Corsica – II puntata – L’alba di un nuovo giorno
La mia coscienza, quella prima sera, si è addormentata accanto ad una Frollina russante e ad un Tino catorcizzato.
I Salsicci, rintanati nel loro bungalow, avevano il loro bel da fare a combattere il freddo. Perché se è vero che freddo era, è vero anche che Papàsalsiccio ha un rapporto estremamente complesso con le basse temperature e spaventato dalle mille malattie che potevano accadere a babysalsiccia la aveva vestita nemmeno dovesse salire sull’Himalaya.
La mattina seguente l’umore di tutti era nettamente migliorato. Non le condizioni climatiche.
Ma si era in vacanza e così si è sopportato stoicamente. Le bambine, come omini Michelin riuscivano a malapena a piegare le braccina, a causa del numero cospicuo di maglie, felpette e maglioni.
Noi si faceva quel che si può: io invero ero un po’ pentita della preventiva depilazione, che magari uno strato aggiuntivo mi avrebbe tenuta maggiormente al caldo.
Per fortuna esistono le baguette: bene rifugio di noi ragazzoni italiani in terra francese.
E per fortuna esistono le passeggiate al porto, a guardare le barche dei ricconi e a sognare un futuro roseo per le nostre pulzelle, futuro in cui – sposate a due ricconi ricconi – anche noi matusa avremmo potuto salire su qualche barconericcone, in veste di genitori al seguito.
Ma la Corsica, come tutte le isole, riserba sempre degli eccezionali ribaltamenti climatici e così al terzo giorno ci siamo svegliati con il sole.
I Rottamen hanno così avuto qualche speranza di sopravvivere all’estate.
E con il sole è tutto più bello e più felice e meno pesante.
Gli uccellini si sono messi a cantare sugli alberi da giungla che ci facevano da cornice e la frollina ha smesso di rantolare catarro.
Finalmente siamo scesi in spiaggia.
Noi, il gommoncino per la bimba, 4 teli mare, la crema prottettiva 40, vari ammenicoli ludici per la frolla e la splendida tendina da spiaggia che fa tanto campeggiatori veramente veramente supercazzuti.
Il lettino da campeggio, dopo numerose peripezie, è stato montato (e ci ha fatto anche dimagrire un bel po’ ed esercitare tanta santa pazienza) e così ci si poteva avviare verso un roseo futuro di famigliola da mulino bianco al mare.
Il mare. Che mare.
Spiaggie. Che spiaggie.
Lunghe distese bianche completamente vuote. Ci sentivamo come degli orsetti con le mani nel miele. Molto fortunati.
La frollina ha imparato a stare seduta. Un giorno oplà, rubando un giochino alla salsiccia, oplà è rimasta seduta.
Con il suo sorriso senza denti e tanta voglia di scoprire nuove cose; tutte nuove per lei.
Io – durante la prima settimana – che non ero molto esperta come mamma alla spiaggia, facevo appena in tempo a togliermi i pantaloni che era già ora di rientrare. Perché alla spiaggia bisogna avere mille occhi: lei voleva afferrare la sabbia per mangiarsela tutta ma proprio tutta, il sole che scottava, lei che si lamentava e poi tornava a ridere, noi che ci giostravamo tra qualche microbo di relax e molte cose da inventare per tenere testa alla nana.
Ma sono riuscita a fare il bagno. Sono riuscita a farmi tanti bei sonnellini pomeridiani e a leggere un libro. Il primo – in meno di 3 mesi – da quando è nata la frolla.
Sono riuscita anche a fare amicizia con gli uccellini che avevano fatto il nido in una tegola del nostro bungalow.
Gli Olmi, li abbiamo chiamati. Perché eravamo ad Olmeto plage e Olmo è un nome molto signorile per dei passerotti tutti colorati.
Tino, tutte le mattine, lasciava quasi metà baguette agli Olmi che a noi grati, ci dispensavano dei bellissimi concerti di sveglia mattutina.
Si andava alla spiaggia (ogni giorno cambiavamo) verso le 9. A mezzogiorno si rientrava per poi tornarci alle 17.30.
Vita da genitori: poca abbronzatura, molto sbattimento ma altrettante soddisfazioni.
Dopo aver cenato la frollina e averla messa a letto iniziava il relax: quello autonomo e di coppia.
