Caffe latte
Ieri siamo stati in piscina.
Abbiamo caricato la macchina con le solite mille cose e siamo partiti alle volte della collina, per rincorrere montagne verdi e piscine azzurre.
Mi sono preparata la mia borsetta da svezzamento con un bibe pieno di brodo, le polverine magiche per comporre il pasto del campione e via, tra pannolinicostuminiasciugamanigrandiepiccoli e poche cose per noi altri.
La piscina era strapiena e anche molto costosa. L’ultima volta che eravamo andati in quel posto era stato 2 anni fa: ora costa il doppio! E arrivati alla cassa, tanta era l’incredulità che sono rimasta come una beota, con il portafoglio in mano, fissando Tino, colpita da lallismo fulminante: “20 euro? eh? 2o euro? ma hai capito anche tu 20 euro??”
sti cazzi.
Però ci voleva.
La frolla, come al solito, è rimasta completamente affascinata e estasiata e divertita dall’acqua.
Era fredda eh? Porca vacca se era fredda. Ma lei, dritta come un fuso ha stretto i denti che non ha ancora e si è lasciata cullare dalla dolcezza del bagnato sul suo corpicino.
Rideva, batteva i piedini e le mani e cantava “da-da-da”.
Quando beve (non ha ancora capito che una piscina e il mare non sono enormi biberon e ci si butta a faccia, apposta per bere), tira su la testa di scatto, sgrana gli occhioni, respira profondo, tossisce e poi riparte con “da-da-da” e con i suoi smanettamenti. Mi sembra un cyborg. Programmata per stare a mollo. Mai una lacrima o un cedimento.
Inutile dire che cuore di mamma (ex nuotatrice agonistica, ex insegnante di nuoto ed ex bagnina) si stracolma di gioia.
Mi gonfio tutta. Non riesco a trattenere frasi (veramente patetiche) del tipo: “hai visto Tino? sembra nata per nuotare!!! è un anfibio nostra figlia…guarda che assetto, guarda che postura naturalmente adatta all’acqua!” e lui, che mi conosce, scuote la testa come si fa coi matti e mi risponde robe del tipo: “si, si Panzallaria, vedrai che diventa una campionessa di nuoto e andiamo a vederla alle Olimpiadi e ci intervistano alla rai, magari ci intervista Rosolino che nel frattempo si è imbolsito e fa il commentatore!”.
Non ha dormito tanto la frollina ieri, ma d’altra parte era tutto troppo bello e nuovo e c’erano troppi bambini e troppi discorsi da captare (perché nostra figlia è più curiosa di una zdaura matura al bar e cerca di captare ogni parola, ogni frase, di tutti quelli che le passano accanto!) e non poteva perdersi un istante di vita.
Lei che di istanti ne ha accumulati così pochi!.
Noi, per lasciare a lei l’ombra, siamo diventati due gamberoni. Il Tino c’ha una faccia che sembra un pomodoro e le chiappe doloranti a causa del rossore.
E’ stata una bella giornata.
Coronata da una scoperta. Nostra figlia ha una macchia di caffe latte su una gamba.
Nella stessa posizione in cui ne ho una anche io.
Non l’avevo mai vista. Forse la gamba era troppo piccolina, forse la macchia è nuova nuova, venuta a galla con il sole, forse il tempo è passato e via via osservo sempre meglio mia figlia.
Mi ha colpita. Questa macchiolina doppia, tenera tenera, tanto simile a quella della sua mamma.
Mi ha fatto sentire – è buffo, perché in realtà è evidente che si esplicita in cose molto più rilevanti – una continuità tra la mia storia e la sua storia.
Una storia ereditata.
Nel suo sorriso.
La storia mia e di Tino. Di noi due che siamo diventati noi tre. Di tutte le volte che siamo stati bambini nei ricordi, nella prima volta che sono entrata nel mare e poi in piscina, in quella volta che Tino è caduto nel fiume da bambino e stavano per aprire la diga.
In quella volta che faceva caldo, tanto caldo e noi siamo scappati dall’Umbria e ci siamo rifugiati, un’intera settimana, nella piscina in cui eravamo ieri.
Quella volta chi l’avrebbe detto che avremmo fatto una frollina. Che avremmo esportato caffè e latte e che avremmo riso in tre.
Per un ciaf ciaf di manine nell’acqua.
Cara Panz
ti leggo molto e commento poco…ma certe volte mi sento spinta da tuoi racconti a farlo. Perchè hai sempre un modo così pieno e contagioso di esprimerti che non si può farne a meno.
Tu, Tino e la frollins siete una bella famigliola.
Ti capisco. Io sono così quando Amelia balla: noto ogni sua mossa e nelle sue posture ingenue vedo la mia imitazione. Mi sembra straordinariamente portata per la danza e la musica, e invece magari è solo una bambina che è stata stimolata in questo senso e quindi recepisce più di chi non ha mai sentito una nota in vita sua.
Un po’ come con i gatti: il fatto che abbia una incredibile confidenza con loro non vuol dire (purtroppo) che diventerà veterinaria!
Ciao
Chiara
Le frolline stanno benissimo nel caffellatte 🙂
Baci
Giuliana
Anche Isa ha la voglia caffe’ e latte nella gambina sinistra !!
il ciaf ciaf delle manine dei nostri cuccioli nell’acqua sono così belli e gioiosi che rallegrano il cuore…
dai! ho anch’io una macchia di caffe latte dietro il braccio sinistro… chissà… riuscirò a lanciare la mia di ereditarietà!
baci alla famiglia Panz!
Panz che bello…non so dirti altro. Solo questo, mi hai riempito il cuore!!!
Già, a volte, il blog diventa liberatorio per chi, come noi, non ama raccontare in prima persona le proprie ansie o le proprie malinconie.
Sarà stato anche lo stress..perchè oggi va già meglio…sai, mi basta tornare a casa la sera e ri-trovare il sorriso di mio marito per placare ogni malumore.
Grazie delle tue parole.
Un bacione!
La mia voglia di caffelatte è sul braccio destro.
Anche io, sono sicura, l’ho trasmessa a qualcuno che amo.
Ciao famiglia Panzpiscina