazza che ho conosciuto recentemente e che sta per fare entrare nel mondo un maschietto. Una ragazza molto simpatica che mi ha subito ispirato e con cui ieri abbiamo fatto anche delle belle chiacchiere, per cui sono molto felice che abbia ricevuto le cose della frollina, vestiti che ho amato, di una bimba molto amata.
Il resto lo voglio mandare in Bosnia. Tramite un amico della Babi, lo spediamo alle bimbe della Bosnia, che lui va sempre lì a fare il volontario.
A dire il vero, avevo tenuto da parte una sporta di roba da dare ad una mia amica che produce una femminuccia a gennaio. Ma lei mi ha detto che è già piena di vestiti. Mi ha anche chiesto come mai voglio dare via la roba della frollina. “E se fate un altro figlio?” mi ha chiesto.
Ora.
Sto per dirvi cosa penso di questa cosa di tenere montagne di vestiti inutilizzati e usati pochissimo nell’armadio, ad attendere un nuovo nascituro.
Penso che sia una minchiata pazzesca.
Scusate il francesismo. Scusate se, come al solito, sono un po’ polemica. E voi fate poi quel che volete, questo è il mio pensiero.
E’ una minchiata perché siamo in una società tanto consumistica e dove la gravidanza e la figliolanza sono eventi talmente ECCEZIONALI che – ci metterei una mano sul fuoco – al momento in cui dovessi decidere (cosa che non è ne’ scontata ne’ al momento in preventivo) di avere un secondo figlio, mi arriverebbero una marea di regali, vestiti di amiche e cose di questo genere, come è successo con la frollina.
Che molti vestitini che mi hanno regalato, così belli e fini e coccolosi, sono riuscita a mettergli si e no due volte, visto che cresce come l’erbaccia ‘sta figlia mia e ha un guardaroba che nemmeno la regina Elisabetta c’ha tanti vestiti!.
Insomma. Come ho sempre detto, credo nel riciclo e nel circolo delle cose.
Questi nostri figli sono talmente pieni di “roba” che vorrei insegnare alla frollina che ciò che è suo non è SACRO e che potrebbe essere utile anche a qualcun altro, ad altri bambini, ad altre mamme.
E poi mi piace l’idea che mia figlia si è vestita con le storie di altre famiglie, di altri bambini e che – allo stesso modo – i nati dopo di lei vestiranno con la sua storia, con quella volta che abbiamo scoperto che non aveva la fibrosi cistica e che si erano sbagliati i medici e io ho sentito un enorme mattone di lacrime sciogliersi dentro e la felicità montare in alto.
Con quella volta che ha riso. In braccio a mia mamma, davanti al “frollino”, un pendaglio a forma di ominobiscotto appeso alla porta della sua stanza.
E con tutte le volte che abbiamo fatto le coccole, che suo padre l’ha abbracciata e chiamata tata e io le ho massaggiato i piedini facendo finta che le puzzassero e lei mi rideva e lanciava quelle due zampette sul naso.
Il comunismo si sta trasformando in fuffa?
Non a casa nostra.
Almeno nelle cose piccoline.
Io condivido non al 100%, ma al 1000 per 1000! Ho già fatto un paio di pacchetti per un collega di Nizam che ha avuto una bambina e mi ripropongo di mandare il resto in Kurdistan, dove certi sfizi se li sognano e avere figli è ancora normale amministrazione.
Io ho fatto così con le cose fino a 6 mesi. Del resto, avevo talmente poche cose mie (il resto tutto riciclato e da restituire / passare ad altri) che mi sarebbero rimaste giusto 3 tutine e una serie di bodini ristretti (mai più comprerò dei bodini lana-cotone!).
Poi l’inverno scorso non ho fatto più “pulizie” e mi si è accumulato tutto, finché abbiamo deciso di concepire il secondo e il secondo è arrivato.
L’altro giorno ho messo da parte un tot di cose da maschio o unisex, che Ettore erediterà da sua sorella, e le ho separate da due borsate di abiti da femmina, che regalerò a una mia amica che aspetta una Chiara per fine novembre.
Gli amici, se si fileranno il mio secondo figlio (ché il secondo, soprattutto così vicino al primo, non se lo fila mai nessuno), saranno caldamente invitati a regalare prodotti per la cura del corpo, pannolini ed eventualmente giochi.
PS: ad Amelia non bisogna fingere che le puzzino i piedi: le puzzano davvero, da quando era neonata! 😉
cambio dell’armadio! ahhh! già è complicato per un adulto mi immagino per il guardaroba di una bimba così piccina e in continua crescita… con tutto cio che ne comporta… mi hai fatto venire in mente i bimbi indiani, vestiti solo del loro cordino da bramana…
buona giornata famiglia panzallaria! 🙂
@chiara_prof: anche a Simone puzzano i piedi! da sempre!!!!
@panz: ti ammiro perchè io ho raccolto tutto ciò di usato e prestato che mi hanno passato ma al pensiero di regalare le cose di simone mi si stringe lo stomaco….presto, ma regalare…sono sbagliata lo so….
Ma l’idea di tenere in una scatola le cose a cui sei più affezionata che bella!
il tuo non è comunismo, è altruismo, generosità e anticonsumismo 😉
Ecco, adesso mi sento una merdina..io qualche vestitino l’ho venduto su ebay..
Panza il pacco non e’ arrivato ( te lo dico subito appena arriva!!)
@pietro: quello che nella mia testa dovrebbe essere il comunismo…;-)
@chiara_prof: le puzzavano i piedi fin da neonata???? ma non dicono che ai neonati non puzzano i piedi??? povera amelia e che bello il nome ettore, stanno proprio bene insieme…
Io sto nel mezzo! La storia di Lorenzo l’ha indossata Gaia, Anna, Greta (quella unisex), Giacomo e ora tocca a Leonardo, ma poi torna nella mia mansarda!
E’ una sorta di coperta di Linus per me che non riesco a disfarmi del tutto di questi abitini e ricordi!
Sottoscrivo tutto. Ho appena svuotato mezza casa di mia madre…calma, non le è successo nulla…e per far sparire le cose in fretta tanta roba l’ho buttata, non avendo la macchina per portare tutto al Triciclo avrei dovuto tenere i sacchi in casa, lei li avrebbe trovati, etc. Mi è dispiaciuto moltissimo e ho constatato con orrore quanta roba e polvere intasa le nostre vite. Inutilmente.
E ora su Freecycle abbiamo trovato una libreria in regalo :-)))))
Brava Panz
Giuliana
Sottoscrivo in pieno!
Evviva il comunismo e la libertà!
Ah, grande grande. Io la roba di adulto che non porto più, quando non è proprio consumatissima (perché compro i vestiti raramente, sebbene a volte mi piaccia fare il dandy, gli interni delle giacche e dei trench sono tutti scuciti e sdruciti..), oppure quando mi ritrovo con tre paia di jeans che me ne bastano due, e uno magari l’ho preso senza accorgermene dal vecchio armadio di mio fratello che ora è in un altro Paese, quando insomma tutto questo, porto sta roba alla Caritas, che forse è una delle poche robe buone della nostra chiesa.
Ma se avete altre idee, se tu Panza hai contatti con bisognosi anche di altri paesi, se riuscissi a non coinvolgere la chiesa anche in questo, sarei molto più contento.
Lo so, forse è un discorso da pigro che non si cerca le cose da solo, o da ignorante, perdonatemelo.