Tino tirava fuori la birra e faceva due paglini con il tabacco, da fumarci in veranda, con le fette appoggiate al tavolo e il boccalino in mano.
Ci mettevamo a guardare la fauna e la flora intorno e si parlava e si amoreggiava e ci dicevamo (quanto zucchero!) quanto è bella la nostra creatura e che cosa ha imparato oggi e che cosa faremo domani.
Poi con i Salsicci ci si trovava nel bungalow o dell’uno o dell’altro a mangiare e alle 23, dopo qualche chiacchiera filosofica, andavamo a nanna, che la sveglia – sotto forma di lattante – non suonava mai oltre le 8.
All’inizio io non ce la facevo proprio a mollare la casetta chiusa con dentro la frollina per andare a mangiare nella veranda dei Salsicci a ben 20 metri di distanza.
Poi ho imparato. Prima costringendo Tino ad alzarsi da tavola ogni 5 minuti per andare a fare una controllatina va là, poi con maggiore scioltezza.
Abbiamo fatto poca vita sociale e poche uscite serali ma ce la siamo passata lo stesso. In Corsica la frutta e verdura costa più di un collier di diamanti mentre al supermercato puoi trovare le peggio schifezze in scatola.
Tra tutte campeggia l’olio di Colza che i Corsi utilizzano come panacea per tutti i mali e lo infilano anche dentro agli omogenizzati.
La mattina prendevamo le baguette e i pan au chocolate (con cui la sottoscritta ha un lungo e navigato rapporto orgasmico) e via di colazioni da re.
Io allattavo la frollina che poi si faceva un po’ i cavoletti suoi – a giocare con Belinda la pecora, Giorgio l’orso e Raffa la giraffa – e poi ci facevamo questa bella colazione.
Alla faccia del colesterolo.
Poi, via verso nuove avventure. Con l’auto piena come un ovetto e il cuore predisposto ad una sana giornata di mare. I Salsicci c’avevano il loro catamarano, con cui solcavano le onde e che ci faceva sentire molto Mascalzone latino.
Io mi infilavo la maschera e andavo a caccia di pescietti: ho visto intere portate di branzini, fritturine e calamaretti nuotare in quel mare dai colori intensi e dalla sabbia fina.
Tino si spupazzava la sua piccola.
Fino al giorno in cui.
Il giorno in cui nel bungalow sotto al nostro è arrivata la famiglia Figaccioni. Il giorno in cui gli Enzini (due simpatiche tortore) hanno preso il posto degli Olmi sull’albero di fronte alla nostra casa e si sono messi alacramente a lavorare per costruirsi una abitazione adeguata alle loro esigenze.
Il giorno in cui Tino si è – inesorabilmente e violentemente – trasformato nel re dei Rottami, nel Rottaman da vacanza.
Ma dei Figaccioni e del Rottaman vi racconto la prossima volta.
Evviva la vacanza più avventurosa che abbia mai sentito…
baciotti
Meno male che tutto inizia a prendere una piega diversa… Sono morta dalle risate con la fritturina che nuota nel mare… Ma io mi domando: ma era croccante o si era inzuppata??? 🙂
Panza non vedo l’ora di sapere come e’ andata la vacanza III puntata!!
(certo che come racconti tu poche sanno fare)
Ps. Benvenuta nel magico mondo dello svezzamento muahahahahaha!!
BENTORNATA!!!!
panz sono qui col fiato sospeso!!!!non vedo l’ora di leggere il proseguo!!! 🙂 aaaaaah il pane col cioccolato…Mamma mia perchè me lo hai ricordato…Ero capace di uscire col ciclone dalla nostra casetta parigina pur di averlo la mattina…Aaaaaaaaaah (bava alla bocca!)
…adesso va meglio! sono pienamente d’accordo con slim….sei bravissima a scrivere! sei capace di farci stare appiccicati allo schermo a farci gustare fino all’ultima parola! io cmq non vedo l’ora di vedere la frollina che mi ricorda tanto la mia piccola Alice che adesso ha due anni!
un bacione e a presto!
ora si che la vacanza prende la piega giusta!
certo che come scrivi tu…concordo con gli altri e attendo la III puntata.
panz, stò vedendo la 3 serie di lost in inglese ma l’arrivo dei Figaccioni mi tiene con il fiato… aspetto la prossima puntata 🙂